La recensione su The Accursed

di undying

5 stelle

Un horror pieno di luoghi comuni, sin da subito immerso in un universo fiabesco. Nonostante la sempre interessante presenza della veterana Meg Foster, "The Accursed" non riesce mai ad emergere dalla mediocrità.

L'infermiera Eleanor (Sarah Grey) deve affrontare la recente perdita della madre, donna sofferente che ha vissuto un lungo periodo di tempo in un persistente stato di malessere esistenziale, con problemi di salute mentale provocati dal divorzio. Dopo una lunga assenza, Eleanor è costretta quindi a fare ritorno nella casa di famiglia per occuparsi della proprietà dei suoi genitori, sperando poi di riprendere il lavoro con l'obiettivo di visitare Haiti per avviare una missione umanitaria di volontariato. I suoi piani subiscono una brusca variazione, quando si trova costretta ad accettare un lavoro come badante di Ambrose (Meg Foster), un'anziana che ha subito un ictus e che vive isolata in una casa sperduta nel profondo del bosco. La rappresentante della tenuta di Ambrose, Alma (Mena Suvari), sembra essere impaziente di abbandonare quel posto, appena Eleanor sopraggiunge per prendersi cura dell'invalida. Ossessionata da minacciose apparizioni della madre ammalata, Eleanor si trova ad affrontare una situazione personale critica, amplificata dalla presenza di Ambrose e dal suo enigmatico passato: scopre, infatti, che la donna è stata un'assidua praticante di riti di magia nera.

The Accursed: (da sinistra) Sarah Dumont, Mena Suvari e Sarah Grey

Non sembra portare fortuna il titolo The Accursed, oltretutto riproposto a distanza di un solo anno (cifr. l'omonimo The Accursed, diretto da Kathryn Michelle e Elizabeta Vidovic). Anche questo è infatti un horror piuttosto scarso, pur se non inguardabile come è, invece, il precedente. Al regista Kevin Lewis, non sembra andarne una dritta, dato che il film da lui diretto, prima di questo, è il tremendo Willy's Wonderland (2021), con protagonista quella, ormai indifendibile, macchietta di Nicolas Cage. Non è in discussione la capacità tecnica di Lewis, che in questa occasione dimostra di saper gestire ottimamente il set, eseguendo peraltro un ottimo lavoro da cineasta (valga da esempio l'incredibile sequenza di una mosca, seguita nel suo tragitto di volo dalla telecamera), quanto una sceneggiatura, opera di Rob Kennedy, che più volte sconfina nel comico involontario.

The Accursed: Meg Foster

La premessa del film non lascia dubbi: si tratta di streghe (per l'occasione, torna davanti alla macchina da presa l'indimenticabile Meg - "occhi di ghiaccio" - Foster, attrice sulle scene dal 1969, ultimamente più attiva che mai), di demoni, malefici e parafernalia annessa e connessa (libri con incantesimi, croci capovolte, cerchi magici e pentacoli ad uso esclusivo dell'anziana fattucchiera). Il problema è che lo spoiler iniziale contribuisce a rendere meno interessante quella che così viene già annunciata come la "solita storia", mentre le apparizioni della madre di Eleanor (tra le quali una incredibile mentre, sospesa in volo, lancia mele marce alla figlia) e un certo irrefrenabile eccesso all'accumulo di eventi irrazionali, ha l'effetto di sminuire la tensione, deviando spesso la vicenda dal tragico al grottesco. Sarah Grey fa del suo meglio (e se la cava piuttosto bene), poco supportata da Mena Suvari e Sarah Dumont, attrici - quest'ultime due - piuttosto inadatte, quasi caricaturali, che sembrano alquanto sperdute nel contesto specifico, incapaci di distinguere tra un'interpretazione destinata alla commedia e un'altra all'horror. The Accursed si trascina oltre i tempi indicati, essendo basato su un soggetto ideale per un cortometraggio, tuttavia, in virtù di qualche buon effetto speciale (compreso un excipit suggestivo) e soprattutto grazie alla bella cinematografia di David Newbert, pur se con molta flemma, si fa seguire senza troppo annoiare.

The Accursed: Meg Foster

"La Strega abitava in una vecchia casa coloniale all'interno di una piantagione. La villa era disabitata e sprangata con tavole di legno e nessuno, all'infuori di me, sapeva della sua esistenza. Nessuno, nella pettegola cittadina a sud della Georgia dove abitavo da ragazzo, sapeva che, percorrendo la strada polverosa che terminava all'ufficio postale, piegando poi a sinistra e percorrendo per un tratto la stradina laterale, ci si imbatteva nel cancello di ferro arrugginito prospiciente il vialetto che conduceva alla villa. E in quel luogo avvenivano cose da far uscire gli occhi fuori dalle orbite."

(Madeleine L'Engle)

Leverman (Nick Cave & The Bad Seeds)