Questa miniserie in cinque episodi è lo sforzo più ambizioso nella carriera di Justin Kurzel, cineasta australiano autore di piccoli cult come l’esordio Snowtown o il recente The Order. Sulla base del romanzo omonimo di Richard Flanagan, Kurzel rievoca una delle pagine buie del suo paese, quella dei prigionieri di guerra australiani costretti dall’esercito giapponese a lavorare in condizioni disumane alla costruzione della ferrovia Thai-Burma durante la Seconda guerra mondiale. Nella sezione Special Gala della Berlinale 2025 vedemmo i primi due episodi, che ci erano sembrati molto “fisici”, come spesso accade nei film del regista (per esempio il suo Macbeth con Michael Fassbender e Marion Cotillard), incentrati soprattutto sulla passione che in diverse epoche anima l’esistenza del protagonista Dorrigo: quella virile, cameratesca, per i commilitoni da tenere in vita, lui medico di guerra; quella prettamente sessuale che infiamma i triangoli e le tresche giovanili, prima e subito dopo il conflitto; e quell’attaccamento alla vita della sua “terza età”, in cui ancora non disdegna i tradimenti mentre deve vedersela con le commissioni mediche disciplinari e gli incubi che lo tormentano di notte, riportandolo nella foresta.

Jacob Elordi
La strada stretta verso il profondo Nord (2025) Jacob Elordi

Col progredire delle puntate, tutte ora disponibili su TIMVision, diventa evidente come la linea narrativa “giovanile” (che ruota intorno al fascino magnetico di Odessa Young) sia alla fin fine quella meno decisiva, e la struttura (a vista, come le architetture in cui si ambienta la vicenda nel piano temporale contemporaneo, tutte pilastri scoperti, vetrate, spazi impersonali...) si costruisca sempre di più sulle sincronicità tra gli avvenimenti durante la prigionia in Giappone e il tempo presente, a volte con qualche meccanicità di troppo (in una sequenza di grande impatto, il giovane Dorrigo in guerra, con le fattezze di Jacob Elordi, sbaglia un intervento di amputazione di una gamba, e il Dorrigo “anziano”, ormai chirurgo affermato e interpretato dal dolente Ciarán Hinds, deve affrontare nello stesso episodio l’indagine per una libertà di troppo presosi in sala operatoria, e così via).

Jacob Elordi, Odessa Young
La strada stretta verso il profondo Nord (2025) Jacob Elordi, Odessa Young

Questo è perché Justin Kurzel non ha paura di prendere di petto il gonfio tono da mélo senile dell’intero apparato, anzi sembra quasi imbastire ogni sequenza come se fosse una scena madre, sia essa un dialogo di confronto tra i protagonisti “oggi” oppure una delle memorie di guerra: soprattutto nella sezione di prigionia, il regista tira fuori alcuni dei momenti più alti di tutta la sua produzione, in alcuni istanti sembra quasi di vedere la stilizzazione di un Koji Wakamatsu, con questi corpi perennemente seminudi che diventano via via delle creature della giungla, delle apparizioni fantasmatiche appartenenti a una dimensione sospesa, primordiale (sì, c’è anche molto Boorman, a ben vedere). E, alla fine, ti rendi conto di come tutte queste correlazioni tra passato e presente puntellino quella che è prima di tutto una sequela di addii, lunghi quanto un’intera vita.

Autore

Sergio Sozzo

Sergio Sozzo è il direttore editoriale di sentieriselvaggi.it. Ha pubblicato saggi su Stallone, Shyamalan, Lav Diaz, Schoedsack, Alice Rohrwacher, Corso Salani, Miyazaki. Ha curato e condotto trasmissioni sul cinema per radio e web tv. Tiene corsi sulla critica, sul giornalismo cinematografico, sulle culture digitali. È stato aiuto regista di Abel Ferrara per il documentario Piazza Vittorio.

La serie tv

locandina La strada stretta verso il profondo Nord

La strada stretta verso il profondo Nord

Drammatico - USA, Australia 2025 - durata 47’

Titolo originale: The Narrow Road to the Deep North

Con Jacob Elordi, Odessa Young, Ciarán Hinds, Thomas Weatherall, Simon Baker, Essie Davis

in streaming: su Timvision