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Passione

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Passione

di ethan
8 stelle

Su di un'isola Andreas Winkelman (Max von Sydow) sta riparando il tetto della sua abitazione; più tardi egli incontra Johan (Erik Hell), un suo amico, affetto da problemi di salute, che più avanti nell'arco della narrazione  ritroveremo sotto accusa per la morte truculenta di alcuni animali; Andreas incontra Anna (Liv Ullmann), donna affetta da una palese zoppia che lui ospita. Anna chiede di fare una telefonata e poi se ne va. Andreas trova una lettera e la riporta alla casa della destinataria, dove trova due amici di Anna, Elis (Erland Josephson) e Eva (Bibi Andersson), marito e moglie che paiono piuttosto annoiati dalla vita di coppia. Il film racconta le vicissitudini dei quattro personaggi.

'Passione' chiude la quadrilogia (o tetralogia) di Färö, ancora una volta con l'ossessione, tutta bergmaniana, del numero quattro: quarta pellicola, quattro personaggi le cui vite si intesercano in un complicato groviglio di sentimenti condivisi, tradimenti, tentennamenti, ripensamenti e dubbi esistenziali che li portano alla deriva, sempre sullo sfondo del limitato (e limitante) ambiente isolano.

Dei quattro titoli 'En Passion' rappresenta il più pessimista in assoluto e a livello qualitativo è, a mio avviso, secondo solo all'inarrivabile capolavoro 'Persona': più che per la trama, un canovaccio, l'opera è importante come studio di caratteri, che ci vengono pian piano presentati nel corso delle canoniche scene ricche di dialoghi, povere o nulle in fatto di movimenti di macchina e dalla lunghezza smodata e chiuse con dissolvenze in nero, tipiche dei suoi ultimi film, abbinati ad un utilizzo, cosa rara, della voce fuori campo, a volte per introdurre fatti o persone, a volte per commentare una data azione e un ulteriore vezzo stilistico, interrompendo lo sviluppo della trama con quattro  inserti, con i quali i protagonisti parlano a ruota libera dei loro personaggi interpretati sullo schermo. Tale espediente è stato molto criticato da molti critici, visto come una strizzata d'occhio a certi modi di fare cinema emergenti all'epoca, ma è parso un modo per suggerire che ciò che si vede si tratta di finzione.

Tornando ai quattro personaggi, resi mirabilmente dal coro di attori fidati e ormai abituali sia all'occhio e alla mano del regista che li guida in modo impeccabile, sia ai fruitori del suo cinema, possono essere visti come varie parti complementari della turbolenta e complicata personalità di Bergman stesso, che si identifica a turno nella solitudine e nel senso di sconfitta di Andreas, nell'instabilità sentimentale e nell'umoralità di Eva, nella speranza (vana) di un futuro migliore di Anna e nella vacuità di una vita senza slanci emotivi di Elis, pur essendo un individuo che gode di successo nella sfera professionale.

Stimolante anche il personaggio secondario di Johan, classica figura del perseguitato ingiustamente dalla folla, che lo addita di crimini crudeli contro gli animali, il quale preferisce togliersi di mezzo, suicidandosi, che testimonia da un lato il clima di sospetto e ipocrisia che nasce sovente in piccole comunità racchiuse in se stesse e dall'altro l'accentuato pessimismo del film e ricchissima la fotografia (per la seconda volta con Bergman) a colori di Sven Nykvist, come un vasta gamma di colori usata, che vanno da quelli dalle tonalità più calde degli interni, intervallati a colori più sbiaditi per rappresentare il paesaggio autunnale ed infine all'intermezzo onirico, con il ritorno all'amato bianco e nero, che pare un richiamo al precedente 'La vergogna'.

Un'opera densa tanto dal punto di vista formale quanto nei contenuti e negli umori, da ri-valutare e ri-vedere con attenzione.

Voto: 8 (v.o.s.).

 

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