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Cannes 2014: Giorno 6
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Dopo che la proiezione di Maps to the Stars ha scombinato le previsioni del toto-Palma, balzando tra i titoli più papabili alla vittoria finale (per Cronenberg sarebbe il primo premio rimediato sulla Croisette), il Festival di Cannes mostra oggi in concorso due dei titoli chiamati a rimischiare le carte: Two Days, One Night dei fratelli Dardenne e Still the Water della regista giapponese Naomi Kawase, due opere che condividono l’intimismo di fondo.

Occhi puntati anche sul Fuori Concorso, dove fa la comparsa Coming Home di Zhang Yimou, e al Certain Regard che offre Lost River, l’ipnotica opera prima diretta dall’attore Ryan Gosling. Ciliegina sulla torta, la Quinzaine svela Queen and Country di John Boorman e Whiplash di Damien Chazelle, il vincitore dell’ultimo Sundance Festival.

 

Ecco il programma della giornata:

CONCORSO

TWO DAYS, ONE NIGHT

I fratelli belgi Dardenne hanno già alle spalle due Palme d’Oro, conquistate grazie a Rosetta nel 1999 e a L’Enfant nel 2005. Non paghi, provano a conquistarne una terza con la storia di un’operaia licenziata che nell’arco di due giorni e una notte (come recita il titolo) tenta di riconquistare il proprio posto di lavoro chiedendo ai suoi colleghi di rinunciare a un bonus di mille euro. Con protagonista Marion Cotillard, i Dardenne descrivono così la loro ultima fatica: «Il nostro film trova le premesse nella crisi economica e sociale che l’Europa sta attraversando. Era da diversi anni che pensavamo di realizzare un’opera su una persona che sta per essere licenziata con l’accordo della maggioranza dei suoi colleghi. Two Days, One Night è nato quando abbiamo immaginato i personaggi di Sandra e Manu, coppia unita anche nelle avversità».

Two Days, One Night (2014): Teaser ufficiale

 

STILL THE WATER

Camera d’Or nel 1997, Grand Prix speciale della giuria nel 2007 e membro della giuria nel 2013, Naomi Kawase deve molto al Festival di Cannes. Sebbene le premesse del suo lungometraggio siano da ascrivere al giallo, la regista tende a sottolineare come la storia sia in realtà solo un mezzo per rendere omaggio ad Amami, paradiso subtropicale di cui erano originari i suoi antenati: «Ad Amami, il confine tra vita e morte rimane poco chiaro e vincolato agli dèi della natura, dèi silenziosi che possono facilmente essere eliminati in nome dello "sviluppo", lasciando alle generazioni future il peso di conseguenze dolorose. Ed è intorno al tema dell'assassino degli dèi che ho costruito la spina dorsale di Still the Water. Vorrei che chiunque si rendesse conto che gli uomini non sono al centro di ogni cosa ma fanno parte del ciclo della natura, un immenso ciclo fatto di essenza divina».

Still the Water (2014): Clip 1 | CANNES 2014

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FUORI CONCORSO

COMING HOME

Nonostante non si sapesse nulla di lui dal maggio del 2013 a causa dell’infrazione della cosiddetta “legge sul figlio unico” che stupidamente continua ad esistere in Cina, Zhang Yimou ha diretto un nuovo film che si discosta di molto dai suoi recenti wuxia o dall’ultima opera dal sapore hollywoodiano. Con due soli grandi protagonisti in scena, Yimou si basa su un romanzo di Yan Geling e ci racconta di un amore che resiste alle insidie del tempo, al carcere e alla memoria: «Coming Home è una love story sulla gioia e sulla tristezza, così come sulla separazione e sul ricongiungimento. Ho usato la fine del romanzo di Geling e sono partito dal ritorno del protagonista a casa per delineare una nuova linea narrativa e approfondire altre sfumature. È difficile fare un film come Coming Home: questo tipo di opere si realizzano sono quando si è in piena serenità, senza pensare ai benefici o ai profitti. Si tratta di un mio ritorno a uno stato d’animo che avevo perso nel tempo e alla mia più vecchia creatività, fatta in primo luogo di emozioni».

Coming Home (2014): Trailer ufficiale | Cannes 2014

 

LES GENS DU MONDE

Il francese Yves Jeuland è conosciuto soprattutto per il lavoro da documentarista e giornalista per la televisione d’Oltralpe, realizzando lungometraggi e servizi spesso premiati nei vari festival del mondo. Scopo del suo nuovo lavoro è quello di seguire le elezioni presidenziali e la campagna elettorale francese del 2012 attraverso quello che accade nella redazione politica del quotidiano Le Monde. Un’esperienza tutt’altro che semplice e che lo stesso Jeuland racconta così: «Abituato a filmare direttamente i politici, mi sono ritrovato di fronte al variegato numero di persone della redazione politica del quotidiano, non tutti necessariamente d’accordo sulla mia presenza. Non è stato per nulla semplice: in molti mi hanno negato la possibilità di essere ripresi. Tuttavia, durante le riunioni di redazione, nessuno mi ha espressamente chiesto di non comparire nelle immagini».

 

Les gens du Monde (2014): Trailer Cannes 2014

GERONIMO

Cineasta sulla scena dal lontano 1975, Tony Gatlif torna al lungometraggio di finzione dopo il fortunato documentario Indignados, presentato nel 2012 alla Berlinale.  Facendo leva su una società multirazziale e multiculturale che mischia turchi, francesi e gitani, e su antiche tradizioni ancestrali, Geronimo ha per protagonista un’educatrice che suo malgrado finisce per ritrovarsi al centro di una faida familiare e si affida a un cast di non professionisti guidati dalla maestria di Celine Sallette. «Ho sempre scavato nella mia storia personale per trovare i soggetti dei miei film. In tutti, ci sono dei gitani e in questo vi è anche la figura di un’educatrice in memoria di tutti gli educatori di strada che ho incontrato nella mia adolescenza. Per undici anni ho anche vissuto nei sobborghi di Algeri e conosco bene come funzionano i matrimoni combinati: mio fratello stesso è scappato nei boschi per fuggire da nozze che non desiderava. Il prossimo a sposarsi, secondo i miei genitori, avrei dovuto essere io. Questo è il motivo per cui fuggii di casa e arrivai in Francia».

Geronimo (2014): Trailer Cannes 2014

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UN CERTAIN REGARD

TITLI

Il cinema di Bollywood sbarca a Cannes grazie all’opera prima di Kanu Behl. Documentarista che ha già prodotto documentari per le televisioni giapponese, tedesca e francese, Behl ha alle spalle un inizio di carriera da sceneggiatore, una dote tornatagli utile per scrivere il soggetto, definito molto personale, del suo film: «Titli viene da un’esperienza molto personale e, in particolar modo, dal complicato rapporto che crescendo ho avuto con mio padre. Ho sempre cercato di liberarmi dal giogo delle sue imposizioni e ciò mi ha portato a lasciar casa e a far di testa mia. Con il passare degli anni, però, mi sono reso conto che l’ossessione di voler essere a tutti i costi diverso da lui mi stava portando nel profondo ad essere uguale a lui».

Titli (2014): Trailer Cannes 2014

 

LOST RIVER

Con un occhio a Refn e uno a Cianfrance, l’attore Ryan Gosling esordisce alla regia con un lungometraggio a tratti onirico e metafisico. Nel raccontare la storia della madre single Billy e della sua discesa in un mondo macabro e buio, Gosling non nasconde i suoi modelli di ispirazione: «Per molti aspetti, il mio film è un regalo ai registi con cui ho avuto la possibilità di lavorare negli ultimi anni. Come attore, sono profondamente legato alla realtà di Cianfrance e alla fantasia di Refn. Ho oscillato tra i loro due estremi con sensibilità: come regista, mi vedo esattamente da qualche parte tra i loro due tipi di cinema. Inoltre, sono stato ispirato dalla città di Detroit e dalla sua decadenza».

Lost River (2014): Clip 1 | CANNES 2014

 

IL SALE DELLA TERRA

In attesa che il suo nuovo lavoro di fiction veda la luce, Wim Wenders ha unito le sue forze a quelle del parigino (ma di origini brasiliane) Juliano Ribeiro Salgado per raccontare il mondo delle fotografie di Sebastião Salgado e della sua attenzione nei confronti dei Paesi sottosviluppati, Africa in primis. «Ho conosciuto Salgado quasi 25 anni fa. Ho acquistato due sue stampe, che mi hanno colpito e mi hanno commosso. Stanno ancora adesso appese sopra alla mia scrivania. Ispirato da questi suoi due lavori, ho visto una mostra intitolata At Work e da allora sono un ammiratore incondizionato del suo operato, anche se l’ho incontrato di persona solo cinque o sei anni fa».

Il sale della terra (2014): Clip 1 | CANNES 2014

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QUINZAINE

QUEEN AND COUNTRY

A 13 anni da Il sarto di Panama, l’inglese John Boorman torna dietro la macchina da presa per realizzare una sorta di seguito ideale di Anni ’40, pellicola basata sui ricordi d’infanzia dello stesso regista. A spiegarne la genesi sono le note di regia: «Queen and Country è ambientato nel 1952, nove anni dopo Anni ’40 e periodo nel quale io ero diciottenne e prestavo due anni di servizio militare. Molti dei personaggi della storia sono ispirati a persone che ho realmente conosciuto allora e alla mia stessa famiglia. Tutti gli eventi più importanti descritti nel film sono accaduti così come sono rappresentati.  La relazione tra i ricordi e la fantasia è però un territorio misterioso».

Queen and Country (2014): Clip 1 | CANNES 2014

 

WHIPLASH

L’opera seconda di Damien Chazelle si presenta a Cannes con un importante biglietto da visita: ha infatti già vinto il premio del pubblico e della critica al Sundance Festival 2014, rivelandosi una vera sorpresa. Raccontando la formazione, i sacrifici e le sofferenze (anche fisiche) di un giovane batterista, Whiplash vine così presentato dal regista: «Ci sono tanti film sulla gioia della musica. Ma, da giovane batterista di un’orchestra del conservatorio, ho conosciuto un’emozione che frequentemente mi attanagliava:  la paura. La paura di sbagliare un colpo. La paura di perdere tempo. La paura del direttore d’orchestra. Con Whiplash ho voluto fare un film sulla musica che somigliasse a un film di guerra o di gangster: gli strumenti sostituiscono le armi, le parole diventano violente come pistole e l’azione si svolge in una sala prove o su un palco».

Miles Teller, J.K. Simmons

Whiplash (2014): Miles Teller, J.K. Simmons

 

TU DORS NICOLE

Stéphane Lafleur è un regista, montatore e musicista canadese, con alle spalle due lungometraggi (uno presentato a Venezia e uno a Berlino). Dopo aver lavorato al montaggio di Monsieur Lazhar e Le Démantèlement, è tornato dietro alla macchina da presa per osservare con un umorismo il passaggio all’età adulta di una ventiduenne e le infinità possibilità che ha davanti.

Tu dors Nicole (2014): Trailer Cannes 2014

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SEMAINE

HOPE

Dopo le esperienze da documentarista, Boris Lojkine esordisce nella fiction con una storia di stretta attualità che racconta di migranti africani ed è interpretata da attori non professionisti. Racconta Lojkine: «Dopo dieci anni di studi filosofici, mi sono avvicinato al cinema con il mondo dei documentari. Per me, il cinema era un modo per lasciarmi i libri alle spalle e immergermi nella realtà, scoprendo esistenze diverse dalla mia e più intense ed eroiche. Per quanto ne so, il mondo delle migrazioni non è mai stato descritto dall’interno. È un universo terribile ma affascinante, un mondo sotterraneo con regole proprie da rispettare».  

Hope (2014): Clip 1 | CANNES 2014

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