Il film L’ombra del corvo, presentato alla Berlinale 2025, segna l’esordio nella fiction di Dylan Southern. Nasce dall’adattamento dell’opera letteraria Il dolore è una cosa con le piume. Al centro della narrazione, una famiglia composta da un padre e due figli piccoli, improvvisamente colpita da un lutto che stravolge la quotidianità.
Attraverso la figura immaginaria (o forse reale) di un corvo parlante, il film esplora il rapporto tra memoria, trauma e perdita. L’intento dichiarato del regista è quello di restituire l’impatto emotivo della materia originale, costruendo una grammatica visiva che si allontana dalla linearità e dalle convenzioni del dramma familiare.
Al cinema dal 20 novembre con Adler Entertainment.

Un nido in frantumi
Il film L’ombra del corvo si apre con la morte improvvisa della madre. Il Padre, identificato unicamente così, rimane solo con i due figli. L’evento innesca una trasformazione interiore che si manifesta anche sul piano percettivo e simbolico. In questo contesto fa la sua comparsa il Corvo, un’entità dalle caratteristiche ambigue, che si presenta come un ospite sgradito ma inevitabile.
L’arrivo del Corvo non è spiegato in modo razionale. La sua funzione narrativa sembra collocarsi tra quella di una proiezione mentale e quella di un personaggio fiabesco. La trama si articola in frammenti temporali e visivi che alternano scene della vita domestica a momenti immaginari o deformati dalla percezione soggettiva. L’effetto è quello di una struttura narrativa non cronologica, che segue la logica interiore dei personaggi più che quella degli eventi.
Padre, figli e un volatile disturbante
Il Padre, interpretato nel film L’ombra del corvo da Benedict Cumberbatch, è un uomo alle prese con una perdita improvvisa. Il personaggio appare isolato, disorientato, incapace di affrontare il vuoto lasciato dalla moglie. Lavora come scrittore, ma il suo rapporto con la parola sembra bloccato, come se il lutto avesse interrotto anche la capacità di narrare.
I due bambini, impersonati dai gemelli Henry e Richard Boxall, osservano e reagiscono agli eventi con un registro differente, a tratti giocoso, a tratti confuso. Il loro sguardo rappresenta un secondo punto di vista all’interno del film, spesso in contrasto o in dialogo con quello del padre.
Il Corvo, interpretato fisicamente da Eric Lampaert e doppiato in originale da David Thewlis, è una figura centrale, connotata da una forte ambivalenza. Può essere letto come una metafora del dolore, un alter ego del protagonista, o una creatura con funzione catartica. La sua estetica si ispira al lavoro della scultrice Nicola Hicks, e la sua realizzazione pratica ha privilegiato effetti fisici piuttosto che digitali.

Caos, memoria e linguaggio
Uno dei nuclei tematici del film L’ombra del corvo riguarda il lutto e le sue modalità di manifestazione. Nelle intenzioni del regista, L’ombra del corvo non adotta una rappresentazione tradizionale o didascalica della perdita, ma si concentra sull’esperienza soggettiva del dolore, sull’alterazione della percezione del tempo e dello spazio, sull’impossibilità di razionalizzare l’evento traumatico.
Altro aspetto affrontato è il rapporto tra immaginazione e sopravvivenza. La figura del corvo, che nasce all’interno della mente del protagonista o del suo universo familiare, funge da strumento di mediazione con la realtà. Questo elemento introduce nel film un registro che mescola dimensione fantastica e quotidianità, in modo non sempre definito o stabile.
Infine, emerge una riflessione sul linguaggio e sulla sua assenza. Il protagonista è un autore che non riesce più a scrivere. La comunicazione con i figli appare compromessa, e lo stesso Corvo si inserisce come voce “altra”, in grado di dire ciò che i personaggi non riescono a esprimere direttamente. Tale aspetto si lega anche a una più ampia considerazione sulle emozioni non elaborate, in particolare all’interno della figura paterna.
Un progetto narrativo ibrido
Nato da una collaborazione stretta tra l’autore del libro e il regista, il film L’ombra del corvo si propone di tradurre in linguaggio visivo una struttura letteraria considerata atipica. L’approccio alla messa in scena include elementi tratti dall’horror, dal cinema infantile e dal teatro visivo, con l’utilizzo di effetti pratici, disegni originali e un lavoro specifico sulla voce e sul suono.
Secondo le dichiarazioni di Southern, l’obiettivo non era riprodurre fedelmente il testo di partenza, ma creare un’opera autonoma che mantenesse il “cuore strano” del libro. In quest’ottica, L’ombra del corvo si colloca in una zona di confine tra cinema d’autore e racconto simbolico, tra realismo psicologico e suggestione fantastica.
L’ombra del corvo si presenta come un film che lavora sulla materia del dolore attraverso strumenti narrativi e visivi non convenzionali. Il progetto si distingue per la coesistenza di più registri – domestico, surreale, onirico – e per la centralità attribuita a una figura che sfugge a definizioni semplici: il corvo.
L’opera si colloca all’incrocio tra cinema e letteratura, infanzia e adultità, elaborazione del trauma e ricerca di un nuovo equilibrio. Senza indicare una soluzione o una direzione precisa, si limita a mostrare una condizione: quella di chi resta.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di L’ombra del corvo può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
L'ombra del corvo
Drammatico - Regno Unito 2025 - durata 98’
Titolo originale: The Thing with Feathers
Regia: Dylan Southern
Con Benedict Cumberbatch, David Thewlis, Sam Spruell, Jessie Cave, Leo Bill, Vinette Robinson
Al cinema: Uscita in Italia il 20/11/2025
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