Keri for President

Dunque, ricapitolando. Nell’ultima puntata della seconda stagione di The Diplomat si scopre che dietro l’attentato che ha fatto 43 vittime tra uomini e donne della Royal Navy c’era la reazione spropositata, per motivi geopolitici, della vicepresidente Usa, il posto della quale, a questo punto, non dispiacerebbe alla nostra ambasciatrice americana nel Regno Unito, Kate Wyler (Keri Russell).

Ma la nuova stagione della serie comincia con le esequie del presidente, il cui decesso improvviso ha fatto saltare completamente il banco, e vicepresidente diventa il marito (ex, forse) di Kate, Hal Wyler (Rufus Sewell). Intanto i britannici scoprono di essere stati fregati, i russi se la ridono, Washington ribolle e la povera Kate, che non vuole rinunciare alla sua carriera diplomatica, decide di fingersi second lady pur restando ambasciatrice a Londra proprio mentre la storica “relazione speciale” raggiunge i minimi termini dai tempi della crisi del canale di Suez.

Amanti degli intrighi di spionaggio e/o politici, The Diplomat è roba vostra. Una serie a suo modo impeccabile, dove tutto è credibile, i riferimenti storici precisi (non ci crederete, ma ho scoperto che la lezione di geopolitica della vicepresidente Grace Penn davanti alla cartina viene mostrata così com’è in ambienti militari) e gli attori eccellenti, specie la protagonista Keri Russell (liberatela dal piccolo schermo!) e Rory Kinnear, il primo ministro britannico. A stridere è la saturazione delle sceneggiature di puntata che fanno di The Diplomat una serie “di parola”, parecchio verbosa, dove la trama è soprattutto quella da sventare, scoprire, interpretare e magari, finito l’episodio e in attesa di vedere il successivo, ricordare.

La serie tv