Caravan, al cinema dal 7 agosto con Wanted, è il primo film di finzione diretto e scritto da Zuzana Kirchnerová, nome già noto nel mondo del cinema europeo grazie al corto premiato Bába (Cannes, Cinéfondation) e a un percorso autoriale consolidato nel documentario. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2025 e al Giffoni Film Festival 2025, il film nasce all’incrocio tra esperienza documentaria e finzione rigorosa, portando sullo schermo una storia essenziale che osserva da vicino i margini del vissuto quotidiano e familiare.

Anna Gaislerová
Caravan (2025) Anna Gaislerová

Un percorso spezzato, un legame da ricucire

Il film Caravan racconta il viaggio on the road di una madre e di suo figlio adolescente, David, che ha la sindrome di Down. Dopo una rottura familiare (non si insiste sul dettaglio, ma si lascia intendere una separazione profonda), i due si mettono in viaggio attraverso l’Europa dell’Est a bordo di una vecchia roulotte.


L’obiettivo è semplice e concreto: raggiungere un istituto dove David possa essere accolto e ricevere cure adeguate. Ma quel viaggio si trasforma, strada facendo, in qualcosa di più: un confronto tra due persone che non possono più evitare di guardarsi, ascoltarsi e decidere se restare insieme o lasciarsi andare.

Non ci sono svolte drammatiche, colpi di scena o grandi eventi. Il movimento avviene dentro gli sguardi, nei gesti minimi, nei silenzi prolungati. Il film costruisce così una narrazione fatta di stasi e tensione, dove ogni chilometro percorso aggiunge un grado di consapevolezza al rapporto tra i protagonisti.

Carne viva, non archetipi

Il cuore del film Caravan sono David e la madre, interpretati rispettivamente da David Vodstrčil, al suo debutto sullo schermo, e da Aňa Geislerová, una delle attrici più riconosciute del panorama ceco.

Vodstrčil, giovane atleta con sindrome di Down, selezionato tra oltre 150 candidati, porta sullo schermo una presenza autentica, priva di artifici. Non recita David: è David. Kirchnerová lavora con lui come con un co-autore invisibile, restituendogli capacità di agire in modo autonomo e dignità narrativa, evitando qualsiasi pietismo.


Geislerová, dal canto suo, costruisce una madre complessa, spesso spigolosa, combattuta tra senso del dovere e desiderio di fuga. La sua interpretazione è asciutta, trattenuta. La tensione tra amore e frustrazione, tra protezione e stanchezza, emerge attraverso micro-espressioni e scarti di voce.


Un terzo polo del film è rappresentato dal personaggio interpretato da Juliána Brutovská, che incarna una figura d’appoggio temporanea lungo il viaggio. Il suo ruolo è marginale ma non accessorio: incarna la società esterna che guarda, a volte aiuta, a volte si ritrae.

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Caravan (2025) scena

Tra documentario e finzione, corpo e identità

Il film Caravan non parla di disabilità. La disabilità non è il tema, ma il contesto. Caravan è soprattutto un’indagine sul legame tra madre e figlio, sulla possibilità o impossibilità di una relazione simmetrica quando i ruoli sembrano inesorabilmente sbilanciati. È anche un film sul corpo: il corpo che cambia, che si muove, che resiste. E sul diritto alla scelta: chi sceglie per chi? A che punto una madre può lasciar andare il figlio?


Zuzana Kirchnerová, forte della sua esperienza nel documentario, costruisce ogni scena con precisione osservativa. Non c’è mai giudizio, né spiegazione. Le inquadrature sono spesso fisse, i dialoghi ridotti al minimo, la narrazione ellittica. Tutto rimanda a una realtà che non cerca di essere spettacolarizzata ma semplicemente mostrata, con pudore e lucidità.

Un film europeo, un’opera collettiva

Caravan è una coproduzione internazionale che coinvolge MasterFilm (Repubblica Ceca), nutprodukcia (Slovacchia) e Tempesta (Italia). La presenza di queste tre realtà produttive garantisce al film una solidità industriale senza sacrificare la sua anima autoriale. Non a caso, il progetto è stato selezionato per il Torino Feature Lab, ha vinto premi di sviluppo come quello della Filmová Nadace ed è passato per il prestigioso L’Atelier del Festival di Cannes.


Il risultato è un film che parla una lingua cinematografica europea, capace di superare confini geografici e culturali, rimanendo però radicato nei territori che attraversa non solo fisicamente ma anche socialmente.


Caravan
non è un film da guardare per sentirsi migliori. Non è edificante, non è una storia di riscatto. È, più semplicemente, un film necessario. Perché mostra una parte di realtà che spesso viene ignorata o manipolata, e lo fa con uno sguardo limpido, umano, rispettoso. Kirchnerová costruisce un’opera che non cerca mai la commozione facile, ma invita lo spettatore a restare. A guardare. E forse, a capire un po’ di più cosa significa condividere il viaggio.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Caravan

Caravan

Drammatico - Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia 2025 - durata 92’

Titolo originale: Karavan

Regia: Zuzana Kirchnerová

Con Anna Gaislerová, Juliana Brutovská

Al cinema: Uscita in Italia il 07/08/2025