Regia di Enrica Viola vedi scheda film
La documentarista Enrica Viola parte dal suo Piemonte alla volta di Cuba, come a fine Ottocento fece Dino Pogolotti, emigrante italiano poco noto alle nostre latitudini ma notissimo all’Avana, per aver dato vita nel 1911 a un quartiere che ancora oggi porta il suo nome. Mi Pogolotti querido (Il mio amato Pogolotti) racconta – nella forma più classica del documentario – questo barrio (quartiere, appunto), mille case e un luogo unico, brulicante di vita e popolare, forte del proprio senso comunitario e della sua identità artistica e culturale. Il ritratto non dimentica Dino, passa attraverso tre generazioni sino alla nipote Graziella, ma la Saga dei Pogolotti è un pretesto per raccontare un pezzo di Cuba, per una volta non ideologico e restituito senza pregiudizi. La vivacità del barrio è contagiosa, la telecamera entra rispettosa nelle abitazioni. Si posa delicata sulle vite di un quartiere culturalmente molto ricco, pieno di tradizioni e di “santeria”. Qui si praticano ancora rituali antichi, si rievocano i tempi andati, si incontrano artisti famosi ed ex campioni sportivi, che per scelta hanno deciso di continuare a vivere in questo luogo proletario e insieme speciale. Enrica Viola riesce a trasferire in immagini tanta bellezza, a tradurre in sentimento questa periferia dell’Avana. E una partita a domino, giocata da quattro anziani del barrio, si trasforma in un’esperienza indimenticabile.
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