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Società a responsabilità molto limitata

Regia di G. Bianchini vedi scheda film

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La recensione su Società a responsabilità molto limitata

di mm40
3 stelle

Un poco di buono ritrova un vecchio compagno di cella, ex pugile, e i due decidono di mettersi in combutta per organizzare un redditizio traffico di cocaina.

Quasi ogni volta che è uscito dal personaggio autoreferenziale del simpatico e ingenuo ragazzone canterino (immortalato dai musicarelli di Ettore Maria Fizzarotti nei primi anni Sessanta), Gianni Morandi ha dimostrato di essere un attore parecchio claudicante, specie quando poco seguito sul set. Qui lo dirige un regista non molto esperto, Paolo Bianchini, che ha al suo attivo fino a quel momento qualche modesto titolo di genere, fra spaghetti western, supereroi e persino un decamerotico; inevitabilmente il risultato del lavoro dipende – in negativo – dalla prestazione discutibile del protagonista, fra l’altro per l’occasione ossigenato e dotato di un improbabile accento misto bolognese-romanesco. L’idea del soggetto (Bianchini, Maurizio Lucci e Augusto Caminito) era comunque interessante: una storia di delinquenti da strapazzo nel pieno degli anni di piombo e, più in generale, di quel periodo nel quale la criminalità nel Belpaese dava tanto lavoro ai giornalisti di cronaca nera da suggerire l’ideazione di un filone cinematografico appositamente a essa dedicato, quello del poliziesco all’italiana o poliziottesco. Ma la sceneggiatura (i primi due autori del soggetto uniti ad Augusto Marcelli) sfonda in territori espressamente ridanciani, di mera comicità anche sguaiata talvolta, dando vita a macchiette e gag abbastanza scontate che demoliscono qualsiasi pretesa di credibilità della trama relegando il lavoro nell’ambito della farsa piuttosto che della critica sociale (basti solo la caduta di stile dell’inquadratura finale). Accanto al cantante bolognese sul set c’è una manciata di interpreti assolutamente interessanti e altrettanto in parte: Vittorio Caprioli, Maurizio Arena, Franco Fabrizi, Renato Pinciroli e Laura Efrikian. Tutto sommato non è poi così strano se la pellicola è scomparsa rapidamente dalla circolazione ed è stata recuperabile solamente a poco meno di mezzo secolo dalla sua uscita grazie alla rete. 3/10.

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