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Volevo nascondermi

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Regia di Giorgio Diritti

Con Elio Germano, Oliver Johann Ewy, Leonardo Carrozzo, Pietro Traldi, Orietta Notari, Andrea Gherpelli, Gianni Fantoni, Denis Campitelli... Vedi cast completo

In streaming Fonte: JustWatch VEDI TUTTI (8)

Trama

Il racconto della vita di Antonio Ligabue, pittore naif e immaginifico che dipingeva tigri, gorilla, leoni e giaguari vivendo negli sconfinati pioppeti delle golene del Po. Una vita di durezze che è allo stesso tempo una fiaba: la storia di Toni, un bambino solo ed emarginato che, grazie all'incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati, trovò nella pittura una forma di riscatto per esprimersi e farsi amare dal mondo.

Approfondimento

VOLEVO NASCONDERMI: UNA FAVOLA NERA SULL'ESSERE DIVERSI

Diretto da Giorgio Diritti e sceneggiato dallo stesso con Tania Pedroni (con la collaborazione di Fredo Valla), Volevo nascondermi racconta la storia di Antonio Ligabue, pittore emarginato il cui desiderio è solo quello di essere amato. Toni, figlio di una emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un'infanzia e un'adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul fiume senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L'incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l'occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l'inizio di un riscatto in cui sente che l'arte è l'unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. "El Tudesc", come lo chiama la gente è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato. Diventerà il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari stando sulle sponde del Po. Sopraffatto da un regime che vuole "nascondere" i diversi e vittima delle sue angosce, viene rinchiuso in manicomio. Anche lì in breve riprende a dipingere. Più di tutti, Toni dipinge se stesso, come a confermare il suo desiderio di esistere al di là dei tanti rifiuti subiti fin dall'infanzia. L'uscita dall'Ospedale psichiatrico è il punto di svolta per un riscatto e un riconoscimento pubblico del suo talento. La fama gli consente di ostentare un raggiunto benessere e aprire il suo sguardo alla vita e ai sentimenti che sempre aveva represso. Le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l'intera collettività, il dono della sua diversità.

Con la direzione della fotografia di Matteo Cocco, le scenografie di Ludovica Ferrario, i costumi di Ursula Patzak e le musiche originali di Marco Biscarini e Daniele Furlati, Volevo nascondermi è stato così presentato dal regista in occasione della partecipazione in concorso al Festival di Berlino 2020: "Il film si ispira alla figura di Toni Ligabue (1899-1965). Toni nacque in Svizzera ebbe un'infanzia travagliata fino a quando, espulso e giunto in Italia, visse da reietto nei boschi fluviali della Bassa padana. Brutto, deforme, fu pittore primitivo che dopo la morte raggiunse fama mondiale. Nella sua immensa solitudine popolata da incubi, Ligabue percepiva energie invisibili e amplificava la realtà dei sensi dipingendo una giungla feroce, con tigri, leoni e gorilla. Nel farsi lui stesso animale, riconosceva energie superiori. Morte e vita pulsano nei suoi quadri".

"Volevo nascondermi - ha aggiunto Diritti - è anche una riflessione sul valore della diversità. Toni, definito allora e spesso anche oggi come matto, è stato soprattutto un bambino rifiutato più volte, nato con problemi fisici che lo hanno reso reietto, che hanno causato la sua emarginazione e probabilmente anche i suoi disturbi psichici. Un uomo capace però di esprimere, nella specificità dell'arte, un talento incredibile, un punto di vista sulla vita, forte e originale. Si è avvicinato alla pittura sprovvisto di ogni tecnica pittorica, senza conoscere Van Gogh e i Fauves a cui le sue opere sembrano in parte relazionarsi. I suoi quadri esprimono uno sguardo particolare sulla vita, la raccontano come una continua lotta per non soccombere e contengono un forte desiderio di riscatto. Le sue sculture non sono solo realistiche ma esprimono intense pulsioni vitali. I suoi autoritratti sono la fotografia del suo stato d’animo e nel suo volto, con piccoli mutamenti di espressione a ogni opera, gli occhi rivolti all'osservatore interrogano, chiedono un ascolto, un riconoscimento, un segno di affetto. Come per ogni uomo nella vita, è capitato anche a Toni di sentirsi inadeguato, sbagliato, sconfitto ed il primo istinto anche per lui in quei momenti è stato il desiderio di nascondersi, di uscire dal mondo. Rileggendo il percorso della sua vita, appare evidente quanto il suo essere visto come "diverso" sia l'origine di molte delle sue sofferenze ma anche il nucleo generativo della sua identità artistica e del suo successo. La storia di Toni Ligabue ha intrinsecamente un forte valore spettacolare per le straordinarie vicende che hanno caratterizzato la sua vita e offre inoltre, tramite il suo percorso, un'importante riflessione sul valore della "diversità". Ogni persona ha una specificità preziosa che, al di là delle apparenze, può essere un dono per l'intera collettività. "…se sono diverso da te vuol anche dire che posso darti qualcosa che tu non conosci…": questo ricordo di essermi sentito dire da un ragazzo disabile anni fa. Quella di Toni è una "favola amara" in cui costantemente emerge un grande attaccamento alla vita, la capacità di non mollare mai. Resiste alla solitudine, al freddo, alla fame vivendo per anni in una capanna sul fiume, supera tante umiliazioni, comprese le degenze in istituti rieducativi e in manicomi. La storia di Ligabue incanta e interroga, e mette di fronte alla apparente contraddizione tra una fisicità sgraziata, una mente velata da una moderata follia e un talento luminoso che a lungo rimane nascosto e che quando finalmente viene alla luce diventa uno straordinario elemento di costruzione dell'identità e l'occasione, sognata, attesa, cercata, di riscatto".

Ha poi concluso il regista: "Lo sviluppo narrativo della sceneggiatura esce dall'intenzione della semplice biografia di Antonio Ligabue per proporre un percorso narrativo che segue lo stato d'animo di Toni e fa delle emozioni che vive il perno portante del racconto, in un rapporto che offre allo spettatore un coinvolgimento più intimo e profondo. Pur in una dimensione di realismo e attinenza alla verità, il film vuol trasferire in sottotraccia la sensazione di "favola nera" che accompagna la vita di Toni e di cui lui stesso incarna, in un certo modo, i codici a partire dal vestire; nel modo di esprimersi, gesticolare, muoversi. Anche il mondo che lo circonda richiama gli archetipi della fiaba in cui si possono riconoscere figure esemplari come la matrigna e il padre "orco", il direttore del collegio, i ragazzi cattivi che lo prendono in giro, gli adulti che lo deridono. Una volta diventato adulto, poi, attorno a lui si muove un coro di personaggi – i paesani – perlopiù respingenti, alcuni surreali e fiabeschi a loro volta, ma in cui via via emergono alcune figure amiche che saranno fondamentali per il riscatto di Toni. Ligabue richiama anche alcune caratteristiche dei personaggi dei film di Chaplin che, in fondo come lui, sono in lotta per un posto al sole nella società".

Il cast

A dirigere Volevo nascondermi è Giorgio Diritti, regista e sceneggiatore italiano. Nato a Bologna nel 1959, ha mosso i primi passi nel mondo del cinema lavorando a fianco di autori come Pupi Avati e occupandosi del casting di varie pellicole girate in Emilia Romagna, come La voce della luna. Nel 2005 ha esordito… Vedi tutto

Trailer

Commenti (15) vedi tutti

  • anche io ho trovato il film eccessivamente lento

    commento di capfut
  • Elio Germano bravissimo, ma il film per me è troppo pesante, tutti questi avanti e indietro temporali, tutto questo crudele realismo nel rappresentare la pazzia di questo artista... Non fa per me e non ce l'ho fatta a finirlo.

    commento di Artemisia1593
  • Film Biografico abbastanza difficile da definire : ottima prova del Protagonista ma risulta assai strana la visione totale che pare prendere vie "più remunerative" direi ... !!! Mah,cosa strana questa ... ! voto.4.

    commento di chribio1
  • Fotografia fastidiossissima. Un inizio scopiettante di flash back flash forward che movimenta il film, poi si perde nel racconto crolologico.

    commento di sfrisolo
  • Troppo frammentato. Troppi avanti e indietro nel tempo e molte cose non vengono spiegate. Dal film sembra che Ligabue abbia vissuto da nababbo....

    commento di Aiace68
  • Volevo che non finisse mai...troppo bello!

    commento di GabryLed
  • Montaggio frammentato, asfissiante, specie nella prima parte. Scene troppo corte, flash back & forward che non fanno prendere giri al motore e lo imballano. Germano da solo non basta, men che meno circondato da un nulla attoriale che infastidisce

    commento di leporello
  • Ottima rappresentazione della vita di Ligabue, con un grande Elio Germano.

    leggi la recensione completa di Carlo Ceruti
  • Intendiamoci,un buon biopic che non si puo' discostare molto dalla realta' del personaggio,ma io che ho pure il filmTv con il grande Bucci non sono stupito per niente...nemmeno della prova (molto buona) di Germano.

    commento di ezio
  • Che Germano fosse molto bravo era noto ma qui supera se stesso!

    commento di nds
  • Per celebrare degnamente Antonio Ligabue una sorta di Van Gogh italiano occorreva produrre qualcosa di raffinato. Diritti, Cocco, Patzak e Germano nei rispettivi ruoli ci riescono appieno. Questo film è un'opera d'arte in movimento. Peccato solo per la sigla finale nel solito inglese che non c'entrava niente.

    commento di bombo1
  • L'immensa prova di immedesimazione dell'eclettico e talentuoso Elio Germano (giustamente premiato) si innesta su una sceneggiatura rarefatta in cui i silenzi la fanno da padrone, richiamando la solitudine del protagonista, senza riuscire però a trasmettere pienamente la sua caratura artistica e apparendo dunque monca.

    commento di Fanny Sally
  • Un artista, un uomo, un viaggio nella pazzia.

    leggi la recensione completa di siro17
  • Costa. Laccabue. Ligabue. Una vita in itinere. Due famiglie, nessun padre, tre cognomi, abbandoni e ritorni di madre. Fin da piccolo fissava per ore senza parlare i conigli. Imitava il suono e i movimenti di oche, galli e galline con cui amava indugiare nei pollai.

    leggi la recensione completa di gaiart
  • Giovanni Pascoli diceva: ‘C'è un bambino segreto in ognuno di noi, un bambino che ha brividi, lacrime e gioia tutte sue.’ Come non pensare ad Antonio Ligabue, il famoso pittore naif che aveva proprio dentro di sé questa fame di libertà e di allegria che splendeva nei colori più straordinari e più folli...

    leggi la recensione completa di robertoleoni
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Recensioni

La recensione più votata è positiva

Peppe Comune di Peppe Comune
8 stelle

Antonio Ligabue nacque a Zurigo il 18 dicembre del 1899. Dato presto ad una famiglia adottiva, Ligabue vive un’infanzia triste e dolorosa, contrassegnata dalla povertà e dall’emarginazione dal mondo. Le tragiche morti della madre Elisabetta Costa e dei tre fratelli, unite ad un corpo minato da malanni congeniti come il rachitismo e il gozzo, fanno il resto. Arrivato in Italia… leggi tutto

15 recensioni positive

Recensioni

La recensione più votata delle sufficienti

YellowBastard di YellowBastard
6 stelle

Nel 1977 veniva trasmessa alla Rai, in quella che all’epoca ancora si chiamava “sceneggiato”, il serial TV in tre puntate Ligabue per la regia di Salvatore Nocita, la storia biografica di Antonio Ligabue con la straordinaria interpretazione di Flavio Bucci nel ruolo del noto pittore Dato il successo ottenuto viene adattata anche un versione cinematografica che riuscì a… leggi tutto

6 recensioni sufficienti

Recensioni

La recensione più votata delle negative

Raffaele92 di Raffaele92
4 stelle

Il dialetto emiliano, il territorio e i suoi luoghi esibiti, la bravura sublime di Elio Germano. Ma è solo un esercizio di mimetismo, senza storia e senza pathos, che compie il peccato sacrilego di escludere in toto l’artista, la pittura, l’atto creativo. Giorgio Diritti, come un Ermanno Olmi privato di lirismo e sconforto, fa quello che sa fare meglio, ciò che ha… leggi tutto

1 recensioni negative

2023
2023

Recensione

Stanley64 di Stanley64
8 stelle

La storia di Antonio Ligabue viene raccontata da Giorgio Diritti senza cadere in cliche' e mettendo in luce quali siano state le sue diffcolta' a sopravvivere in un mondo che lo aveva relegato ai margini, in manicomio o in una casupola sulle rive del Po in preda all'ignoranza dei tempi. Viene da chiedersi quanti abbiano dovuto patire un destino ingrato per a volte innocue problematiche, tanto…

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lamettrie di lamettrie
9 stelle

Stupendo. Di una finezza psicologica, di una squisitezza estetica, di cui bisogna rendere atto a Diritti. Germano interpreta strepitosamente una parte difficilissima, come sempre quella di un malato psichiatrico. Del quale si mette in mostra l’impressionante, indicibile quota di dolore mentale. Per accenni rapidi ma chiarissimi, tutto l’immenso rifiuto subìto appare in chiara…

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Recensione
Utile per 2 utenti

Recensione

Sladkii di Sladkii
7 stelle

Visto ieri. a parte l'eccezionale interpretazione di Elio Germano che si conferma ancora una volta, insieme a Pierfrancesco Favino, il miglior attore italiano, anche la vita di Ligabue è un ottimo esempio di Redpill Ad un certo punto aveva soldi e aveva status, ma persino la vecchia cacciatrice di dote ne era disgustata se non poi cedere alla sua indole quando si rese conto di quanto…

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Recensione
Utile per 2 utenti
2022
2022

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berkaal di berkaal
7 stelle

Il film è indubbiamente valido, e l'interpretazione di Elio Germano è indiscutibilmente magistrale, la rassomiglianza con il pittore ha dell'incredibile, soprattutto considerando il vero aspetto dell'attore. Riconosciuti gli indubbi meriti dell'operazione, pare legittimo avanzare qualche osservazione. La vicenda è narrata attraverso una serie di bozzetti, di situazioni,…

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2021
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Carlo Ceruti di Carlo Ceruti
8 stelle

La vita di Antonio Ligabue, dall'infanzia povera e travagliata all'età adulta in cui, nonostante gli evidenti limiti cognitivi, riesci ad affermarsi come importante artista, fino al declino e alla morte in clinica. Diritti riesce a rappresentare in maniera degna e onesta la vita dell'artista Ligabue, il suo inferno interiore e l'incapacità di esprimersi 'normalmente' come gli altri…

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valentina_sugar di valentina_sugar
5 stelle

Be’, direi che a questo punto non ho più dubbi: non mi piace il cinema di Giorgio Diritti. Non mi piacciono le sue infinite inquadrature senza dialoghi, non mi piacciono le sue metafore molto immediate, non mi prende la pancia quello che dovrebbe essere un cinema di pancia, non mi interessa il suo naturalismo super costruito. Di questo film salvo solo Elio Germano. E come non…

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diomede917 di diomede917
7 stelle

  Orso d’oro a Berlino 2020 a Elio Germano come migliore attore, vincitore di 7 David  di Donatello. Questi premi sono il giusto e degno biglietto da visita di Volevo Nascondermi un film che ha fatto di tutto per non nascondersi al pubblico cinematografico, è forse il film che ha più sofferto della chiusura forzata delle sale cinematografiche per Covid e che spera…

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DAVID DI DONATELLO 2021

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Mulligan71 di Mulligan71
7 stelle

Che piaccia oppure no, qualunque film (o sceneggiato) che narri la vita del pittore e scultore Antonio Ligabue, deve misurarsi con lo sceneggiato RAI del 1977, tre episodi straordinari sorretti da un esemplare Flavio Bucci. Un po' come per il Pinocchio di Comencini che rimane sempre una spanna sopra i tanti (e vari) tentativi cinematografici sul personaggio di Collodi. "Volevo Nascondermi" ha…

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2020
2020

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mm40 di mm40
6 stelle

La drammatica e turbolenta vita del pittore Antonio Ligabue. Elio Germano all’ennesima potenza: se ancora esistono detrattori dell’attore romano, di fronte alla sua interpretazione in questo film non possono che arrendersi; non solo il Nostro è chiamato a un ruolo dall’altissimo coefficiente di difficoltà (e per il personaggio in sé, e per la durata del…

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20(e)venti(+20e+).

mck di mck

- In un decennio d'iscrizione a FilmTV.it ho mai pubblicato una classifica dei migliori film - fra quelli cui ho avuto l'opportunità di assistere - dell'anno passato: lo faccio in quest'occasione perché…

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Raffaele92 di Raffaele92
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Il dialetto emiliano, il territorio e i suoi luoghi esibiti, la bravura sublime di Elio Germano. Ma è solo un esercizio di mimetismo, senza storia e senza pathos, che compie il peccato sacrilego di escludere in toto l’artista, la pittura, l’atto creativo. Giorgio Diritti, come un Ermanno Olmi privato di lirismo e sconforto, fa quello che sa fare meglio, ciò che ha…

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nicepicture di nicepicture
6 stelle

C'è un'altra dimensione dell'essere .Iindividui come Ligabue sembrano vivere in un mondo parallelo dove la normalità aliena ti vive accanto. la percezione è diversa, per cui un uccello diventa    un'alterego, il desiderio negato il dolore  e il dolore il male e tutto diventa colore e forma. Da quanto tempo noi umani ci siamo distaccati dall'essenza…

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Recensione
Utile per 1 utenti

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siro17 di siro17
6 stelle

Molto acclamato questo film soprattutto per l'interpretazione di Germano, eccellente nel ruolo di Lagabue. Siamo d'accordo, Germano è calato perfettamente nella non facile parte di Ligabue riuscendo a raccontarci, più che l'artista, la deriva di un uomo nel tunnel della pazzia. Il film però non è agiografico, Diritti vuole sottolineare il contesto, fatto di rumori,…

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galaverna di galaverna
6 stelle

Riuscendo finalmente a recuperare la visione di "Volevo nascondermi" (uscito e subito ritirato in piena pandemia primaverile) devo dire che la sensazione è di un film riuscito solo in parte: se da un lato il racconto della vita del pittore Ligabue è fedele (con l'unico appunto di dare troppo poco spazio al periodo di iniziazione all'arte pittorica, ma d'altro canto in due ore non…

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labbro di labbro
8 stelle

Volevo nascondermi, e nascosto mi sono. Mi sono nascosto e mostrato , in quest’angolo buio a margine del quadro, rifugio dalla vita, e finestra spalancata sulla mia anima persa, a volerci guardare. Colori sparsi e verso di animale, questo è il solo modo che ho per parlarvi , per dirvi che pure io sono voi. Quel coniglio rachitico, quella tigre col gozzo, sono il pazzo ed il tedesco,…

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