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Love & rage

Regia di Morten Giese vedi scheda film

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La recensione su Love & rage

di mm40
5 stelle
Daniel è un adolescente molto dotato al piano, ma emotivamente fragile. Pierre, il suo insegnante al conservatorio, punta molto su di lui, ma quando finisce a letto con la madre di Daniel, vedova, il ragazzo si incupisce e trasmette il suo forte malessere anche alla fidanzata Sophie.
 

Vanvittig forelsket, traduzione letterale dal danese: Amore e rabbia, rappresenta l'esordio in lungometraggio dietro la macchina da presa per Morten Giese, montatore con oltre due decenni di esperienza nel cinema e già regista di un paio di corti e di qualche episodio di una serie tv locale. Giese, con una sceneggiatura scritta insieme a Kim Leona, costruisce un congegno di follia e tensione nel quale la narrazione procede a rilento, per subire un'impennata violenta nella mezzora finale. La tragedia di Daniel si consuma di pari passo con la sua stabilità mentale, compromessa già per motivi biologici (un padre suicida) e gravemente minata dalla mancanza di un sostegno psicologico a lui prossimo: la madre libertina e la fidanzata non troppo comprensiva sono giustificabili di fronte alle crisi del ragazzo, ma in fin dei conti è proprio per colpa del loro mancato sostegno che Daniel perde completamente la testa. Un circolo psicologico vizioso, di rapporti malati fin dalle loro basi, con una genitrice incapace di mantenere salda l'autorità e un altro adulto (l'insegnante Pierre) che è l'emblema della doppiezza, dell'inaffidabilità: dal punto di vista del giovane protagonista, il mondo dei grandi è una trappola, un luogo di frustrazioni e sofferenze che solo la frequentazione della coetanea fidanzata può aiutare a sopportare, o addirittura a evitare. Quando viene a mancare la fiducia in Sophie, ecco la tragedia, ecco la parte conclusiva della pellicola, davvero efficace e impressionanante (molto più della prima oretta, francamente qua e là perfino sonnolenta). Bravi i protagonisti: Cyron Melville, Sara Hjort, Charlotte Fich, Dejan Cukic; come debutto registico è senza dubbio un prodotto che lascia sperare nel futuro, anche se Giese dal 2009 è tornato a dedicarsi esclusivamente al montaggio. 5/10.

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