La recensione su Soldado

di gerkota

9 stelle

Deciso ad arginare il continuo sconfinamento negli Stati Uniti d’America di disperati messicani in cerca di fortuna, il Governo a stelle e strisce estende all’immigrazione clandestina e al traffico di droga gestiti dai cartelli made in Estados Unidos Mexicanos, le rigide regole d’ingaggio riservate all’anti-terrorismo, quello perlopiù impegnato a combattere contro l’estremismo islamico. Il che significa dare praticamente carta bianca a forze speciali, a Cia, Fbi, Dea e mercenari vari - spesso in totale incognita - chiamate di volta in volta a ‘fare pulizia’ nelle più sporche situazioni. In azione entrano veri e propri soldati on demand che, per molto più di un pugno di dollari, rischiano la pelle soprassedendo sul particolare che nessuno mai ammetterà che lavorarono – nel caso la pelle ce la lasciassero – per la sicurezza nazionale.

Il regista romano Stefano Sollima (lo specialista di serie tv di successo quali Romanzo criminale e Gomorra e che sul grande schermo si fece apprezzare nel 2012 col crudo e convincente ACAB - All Cops Are Bastards) centra in pieno il bersaglio e dà il dovuto spessore al secondo capitolo di Sicario (bellissimo action del 2015 diretto dal canadese Denis Villeneuve). Nella costruzione in immagini della vicenda, Sollima dà l’impressione di aver perfettamente capito che per replicare il successo non occorrono stratagemmi o eccessiva originalità, ma è già molto restare nel solco stilistico cominciato dal suo predecessore e impiantarvi con sapienza le peculiarità distintive del proprio talento.

Il film, tuffato tra le onde dell’ottima colonna sonora della compositrice islandese Hildur Guðnadóttir - che si è consacrata quest’anno (2019) con le splendide musiche di Joker (di Todd Phillips) – beneficia anche di un montaggio serrato (Matthew Newman) che non dà spazio al rischio di ristagno del flusso narrativo. Il tutto valorizzato da una fotografia di alto livello firmata da Dariusz Wolski, negli ultimi sei anni circa nientepopodimeno che uno della squadra del maestro Ridley Scott.

In ultimo, ma non certo per importanza, è giusto parlare di due attori perlopiù infallibili, confermati da Sicario: Benicio del Toro e Josh Brolin: il primo (visto di recente in Avengers: Infinity War [Anthony e Joe Russo, 2018] nei panni dell’ex avvocato Alejandro Gillick, divenuto spietato sicario dopo che un boss messicano gli ha sterminato la famigliola; il secondo (pure lui in Avengers e anche nella puntata più recente della saga, Endgame [2019]) in quelli del trasandato e imperturbabile agente della Cia, Matt Graver.

Josh Brolin, Jeffrey Donovan, Benicio Del Toro

Nel cast sono inseriti, a bassissimo minutaggio e un tantino fuori ruolo, Catherine Keener (in Truman Capote - A sangue freddo, 2005) e Matthew Modine (in Ogni maledetta domenica, 1999), rispettivamente nei panni di due ‘pezzi grossi’ - una della Cia e l’altro della Casa Bianca - messi in difficoltà dall'inattesa piega degli eventi. Nota di merito per una giovanissima e grintosa Isabela Moner (vista in Transformers - L'ultimo cavaliere, di Michael Bay [2017]), nelle vesti della figlia di uno spietato capo-cartello, la quale è vittima delle circostanze ma che, in una situazione spaventosa (rapita in una classica operazione false flag), conserva la propria fierezza.