Il film Il protagonista, scritto e diretto da Fabrizio Benvenuto e prodotto da MG Production, prende come punto di partenza la storia di un giovane attore per interrogarsi su cosa accade quando i confini tra ruolo e identità personale iniziano a sfumare. Ambientato a Roma, in un contesto fatto di provini, attese e relazioni tese, il racconto si sviluppa attorno a una figura centrale che attraversa un processo di trasformazione interiore progressivo, legato alla propria professione ma anche al bisogno di riconoscimento.
In anteprima al Torino Film Festival, sarà prossimamente al cinema.

In sottrazione
Giancarlo Mangiapane, interpretato nel film Il protagonista da Pierluigi Gigante, ha trent’anni e un obiettivo chiaro: affermarsi come attore. L’assenza di ruoli significativi lo porta a portare la recitazione nella quotidianità, assumendo personaggi anche fuori dal set. L’arrivo di un provino importante per “Clochard”, un biopic su Gustavo Noradin, ex campione di tip-tap caduto in disgrazia negli anni ’50, rappresenta un momento di svolta.
La scoperta che anche il suo coinquilino è in lizza per la stessa parte innesca una dinamica di rivalità. Da quel momento, il percorso di immedesimazione nel ruolo inizia a condizionare le sue azioni quotidiane. La preparazione al provino assume toni estremi, fino a interferire con la propria percezione della realtà.
Giancarlo: il centro di una trasformazione
Il protagonista del film è presentato come un uomo che non distingue più tra finzione e verità. Il suo ricorso costante alla recitazione nella vita di tutti i giorni appare come un meccanismo per adattarsi o proteggersi. L’arrivo del provino accentua questa dinamica, portandolo a immergersi totalmente nella figura di Gustavo Noradin.
Il film mostra le sue interazioni con il mondo circostante – il coinquilino, la madre, la direttrice del casting – come elementi che si sovrappongono alla narrazione che Giancarlo sta costruendo su sé stesso. Il ruolo diventa così un’estensione della sua identità, rendendo difficile stabilire quando stia recitando e quando stia agendo in modo autentico.

Presenze laterali, tensioni interne
Accanto a Giancarlo nel film Il protagonista si muovono personaggi che contribuiscono a delineare il quadro psicologico della storia. Davide, il coinquilino, è interpretato da Alessio Lapice. La loro relazione sembra costruita sulla competizione, ma anche su un tacito confronto reciproco. Daniele, interpretato da Adriano Giannini, appare come una figura che incarna uno sguardo esterno sul percorso di Giancarlo, forse meno immerso nella dinamica performativa, ma con un ruolo non esplicitato fino in fondo.
Milena Giacopelli, interpretata da Morena Gentile, si inserisce come elemento femminile nel contesto del film, con una funzione narrativa che apre ad altre possibili letture del vissuto del protagonista, in particolare nel rapporto tra finzione e bisogno di contatto umano.
Il tema della maschera permanente
Il film Il protagonista si interroga sul significato della recitazione oltre il palcoscenico. Non si concentra tanto sulla professione dell’attore in sé, quanto su ciò che accade quando il bisogno di assumere ruoli diventa costante anche nella vita reale. Il percorso di Giancarlo mostra una dinamica dove l’interpretazione non è più un atto circoscritto a uno spazio o a un tempo, ma una modalità di esistere.
Il lavoro sulla sovrapposizione tra vita e performance sembra essere una delle chiavi narrative principali. L’identità personale, in questo contesto, non viene mai data come definita, ma come qualcosa che si modella continuamente nel tentativo di essere accettata o vista.

Dal sogno alla scomparsa di sé
Nelle note di regia, Fabrizio Benvenuto esplicita l’intenzione di raccontare il percorso di chi insegue un sogno fino a perdere di vista la spinta originaria che lo ha fatto nascere. L’interpretazione del personaggio da parte di Giancarlo non sembra più legata solo al desiderio di ottenere un ruolo, ma diventa una necessità per restare dentro una narrazione coerente con le proprie aspettative.
Questo processo ha come effetto il progressivo allontanamento dalla realtà, un tema che si estende anche a chiunque, nella propria esperienza, abbia attraversato momenti di crisi legati all’autodefinizione.
Il film come dispositivo speculare
La produzione definisce il film Il protagonista come un’opera che si propone di riflettere sul rapporto tra realtà e rappresentazione, tra maschere imposte e autenticità cercata. In questo senso, il cinema diventa il luogo simbolico in cui queste tensioni si esprimono. La scelta di girare in bianco e nero, la centralità del provino come rito di passaggio, e l’ambientazione urbana contemporanea concorrono a costruire un impianto visivo e narrativo che pone lo spettatore di fronte a domande sulla costruzione dell’identità nel tempo presente.
Il protagonista non offre una sintesi rassicurante. La storia si arresta dove la domanda sull’identità si fa più urgente: cosa resta quando la performance diventa l’unica forma possibile di espressione? Il film lascia aperta questa questione, scegliendo di non sciogliere il nodo tra sogno e disorientamento, tra ruolo e persona. È una narrazione che non chiude, ma rilancia il dubbio sul prezzo da pagare per il bisogno di riconoscimento.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Il protagonista può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Filmografia
Il protagonista
Drammatico - Italia 2025 - durata 95’
Regia: Fabrizio Benvenuto
Con Pierluigi Gigante, Alessio Lapice, Morena Gentile, Adriano Giannini

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