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L'appartamento del 13° piano

Regia di Eloy de la Iglesia vedi scheda film

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La recensione su L'appartamento del 13° piano

di undying
8 stelle

Sette giorni nella delirante carriera di un "serial killer per caso". Alcune tragedie spesso seguono regole spaventosamente impeccabili, irrazionali flussi di "causa ed effetto" che trascinano inevitabilmente verso la follia i protagonisti. Uno dei migliori horror spagnoli degli anni Settanta.

 

l-appartamento-del-13-piano

 

Marco (Vincent Parra), addetto in una macelleria, a causa di un alterco con un taxista compie un omicidio. Questo accidentale assassinio, frutto di un raptus, rappresenta solo il primo di una lunga e inarrestabile catena di delitti. Le successive vittime della sua furia sanguinaria sono quindi persone a lui vicine, con le quali si era confidato: la fidanzata, il fratello e la sua compagna, quindi il padre di quest'ultima. Sfruttando il suo lavoro, Marco occulta successivamente i corpi dei cadaveri - dopo averli fatti a pezzi - nel macello mescolandoli ai resti animali, senza immaginare di essere osservato da un inquilino - un omosessuale con il quale ha stretto amicizia - residente al tredicesimo piano di un palazzo in prossimità del mattatoio. 

 

"Che tutto avvenga per determinazione del fato, la ragione ci costringe ad ammetterlo."
(Marco Tullio Cicerone)

 

"A volte la paura si vede, odora, è gelida..." (Marco)

 

scena

L'appartamento del 13° piano (1973): scena

 

Eloy de la Iglesia e Antonio Fos scrivono una sceneggiatura cronologica che, partendo da un grattacielo (lo stesso sul quale si chiude, tristemente, il drammatico destino del protagonista), si sviluppa nell'arco di una settimana, suddivisa per dettagliati eventi quotidiani. La storia è agghiacciante per come analizza, talvolta con un senso di macabra ironia (l'omicida scopre di aver mangiato un pasto con carne che è frutto del suo operato), la graduale discesa infernale di un uomo triste e solo, molto solo. Isolato ancora di più in una città che è in via d'espansione, dove le singole case vengono abbattute per dare posto a impersonali edifici di cemento. Marco, incapace di affrontare con responsabilità le sue colpe (il primo delitto è quasi accidentale), lentamente si macchia di azioni sempre più atroci, finalizzate a tenerlo lontano dal sospetto. Le persone a lui più care (fidanzata e fratello, ma anche un'innamorata cameriera) vengono viste come ostacoli da abbattere, una volta venute (volontariamente o meno) al corrente dei fatti.

 

scena

L'appartamento del 13° piano (1973): scena

 

L'impeccabile sceneggiatura, con crescente cinico e malinconico sviluppo, procede nella fredda analisi di "cause ed effetti", seguendo passo per passo le scelte, e successive conseguenze, del disgraziato protagonista. Protagonista interpretato magnificamente da Vincent Parra (anche produttore associato), ottimo attore che riesce a rendere in maniera simpatetica la progressiva follia che anima la mano di un maledetto "killer per caso". Eloy de la Iglesia contribuisce a rendere sempre più angosciante il percorso accidentato delle vittime e il turbamento montante che assale con il trascorrere dei giorni il carnefice, grazie ad una solida regia che attivamente riprende con delicati movimenti di macchina una sagoma maledetta sempre più sconvolta, sfiancata anche fisicamente, ora in campo lungo mentre viaggia con una borsa carica di resti umani, poi in primo piano con fronte grondante gocce di sudore (durante l'incontro con la polizia, o con i testimoni costretti a tacere).

 

scena

L'appartamento del 13° piano (1973): scena

 

Il produttore Dick Randall (ved. recensione su Clitò, petalo del sesso) si occupa della versione inglese (adattandone i dialoghi) e distribuendo il film come Cannibal man, titolo che fa rientrare impropriamente il lungometraggio nella famigerata lista britannica dei video-nasty mentre al contrario, da un punto di vista grafico, L'appartamento del 13° piano non è contraddistinto da gratuita esposizione di scene violente, eccezion fatta per la raggelante - per quanto reale - attività nel macello. Il tema del cannibalismo non è neppure lontanamente sfiorato, se non in chiave marcatamente ironica. Anche la presenza del vicino che osserva e al tempo stesso avvicina sempre più intimamente l'assassino - una figura fondamentale per consentire agli autori di ampliare in scrittura i dialoghi a un livello quasi filosofico - diventa motivo di censura, restando nel prodotto passato al nulla osta solo vagamente allusiva di una relazione gay (il bagno in piscina) mentre, come ben evidente dalle scene tagliate, nelle intenzioni originali del regista l'approccio omosessuale trova esplicito compimento almeno nelle fantasie del vicino (due sono le sequenze, con baci sulle labbra, censurate). L'appartamento del 13° piano è un dramma realistico, che cerca di tracciare il profilo di un comune essere umano condizionato in difetto per una serie di sventurate coincidenze: se quella sera Marco, assieme alla sua fidanzata, non avesse preso un taxi, sarebbe probabilmente stato un padre felice, con una moglie fedele, un fratello affettuoso, magari anche un'amante e un amico prezioso ...

 

scena

L'appartamento del 13° piano (1973): scena

 

Citazioni 

 

"Dio veglia su questa casa...."

(Cartello posto a lato della porta d'ingresso dell'assassino)

 

"Questa casa sembra proprio un cimitero."

(La fidanzata del fratello)


"Questa casa è una specie di cadavere in putrefazione."

(Marco)

 

L-appartamento-del-13-piano-1

L'appartamento del 13° piano: Vincent Parra e Vicky Lagos

 

locandina

L'appartamento del 13° piano (1973): locandina

 

"La fatalità esteriore non esiste. Ma c’è una fatalità interiore: un minuto arriva nel quale ci si sente vulnerabili e, allora, gli errori attirano come una vertigine."
(Antoine de Saint Exupéry)

 

Trailer (video soggetto a limiti d'età)

 

F.P. 06/09/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 102'48")

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