Eva, film scritto e diretto da Emanuela Rossi, ruota attorno a una figura femminile isolata e ossessiva, sospesa tra impulso mistico e rifiuto radicale del contesto sociale. Il racconto si muove tra generi diversi – dal dramma al thriller, con elementi di fantascienza – e prende forma a partire da un gesto iniziale che attira l’attenzione delle autorità: l’incendio di un campo di girasoli. È il primo segnale di un distacco che non si limita al paesaggio ma attraversa profondamente anche la psiche della protagonista.
In anteprima al Torino Film Festival, sarà prossimamente al cinema.

Nel fuoco qualcosa inizia
Il personaggio centrale del film, Eva (interpretata da Carol Duarte), vive nei boschi, lontano dai centri abitati. Dopo essere arrestata per aver appiccato il fuoco a un campo, dichiara al commissario (interpretato da Antonio Gerardi) che lo ha fatto per proteggere i bambini, sostenendo di essere investita di una missione. Fa riferimento a una minaccia non specificata, evoca presenze celesti e si esprime con il tono di chi sente di rispondere a un ordine superiore.
Nel frattempo, in una zona rurale della provincia italiana, si moltiplicano le segnalazioni di bambini scomparsi. Le indagini iniziano a incrociarsi con la figura di Eva. I bambini sembrano attratti dalla sua presenza, ma non emergono elementi che indichino coercizione.
In parallelo, una sequenza ambientata in Cina introduce un ulteriore livello narrativo: una donna esasperata cerca risposte per la malattia della figlia. Il nesso tra i due contesti rimane inizialmente non esplicitato.
Margine e impulso
Eva è un personaggio solitario, estraneo ai codici della società. Ha scelto di vivere in modo nomade, dormendo all’aperto, abitando la natura, rifiutando le strutture del quotidiano. La regista la descrive come una figura che ha rotto con il mondo per ragioni non note, avviando un percorso personale che prende la forma di una “missione” rivolta all’infanzia.
Nelle parole della stessa autrice, nel film Eva è ossessionata dall’idea che i bambini siano in pericolo, e si considera incaricata di proteggerli. L’elemento religioso è centrale: Eva si percepisce come una sorta di figura visionaria, a tratti paragonata alla Giovanna d’Arco della tradizione cristiana. Questa visione guida le sue azioni, comprese quelle più radicali, che non vengono presentate nel film come né giustificabili né condannabili, ma come segnali di un trauma profondo e di una percezione distorta o alternativa della realtà.
Il suo rapporto con il cielo, con le luci blu che dice di vedere, e con un’entità non meglio identificata, lascia aperta l’interpretazione tra misticismo, delirio e fede individuale. La sua condizione psicologica è al centro della narrazione, senza etichettature né diagnosi.

Un’apertura possibile
Nel suo percorso, Eva entra in contatto con Giacomo (interpretato da Edoardo Pesce), un apicoltore che vive con il figlio Nicola (Tommaso Zoppi). Questo incontro apre una possibilità alternativa: una vita più stabile, immersa nella campagna, a contatto con le api – animali che Eva considera simbolicamente minacciati.
Il legame che si crea tra i tre personaggi nel film Eva non viene esplicitamente definito. Non si tratta né di una famiglia né di un gruppo: è piuttosto una zona di transizione, un momento in cui Eva sembra intravedere un’altra via. Ma il suo passato e la forza della sua “missione” restano presenti, interferendo con ogni possibilità di ritorno a un’esistenza condivisa.
Il rischio come condizione
Uno degli assi portanti del film Eva è la percezione del pericolo e la necessità, sentita come urgenza personale, di intervenire. La narrazione si costruisce intorno all’ambiguità di questo impulso: protezione e distruzione non sono in contrasto ma convivono.
L’infanzia, il trauma, la possibilità di redenzione e la frattura con la società sono temi che attraversano l’intero film. Non c’è una chiave di lettura univoca, e l’intenzione della regista, dichiarata nelle sue note, non è quella di prendere posizione morale, ma di interrogare il punto di rottura di una persona che ha smesso di riconoscersi nei parametri condivisi.
L’inserimento di elementi sci-fi e visioni apocalittiche rimanda a una condizione psichica disgregata, ma anche a una lettura metaforica del presente. Eva agisce in un mondo percepito come in declino, e risponde a questa percezione con un linguaggio che mescola ribellione e spiritualità.

Una donna oltre il punto di ritorno
Secondo la visione dell’autrice, Eva è una figura che ha varcato un confine irreversibile. Le sue azioni sono frutto di una scelta interiore, maturata in un tempo che il film non mostra ma che ne costituisce la base. L’irreversibilità non è solo narrativa, ma identitaria: Eva non può più tornare indietro, perché ha reciso il legame con il contesto da cui proveniva.
Il film Eva si muove attorno a questa rottura. Non per giudicarla, ma per osservarla da vicino. Il racconto di Eva non fornisce spiegazioni né soluzioni: mostra un’esistenza che si è spostata ai margini, e che lì trova il proprio senso.
Un percorso senza esito predefinito
Eva non chiude il suo discorso con una sintesi. La storia rimane aperta, ambigua, non risolta. Al centro, una figura femminile che si muove tra spinta salvifica e disgregazione, tra fede personale e isolamento. Le traiettorie del film si intrecciano senza convergere, suggerendo più che affermare.
Nel costruire questo percorso, il film si affida a una struttura che evita la classificazione rigida nei generi e sceglie invece di ibridare linguaggi e tonalità. L’intento dichiarato è raccontare una crisi, non necessariamente risolverla. Ed è da questa sospensione che la narrazione prende forma
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Evapuò essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Eva
Drammatico - Italia 2025 - durata 98’
Regia: Emanuela Rossi
Con Carol Duarte, Edoardo Pesce, Tommaso Zoppi, Antonio Gerardi, Giordano De Plano, Roberta Mattei

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