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Europe in the Raw

Regia di Russ Meyer vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Europe in the Raw

di undying
4 stelle

Questo fiacco viaggio in Europa di Russ Meyer anticipa Mondo Topless (1966) - film più spinto e meno noioso - nel quale sono state poi riciclate dal regista almeno quattro lunghe sequenze, girate in questa circostanza.

 

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Europe in the Raw (1963): locandina

 

I vizi degli europei raccontati in un documentario ironico, che fa tappa anche in Italia (Firenze e Venezia).

 

Un inviato predispone una macchina da presa in una valigia, facendo un foro dal quale esce l'obiettivo per consentire di effettuare riprese nascoste. La prima tappa è il Belgio, con sosta ovviamente al Moulin Rouge (scena poi inserita anche nel successivo Mondo Topless). Quindi l'inviato si muove in Olanda per visitare Rotterdam e Amsterdam, quest'ultima città piena di prostitute e campi nudisti. Segue la Danimarca con Copenaghen e l'Atlantic Palace (un celebre night club dell'epoca). Poi tocca alla Svezia: Stoccolma e Millesgården con le sue stupende statue. In Germania la troupe si dirige ad Amburgo, per raggiungere il  distretto a luci rosse (con donne alla finestra), quindi una scappatina a Berlino al "Fair Lady Filmbar" (sequenza inserita anche in Mondo Topless). Dopo una fiacca sosta a Vienna (Austria), Meyer approda in Italia e ci rimane per un bel pezzo, visitando: Piazza San Marco a Venezia (con inevitabilie viaggio in gondola); Palazzo Vecchio e Piazza della Signoria a Firenze;  la Fontana di Trevi a Roma; la Torre di Pisa e Portofino. Il "documentario" si chiude in Francia, con Denise Duval al "Cabaret Sexy"(riprese riproposte poi in Mondo Topless), con spostamento al Crazy Horse (ancora una sequenza che finirà in Mondo Topless). L'inviato, tra le vie parigine, sceglie una escort e finisce in camera da letto; poggia la valigia su una sedia mentre la telecamera, andata in surriscaldamento, inizia a fumare per poi esplodere prima dei titoli di coda.

 

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Ogni nazione visitata viene introdotta con la relativa segnaletica stradale e non manca mai il cartello della "cunetta o dosso", seguito da una veloce immagine di un seno. Piuttosto castigato, considerato anche l'anno (1963), Europe in the raw rappresenta un titolo molto minore nella filmografia di Meyer, con uno sviluppo addirittura quasi serio se non fossero presenti alcune subliminali immagini di nudo. Per tutta la durata del documentario Franklin L. Thistle martella nelle orecchie dello spettatore con voce narrante. Inutile dire che il commento è ben inferiore alle suggestive riprese turistiche che, a differenza di quel che ci si potrebbe aspettare, tratteggiano sapientemente i vari luoghi visitati. Da vedere (muniti di buona pazienza) solo per completezza, se appassionati dell'opera di Meyer.

 

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"L’Europa, con tutta evidenza, non esiste. Essa non è né un continente né una cultura né un popolo né una storia. Essa non è definita né da una frontiera unica né da un destino o un sogno comune. Esistono in compenso degli europei, che però sfuggono quando si cerca di definire in modo più preciso i contorni." (Jacques Attali)

 

Meyer a Firenze (Europe in the raw, 1963)

 

F.P. 25/04/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 66'03")

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