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Arizona si scatenò... e li fece fuori tutti!

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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La recensione su Arizona si scatenò... e li fece fuori tutti!

di giurista81
4 stelle

Sequel ufficiale di Arizona Colt che segna il debutto alla regia del grande Sergio Martino che poi girerà molti capolavori del cinema di genere (soprattutto gialli e comici).
Si tratta di un debutto un po' in sordina poiché il soggetto del film ricalca piuttosto fedelmente due precedenti western del duo Ernesto Gastaldi e Luciano Martino (qua soggettista e produttore) ovvero il citato Arizona Colt 10.000 Dollari per un Massacro. 
La scheletratura del film è molto simile. Arizona viene assoldato da un riccone per recuperare la figlia rapita e un carico di denaro rapinatogli da una banda di manigoldi.
Anche i vari snodi che vengono inseriti per vivacizzare il soggetto non hanno nulla di originale. Il primo di essi vede Arizona salvarsi da un impiccagione grazie a un filo di ferro applicato dietro alla corda (soluzione ricopiata da Preparati la Bara!), ovviamente era stato condannato per un delitto commesso dagli antagonisti e a lui imputato a causa di una falsa testimonianza.
Il secondo trucchetto escogitato dal protagonista per prendersi gioco della banda e portarla allo scoperto viene addirittura ripreso da La Strada di Fort Alamo di Mario Bava (vediamo i banditi gettarsi in massa in un fiume dove vengono trasportati dalla corrente dozzine di dollari per poi prendersi a cazzotti per far proprie le banconote).
Non è neppure originale il tradimento che la ragazza rapita dai banditi  e recuperata da Arizona farà al protagonista portandogli contro i banditi da cui lo stesso l'aveva sottratta. L'idea è ripresa pari pari proprio dal citato 10.000 Dollari per un Massacro.
E allora che resta di buono? Sicuramente le caratterizzazioni del duo protagonista e i dialoghi smargiassi che portano l'inconfondibile firma di Gastaldi (anche se ufficialmente la sceneggiatura dovrebbe esser di Joaquìn R. Marchent che, invece, a mio avviso non ha nemmeno messo penna sul copione). Da una parte lo sbruffone Arizona Colt, qua interpretato da Anthony Steffen (sicuramente meno acrobatico e più cupo di Gemma), dall'altro Roberto Camardiel (notevole prestazione) che torna a personificare in modo sopra le righe il personaggio di Doppio Whisky facendo continue battute sul suo liquore preferito.
Arizona Colt, invece, perde un po' quell'alone da simpatica canaglia e acquisisce invece una maggiore convinzione in sé stesso tanto da dare di continuo dell'imbecille a banditi, sceriffi e cittadini. Steffen è granitico come al solito, anche se probabilmente questo Arizona si Scatenò è da annoverarsi tra i suoi sei western più riusciti dopo i vari 1.000 Dollari sul Nero, Un Treno a Durango, Garringo e Django il Bastardo.
L'antagonista invece è il grande Aldo Sambrell (un po' atipico perché riceve ordini dalla sua donna, la perversa Rosalba Neri che pare ispirarsi al suo migliore personaggio ovvero la virago di Johnny Yuma), affiancato da una banda dove compare anche l'immancabile Raf Baldassarre.
Sergio Martino scandisce un bel ritmo e piazza qualche gustosa soggettiva, purtroppo il film è limitato per i troppi deja vù e alla fine ne esce fuori un western destinato solo a chi non sa fare a meno del genere.
Carinissima la colonna sonora, a mo' di marcetta, di Bruno Nicolai. Voto: 5.5

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