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Lascia cantare il cuore

Regia di Roberto Savarese vedi scheda film

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La recensione su Lascia cantare il cuore

di mm40
4 stelle

Antonio Gaspari è un divo della radio, un cantante famoso nonché uno scapolo d'oro che ammalia tutte le donne attorno a lui. Tra di esse c'è anche Lissy, infelicemente maritata a un industrialotto brutto e possessivo; quest'ultimo scopre la tresca fra la moglie e l'artista quando la coppia si trova in vacanza in Trentino e, non casualmente, nello stesso albergo prende una stanza anche Gaspari. Per negare quel rapporto adulterino, il cantante finge di essere in realtà già sposato con la nipote della padrona dell'albergo, che però fatica a stare al gioco, soprattutto quando gli equivoci cominciano a sommarsi...


Una storiella barzellettistica, con toni adeguatamente pacati e ammiccamenti molto molto vaghi, nel segno di una morale maschilista e bigotta; una buona manciata di protagonisti ben rodati a reggere dialoghi scritti con cura; la voce del divo del momento, Alberto Rabagliati, che riveste il ruolo centrale del film: questo è Lascia cantare il cuore, e in fondo nient'altro di più che questo. Si tratta della versione italiana – come usava fare all'epoca – di un film a due teste, girato in duplice versione per due differenti mercati; l'altra versione è quella tedesca diretta da Carl Boese con titolo ...Und die musik spielt dazu (nella quale peraltro compare ancora Vivi Gioi, nel medesimo ruolo interpretato qui). L'intreccio è poca cosa, si diceva, ma in fondo siamo nel 1943 e questo è ciò di cui ha bisogno il pubblico immerso nella cupa realtà della seconda guerra mondiale; il lieto fine è talmente garantito che lo si può intuire senza difficoltà già dai primissimi minuti. Girato con mezzi modesti, Lascia cantare il cuore è una buona prova di artigianato cinematografico che vede impiegati sullo schermo, oltre ai due attori già citati, anche Stefano Sibaldi, Elena Luber e Loris Gizzi; sceneggiatura di Vittorio Metz, Vincenzo Rovi e Akos Tolnaj. Per Roberto Savarese questa è la terza regia. 4/10.

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