Regia di A.T. White vedi scheda film
TFF 37 -AFTER HOURS
Quando Aubrey apprende della scomparsa della sua migliore amica, rimane sconvolta, ma accoglie la richiesta della madre della compagna, di recarsi in casa della vittima, per farsi carico di ciò che più le pare compatibile per rimanere in sintonia con la cara amica scomparsa.
Oltre all'emozione di riaffrontare i ricordi resi palpabili dagli oggetti che la casa custodisce, a prendersi cura della tartaruga dell'amica, la ragazza decide di fermarsi un po' in quell'ambiente tutto sommato familiare ed amichevole, finendo per assopirsi profondamente. Al suo risveglio, il mondo fuori si rivelerà sopraffatto da una sorta di glaciazione, e le strade del piccolo paese distrutte o devastate, quasi a rivelare gli effetti di una catastrofe mondiale occorsa durante il suo sonno profondo.
La ragazza scoprirà infine che, tramite una strana registrazione fornitale ex ante dall'amica scomparsa, e tramite una voce maschile che la guida tramite un messaggio in cuffia, che il pianeta è stato minacciato da una sorta di dimensione parallela con mostri riusciti a penetrare nella nostra realtà quotidiana, famelici e senza controllo, in procinto di distruggere ogni essere vivente.
Il primo, bizzarro, arrischiato lungometraggio a metà strada tra fantascienza e horror di A.T. White, possiede un incipit potente in grado di suggestionare lo spettatore, destabilizzarlo, e galvanizzarlo in modo da predisporlo verso un epilogo che tuttavia si dimostra così ingarbugliato ed indecifrabile, da risultare quasi insostenibile.
L'idea che fa da premessa alla vicenda, risulta infatti piuttosto valida. Il vero problema lo si affronta man mano che lo sviluppo della vicenda finisce per inciampare nella stessa cervellotica premessa di cui pare divenir succube. E in questo caso né gli sceneggiatori, né una adeguata tecnica di direzione, riescono ad intervenire per cercare di rendere più scorrevole un epilogo che diventa davvero complicato seguire senza lasciarsi spazientire o perdersi nella complessità di una matassa senza capo né coda.
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