Regia di John Lee Hancock vedi scheda film
Una pregevole fotografia, dialoghi interessanti con una graditissima riflessione socio-esistenziale (siamo noi a possedere gli oggetti, oppure loro noi?), e un cast curato non bastano a riscattare una trama sfilacciata e irrisolta, che suggerisce continuamente qualcosa che però alla fine nega. Peccato!
Il breve dialogo sulla vera natura di Internet e smartphone (a parte lo scivolone sulle "fake news", che è un modo, per chi controlla i media, di controllare pure Internet, proclamandosi detentore assoluto della verità e così ghettizzando chi non obbedisce al "credo" istituzionale) da solo è più che sufficiente per indurre a consigliare la visione di questo film.
La narrazione sembra, ahinoi, intrappolata in una continua (ma illusoria) attesa di un crescendo, o, perlomeno, del dipanarsi di un mistero. Diverse tracce sono gettate in pasto alla fantasia dello spettatore, ma si rivelano false piste, e l'enfasi perlomeno ammiccante dell'incipit sfuma all'orizzonte, fino a lasciare soltanto un senso di incompiutezza sul finale.
La debolezza della trama risulta perfino accentuata dalla evidente cura nella fotografia, ma anche nella scelta e direzione dei protagonisti: dal sempreverde Sutherland, che dovrebbe fungere da nome di richiamo, al suo giovane amico, al personale domestico, etc. Azzeccatissimo anche il bullo, nella sua fisicità del tutto atipica rispetto ai compagni di scuola, e realmente minaccioso. La ricercatezza delle inquadrature, delle simmetrie, e delle scenografie, sembra quasi stonare, rispetto al tenore generale dell'opera, che, a causa di una storia alquanto esile e irrisolta, sembrerebbe più adatta all'episodio di un telefilm, che non alla proiezione cinematografica. Termini che, comunque, in una produzione targata Netflix, sembrano quasi fuori luogo: cosa è, ormai, un film Netflix, se non ciò che comunemente definivamo "film per la televisione", con implicita connotazione negativa?
Bello da vedere, insomma, questo racconto, grazie appunto alla raffinata fotografia, e alle ambientazioni suggestive. Bello anche da ascoltare, grazie a dialoghi acuti e riflessivi. Purtroppo, però, la storia non decolla mai e alla fine residuerà un senso di vuoto, per un finale poco significativo e alquanto deludente.
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