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Deadwood - Il film

Regia di Daniel Minahan vedi scheda film

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La recensione su Deadwood - Il film

di mck
9 stelle

Non c'è alternativa al futuro.

 

 

Dov'e quand'eravam rimasti.
Stagione 3 (12 ep., 2006): * * * * ½
- 1 - una Premessa: “Not a fucking word comes to print!”, disse il Re di Fiori.  
- 2.1 - una Promessa: “Can Cry at Will” (ep. 1-10)  
- 2.2 - una Promessa: “Can Cry at Will” (ep. 11-12)  

 


Intro.
In cima alle Black Hills, Calamity Jane osserva un'autunnale DeadWood, luogo d'uccisione e sepoltura di Wild Bill Hicock, in attesa della prima neve.

 

 

Prima, giunsero gli uomini che portarono le traversine sulle quali posarono le rotaie. Poi, arrivarono i treni, che trasportarono i pali per tendere le linee telefoniche.

 

 

CockSucker! 
100 epici minuti per, una dozzina d'anni dopo (tanto diegetici, 1889, quanto extra-diegetici, 2019), chiudere un'intera epopea: per raccontare la storia scritta da David Milch [“opera testamentaria” è una locuzione inflazionata e destituita di senso, ma mai come in questo caso - a causa della sindrome neurodegenerativa che ha colpito l'autore di “Hill Street”, “NYPD” e “Luck” (e di un episodio di “True Detective - 3”, così restituendo in parte il gran favore, ch'è il gesto che conta, fattogli da Nic Pizzolatto proprio per quest'occasione miliare) -, purtroppo, è giusta, corretta ed appropriata: poi chissà...] e messa in scena da Daniel Minahan (Series 7: the Contenders, Six Feet Under, the L Word, Big Love, Life on Mars, True Blood, Game of Thrones, the NewsRoom, Ray Donovan, House of Cards) in “DeadWood - the Movie” sarebbe occorsa una narrazione dal passo lungo che avrebbe avuto bisogno di più tempo (pause, respiri, assestamenti) e che quindi avrebbe dovuto svolgersi lungo tutto un arco narrativo corrispondente a una normale stagione seriale.

 

 

Così non è potuto essere. Ciò non è stato possibile far accadere. È successo altro, ed è avvenuto questo. Pace, e bene così.

 


Fotografia: David Klein. Montaggio: Erick Fefferman e Martin Nicholson. Musiche: Reinhold Heil e Johnny Klimek (quel finale con l'accordo sospeso, interrotto e non chiuso da una nota fantasma, "come" il repentino taglio a nero in "the Sopranos"...).

 

 

Michael Hurley - "Hog of the Forsaken" 

 

 

Un funerale.

 

 

Una nascita...

 

 

...e un matrimonio.

 

 

New Girl in Town.

 

 

Un reperto autografo.   
“...penso che pochi anni di separazione forniranno a ognuno di loro diverse opinioni su questo pasticcio chiamato "Amore". Scopriranno che si può vivere in questo vecchio mondo senza amore né casa di nessun tipo.”  
Calamity Jane - “Lettere alla Figlia (1877-1902)” - Mimesis, 2013

 


Due dialoghi.
Seth ad Al: “My job ain't to follow the law, Al. My job is to interpret it, then enforce it... accordingly.” 

 


Doc a Seth: “All bleeding stops eventually.”   

 

 

"Sempre il negretto davanti al grilletto."

 

 

Un bacio, attraverso gli anni, nonostante il tempo.

 

 

Un altro bacio, sulla soglia.

 


Uno dei perché voglio bene a David Milch:
- Pensi di essere nata per fare la puttana?
- Probabilmente non so fare altro.
- Quanto deve aver faticato il bastardo che ti ci ha fatto diventare per fartelo credere?

 


Outro.
Trixie e Al:
- “Our Father... which art in Heaven...”
- “Let Him... fucking... stay there.”     

 

 

Irremovibile, il rimorso dal passato morde e scava nel presente. Non resta altro da fare che rimanere in vita, ché, come dice il poeta, non c'è alternativa al futuro.        

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