Con il film Resurrection, al cinema nel 2026 con I Wonder Pictures, Bi Gan firma un progetto concepito per attraversare cento anni di storia, articolato in sei racconti intrecciati da un unico filo narrativo: un’entità reincarnata in diverse epoche, progressivamente trasformata e privata dei sensi. Il film propone una struttura in cui narrazione, estetica e temporalità si fondono in un disegno che tiene insieme sogno, illusione e identità.


L’opera si presenta come un’esplorazione non lineare del tempo. Ogni segmento rappresenta una tappa in cui il protagonista assume una nuova forma, mentre una donna lo segue da lontano, o forse da vicino, in una relazione che non è mai pienamente esplicitata.


In anteprima italiana al Torino Film Festival.

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Resurrection (2025) scena

Un secolo in sei atti

La trama del film Resurrection si sviluppa come un percorso di reincarnazioni. Il protagonista, interpretato da Jackson Yee, attraversa cinque epoche, ognuna caratterizzata da un differente contesto estetico e narrativo. La sua trasformazione è scandita dalla perdita progressiva dei sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto.


In parallelo, una figura femminile interpretata da Shu Qi segue la sua traccia nel tempo, in ruoli che oscillano tra il reale e il simbolico. Ogni episodio adotta codici visivi riconducibili a stili cinematografici distinti, inserendosi in una dimensione che alterna riconoscibilità e astrazione.


Il lungometraggio non presenta una conclusione in senso classico. Il protagonista, svuotato di corporeità, sembra dissolversi in qualcosa di collettivo o impersonale. Il secolo, più che lo sfondo, diventa la materia stessa della narrazione.

L’uomo dalle cento vite

Il personaggio principale del film Resurrection è una figura che si trasforma in ogni capitolo, mantenendo però un legame sottile con la sua identità iniziale. Non viene presentato come un individuo con uno sviluppo psicologico lineare, ma come una presenza mutevole, attraversata dagli eventi e dai codici delle epoche che abita.


Ogni incarnazione corrisponde a un contesto visivo e narrativo differente, e ciascuna si associa a una perdita: il personaggio si svuota progressivamente di percezioni e di riferimenti. Il suo ruolo sembra essere quello di veicolo per un’esperienza più ampia, che tocca la dimensione storica, simbolica e sensoriale.

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Resurrection (2025) scena

Chi guarda, chi cerca

La figura femminile ricorre in diverse forme, mantenendo però una funzione riconoscibile: osservare, cercare, accompagnare. A differenza del protagonista, non cambia volto, ma resta ancorata a un’identità più definita. Questo crea un contrasto che si ripete nei vari episodi, configurando la donna come punto fermo in una narrazione soggetta a mutazioni continue.


Il suo ruolo nel film Resurrection sembra legato alla memoria e alla custodia di qualcosa che va oltre l’evento narrativo. La sua presenza conferisce continuità e suggerisce un legame emotivo o simbolico che attraversa le epoche, anche quando non viene dichiarato apertamente.

Un secolo come destino

Il film Resurrection lavora attorno a un’idea ampia di reincarnazione, non soltanto come concetto spirituale, ma come modalità narrativa. Ogni episodio riprende e trasforma elementi precedenti, creando un movimento ciclico in cui i temi si ripropongono in forme alterate.


La perdita – dei sensi, del corpo, della memoria – attraversa l’intera struttura. Ma più che come evento drammatico, è trattata come passaggio o mutazione. Il protagonista cambia, si svuota, si ricompone. Non si ricostruisce una singola identità, ma si esplora una pluralità di forme.


L’opera sembra porre anche una riflessione sull’identità collettiva, senza esplicitarla. L’entità che attraversa il secolo può essere letta come simbolo di un’esperienza condivisa, non ridotta a una singola biografia. Il tempo non viene rappresentato come sequenza cronologica, ma come stratificazione emotiva e visiva.

L’arte come dimora provvisoria

Nelle parole dello stesso Bi Gan, il film Resurrection è costruito come una casa abitata dallo spettatore. Il film non si propone come esposizione di eventi o tesi, ma come luogo da percorrere. Ogni segmento è concepito per essere vissuto più che spiegato, secondo una logica in cui la narrazione è in continua trasformazione.


Il lavoro non mira a una sintesi, ma a una molteplicità di sensazioni, visioni, riferimenti. Le tecniche cinematografiche – i generi, le citazioni, le estetiche – non sono utilizzate per evocare nostalgia, ma per indagare il modo in cui il linguaggio filmico può trasmettere esperienze complesse.


Resurrection
 si configura così come un esperimento narrativo sul rapporto tra tempo, percezione e identità. Non racconta il secolo: lo attraversa, lo frantuma, lo reimmagina.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Resurrection può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Resurrection

Resurrection

Fantascienza - Cina, Francia 2025 - durata 160’

Titolo originale: Kuang ye shi dai

Regia: Bi Gan

Con Shu Qi, Jackson Yee, Mark Chao, Yi Zhang, Lei Hao, Hong-Chi Lee