Laghat – Un sogno impossibile, film diretto da Michael Zampino e tratto dal libro Laghat, il cavallo normalmente diverso di Enrico Querci, affronta una vicenda ambientata nel mondo delle corse ippiche ma centrata su un percorso umano. La sceneggiatura, firmata dallo stesso Zampino insieme a Heidrun Schleef ed Enrico Querci, immagina l’incontro tra Andrea, un ex allievo fantino, e Laghat, un cavallo cieco ma in grado di gareggiare.
Il film si muove tra dramma e sport movie, utilizzando la pista da corsa come spazio simbolico più che competitivo. L’elemento agonistico non è al centro dell’azione, ma funzionale a un racconto che esplora relazioni familiari, fiducia reciproca e ricerca di identità.
In anteprima al Torino Film Festival, sarà al cinema dal 4 dicembre con Vertice 360.
Un cavallo senza vista, un ragazzo senza rotta
Andrea, interpretato nel film Laghat – Un sogno impossibile da Lorenzo Guidi, vive a stretto contatto con il padre Mario (Edoardo Pesce), antiquario e figura di riferimento rigida e direttiva. Il ragazzo ha abbandonato da tempo le corse, ma un incontro inaspettato con Tony (Hippolyte Girardot), suo ex allenatore, gli apre uno spiraglio. Per ripartire, però, deve accettare di montare Laghat, un cavallo cieco che altri fantini hanno scartato.
Andrea inizia così un percorso che lo riporta nei contesti dell’ippica, ma lo costringe anche a rivedere il proprio modo di agire e di stare al mondo. Non è una risalita lineare né priva di contrasti: le difficoltà del rapporto con Laghat si intrecciano alle tensioni familiari e a una nuova relazione con Giulia (Carlotta Antonelli), groom della scuderia.
Il cavallo, nel frattempo, diventa il catalizzatore di una trasformazione personale. Pur non potendo vedere, Laghat entra in connessione con Andrea attraverso altri canali, costringendolo a comunicare in modo diverso, non verbale, non tecnico, ma basato sull’ascolto e sull’adattamento reciproco.
Padri, maestri e figure da superare
Il rapporto tra Andrea e suo padre Mario è un asse narrativo rilevante del film Laghat – Un sogno impossibile. Mario esercita un controllo costante sulla vita del figlio, e questo legame influenza il modo in cui Andrea affronta ogni altra sfida. L’esperienza con Laghat può essere letta anche come un modo per rompere questa dipendenza e iniziare a costruire una propria autonomia, emotiva e professionale.
Allo stesso tempo, Tony rappresenta una figura più ambigua: non è più l’allenatore idealizzato del passato, ma un uomo che concede un’opportunità a condizione che venga accettata alle sue condizioni. La sua presenza fa da contrappunto alla figura paterna e alimenta la tensione tra fiducia guadagnata e fiducia concessa.
Giulia, groom della scuderia, non è solo interesse amoroso. La sua interazione con Andrea si sviluppa parallelamente al percorso con Laghat: è un punto d’equilibrio, un’alleata, forse la prima persona che vede Andrea per quello che è nel presente, non per ciò che è stato o dovrebbe diventare.

Una disabilità che impone un altro linguaggio
Laghat è un purosangue cieco che, nella realtà, ha gareggiato e vinto, sfidando le aspettative dell’ambiente ippico. Nel film Laghat – Un sogno impossibile, il cavallo viene rappresentato come un animale fuori standard, per il quale non esistono protocolli prestabiliti. Il legame che Andrea costruisce con lui non si fonda sull’addestramento tradizionale, ma sulla capacità di riconoscere segnali, ritmi, modalità di relazione alternative.
La disabilità di Laghat non è narrata in termini di limite assoluto, ma come un elemento che obbliga a ridefinire ruoli e competenze. Anche Andrea, in un certo senso, è un atleta “fuori norma”, non più allineato alle aspettative che lo circondano. Questo parallelismo tra cavallo e fantino guida l’intero impianto narrativo.
Identità, esclusione, possibilità
Tra i temi principali, il film Laghat – Un sogno impossibile tocca la disabilità, la pressione familiare, la seconda possibilità e il valore dell’ascolto. L’ippica, pur presente, non è trattata come semplice sport competitivo ma come ambiente codificato, in cui l’eccezione viene spesso rigettata. Laghat e Andrea sono due eccezioni: uno per natura, l’altro per storia personale.
Il contesto familiare, in particolare, è rappresentato come un luogo di tensione non risolta. Il padre Mario incarna una forma di autorità che pesa più delle sconfitte sportive. Andrea non cerca di vincere per dimostrare qualcosa al mondo, ma per ridefinire sé stesso in un sistema in cui non si riconosce più.
La relazione tra Andrea e Laghat, infine, mette in discussione la nozione stessa di prestazione. Non è solo una questione di correre, ma di trovare un proprio spazio di legittimità, in un mondo che tende a escludere ciò che non rientra negli standard.

Percorsi e riferimenti
L’itinerario narrativo di Andrea è stato accostato, nei materiali promozionali, a personaggi come Red Pollard (Seabiscuit) e a film come The Black Stallion o Tutti i battiti del mio cuore. In comune c’è il tema della trasformazione individuale attraverso una relazione non convenzionale. Tuttavia, Laghat – Un sogno impossibile inserisce questa dinamica in un contesto italiano, contemporaneo, dove il cavallo e il giovane condividono una condizione marginale piuttosto che essere complementari.
La sceneggiatura propone un’introspezione più che una narrazione di trionfo. La corsa diventa simbolica, la vittoria eventuale non rappresenta un riscatto universale ma un possibile punto di svolta personale.
Il movimento come forma di resistenza
Il film Laghat – Un sogno impossibile racconta una storia di movimento, non di arrivo. Un cavallo che corre senza vedere. Un ragazzo che cerca un modo per rimettersi in pista, pur non sapendo se ci sarà un traguardo.
Il lungometraggio si concentra su come due soggetti esclusi possano costruire un codice comune, lontano da quello imposto da famiglie, strutture sportive e ambienti sociali. Un racconto che parte dall’eccezione per osservare la norma da un altro punto di vista.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Laghat – Un sogno impossibilepuò essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Filmografia
Laghat - Un sogno impossibile
Drammatico - Italia 2025 - durata 105’
Regia: Michael Zampino
Con Lorenzo Guidi, Carlotta Antonelli, Stefano Macciocca, Edoardo Pesce, Hippolyte Girardot
Al cinema: Uscita in Italia il 04/12/2025


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