L'immagine di copertina questa settimana è dedicata ad un film di GIANNI e PINOTTO. Il film è del 1953 e anche loro facevano ridere noi undicenni, seppur meno di Stanlio e Ollio o di Jerry Lewis e Dean Martin: A parte, naturalmente, i tanti comici italiani dell'epoca, non solo Totò.
Film "italiano" di Tyrone Power. Opportuna una seconda visione, se vorrò parlarne. Qualche aspetto interessante c'è e non mi riferisco prevalentemente alla partecipazione di ORSON WELLES.
Questo film "evoca", non "imita" IL MONELLO di Chaplin e mette comunque in luce la personalissima vena surreale del nostro "comico lunare". Inoltre in un ruolo fondamentale c'è una giovane grande attrice che avevo conosciuto solo un paio d'anni fa, LUISA ROSSI, al centro del drammatico "IL LUPO DELLA SILA"
Per me sono entrambi vicini al voto massimo e comunque "imperdibili".
Non è etichettato western solo perchè ambientato nelle pampas argentine ma chi ama il western non può mancare di vederlo. il protagonista avrebbe dovuto essere Tyrone Power (a 38 anni() e fu meglio così perché il trentenne Rory Calhoun si rivelò, sorprendentemente, l'interprete ideale di questo "grande gaucho", personaggio amante della libertà e vittima di tante soperchierie. Eccetto una: trovare casualmente sulla propria strada ... Gene Tierney.
M sembra di ricordare che Bud Abbott e Lou Costello non fossero particolarmente in forma rispetto ad altre loro pellicole; l'ho scelto ugualmente perche il dottor Jekill (e naturalmente Mr. Hyde) è Boris Karloff.
Pure il western "ufficiale" di questa settimana mi sembra una buona scoperta (solo due voti prima del mio):
breve durata - 73 minuti - ma storia attraente (ha qualcosa in comune con Mezzogiorno di fuoco), bel b/n che ci voleva in questa lista imperniata sugli anni cinquanta, finalmente un ruolo positivo per l'indimenticabile Hayden... e poi altri bravi attori tra cui l'ottimo Rod Taylor (benché il suo nome a scheda non compaia). Lo consiglio (anche ad Ezio).
La componente mélo è solo funzionale al noir della vicenda; la regia di Gentilomo mirabilmente ne fa avanzare gli sviluppi imprevedibili vissuti dai due personaggi ben resi da Marcello e Lea .... La trama a scheda è fuorviante (descrive solo l'inizio banalizzando il film).
Nell’aprile 1961, poche settimane prima di lasciarci, il mio carissimo Gary ricevette un Oscar alla carriera “per le sue numerose memorabili interpretazioni…”. Ebbene, fu memorabile (in un ruolo per lui inconsueto) anche in questo suo ultimo film che non fece in tempo a vedere. Si sarebbe piaciuto, ne sono certo.
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