Il nuovo film di Nunzia De Stefano, Malavia, si inserisce in una linea narrativa che esplora il rapporto tra adolescenza, contesto urbano e legami familiari. Ambientato nella periferia di Napoli, il film segue la vicenda di Sasà, un ragazzo di tredici anni il cui desiderio di riscatto passa attraverso la musica e la relazione con la madre.
Scritto da De Stefano insieme a Giorgio Caruso e prodotto da Archimede con Rai Cinema, Malavia mette in scena una storia radicata nel vissuto quotidiano, con elementi che toccano tematiche sociali, culturali e intergenerazionali. Prossimamente al cinema con Fandango, dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma.

Sotto il cielo della periferia
Nel film Malavia, Sasà (Mattia Francesco Cozzolino) vive con la giovane madre Rusè in un quartiere periferico di Napoli. Orfano di padre, trascorre le giornate con due amici, Cira e Nicolas, condividendo con loro la passione per la musica rap. Il legame con la madre è centrale: intenso, a tratti esclusivo, e segnato da una forte dipendenza affettiva.
Il sogno di Sasà è quello di diventare un rapper professionista, con l’obiettivo dichiarato di migliorare le condizioni di vita della madre. L’incontro con Yodi, artista riconosciuto della scena rap partenopea, segna un passaggio decisivo nel suo percorso: Sasà compone il suo primo brano ispirato proprio a Rusè.
Tuttavia, l’impatto con la realtà del mondo musicale e con le dinamiche della strada porta a una brusca frenata. Di fronte agli ostacoli, Sasà sceglie un’altra via: entra nel circuito della microcriminalità per sostenere economicamente la madre, iniziando a spacciare droga nel cortile della scuola.
Un personaggio tra fragilità e reazione
Il percorso di Sasà si articola tra desideri, pressioni ambientali e responsabilità precoci. Il legame con la madre influenza profondamente le sue scelte, così come la percezione di dover rispondere a un bisogno familiare. La passione per la musica si intreccia con la necessità di trovare uno spazio di espressione personale, ma anche di riconoscimento sociale.
Dopo essere stato scoperto a spacciare, Sasà si trova a fronteggiare le conseguenze delle proprie azioni: il rischio di finire in una casa-famiglia e il peso del senso di colpa. Questo lo porta a un momento di crisi profonda. Un secondo incontro con Yodi diventa l’occasione per riconsiderare le proprie scelte e aprire una possibilità futura, senza garanzie, ma con un rinnovato tentativo di orientamento.

Relazioni verticali e tensioni emotive
Il film Malavia esplora il rapporto madre-figlio al centro della narrazione, presentandolo come dinamica complessa, segnata da un’oscillazione tra vicinanza e tensione. Rusè e Sasà condividono una quotidianità segnata dalla mancanza di riferimenti stabili e da un’affettività che a volte si manifesta come dipendenza reciproca. La regista dichiara di aver attinto a esperienze personali per costruire questa relazione, cercando di rappresentare una fascia adolescenziale in cui il confronto generazionale appare sempre più problematico.
La dinamica tra genitori e figli è proposta non come conflitto episodico, ma come condizione permanente, vissuta in un ambiente che amplifica ogni fragilità. L’attenzione va alle implicazioni psicologiche del legame affettivo, con uno sguardo focalizzato sull’adolescente e sulla sua percezione del mondo.
La musica rap tra espressione e contesto
Il rap non è solo una passione per Sasà, ma un codice identitario. Il film Malavia ambienta questa relazione nella scena napoletana, oggi segnata da un’evoluzione che ha sostituito il neomelodico con l’hip hop come principale riferimento giovanile.
Secondo le note di regia, De Stefano ha dialogato con esponenti dell’underground locale per comprendere meglio il ruolo della musica nei percorsi di crescita in aree socialmente svantaggiate. Il personaggio di Yodi incarna una visione del rap legata ai valori dell’old school: emancipazione, parola, possibilità di raccontarsi.
Malavia sembra interrogarsi su cosa significhi fare musica in un contesto segnato da urgenze materiali e influenze culturali spesso distorte. La musica diventa uno spazio ambivalente, tra aspirazione e rischio, tra possibilità e fraintendimento.

Adolescenza, disorientamento e rappresentazione
Attraverso la figura di Sasà, il film Malavia mette in scena una condizione giovanile in bilico. Il lungometraggio adotta il punto di vista dell’adolescente, cercando di restituire la complessità delle sue emozioni e delle sue scelte. L’obiettivo, secondo quanto dichiarato dalla regista, è restituire voce a un’età spesso travolta da pressioni sociali, messaggi contraddittori e aspettative precoci.
De Stefano, già attiva in progetti con finalità educative e culturali, inserisce la vicenda del protagonista all’interno di una rete di riferimenti concreti, che riguardano la scuola, il quartiere, le dinamiche familiari e i modelli culturali in circolazione. Il film si pone dunque come tentativo di rappresentazione di uno spaccato giovanile, con tutte le sue incertezze.
Uno sguardo costruito dall’interno
Malavia nasce da una scrittura condivisa e da una regia che parte da un’esperienza diretta del territorio. Nunzia De Stefano, cresciuta a Napoli e attiva nel cinema da oltre un decennio, rivendica l’esigenza di raccontare storie che le appartengano anche sul piano biografico.
Il film si inserisce nel filone delle narrazioni urbane italiane che mettono al centro le trasformazioni culturali e sociali delle periferie, evitando trattazioni astratte e privilegiando un punto di vista interno e relazionale. La scelta di far parlare i personaggi anche in dialetto napoletano rafforza l’ancoraggio territoriale dell’opera.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Malavia può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Filmografia
Malavia
Drammatico - Italia 2025 - durata 96’
Regia: Nunzia De Stefano
Con Mattia Francesco Cozzolino, Daniela De Vita, Junior Rodriguez, Francesca Gentile, Giuseppe "Peppoh" Sica, Ciro Esposito
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