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Macchia Mediterranea ( Operazione Corkscrew, 1943 - 2014 )
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Macchia Mediterranea ( Operazione Corkscrew, 1943 - 2014 )

"Ma lei, lo sa chi sono io ? ".

Antonio pensava che non si sarebbe mai abituato a quell'accento, ma una cosa era certa, l'omino gli stava simpatico, gli era stato simpatico sin dalla prima volta che l'aveva visto e gli aveva parlato, il giorno stesso in cui era arrivato e proprio lui, Antonio, era stato incaricato dalla locale direzione mandataria di accompagnarlo per il Campo, fargli comprendere la geografia e la dislocazione degli edifici ( dormitori, docce, cucine, sale comuni, casematte di lavoro ) e spiegargli per bene le poche regole e le semplici norme fondamentali : ognuno degli ospiti temporanei della struttura, dopo un periodo di ambientazione, riceveva a sua volta l'incarico di occuparsi a turno dei nuovi arrivati per la durata della loro fase di acclimatamento : era un piccolo ma utile e significativo modo di sentirsi ed essere importanti ( tutti gli ospiti, una volta sbarcati, o atterrati, indipendentemente dalla durata del soggiorno comminatagli, avevano le stesse mansioni comuni da svolgere), in questo caso non rispetto al fine ultimo della struttura, ma riguardo all'anatomia gestionale della struttura interna stessa, più intima e famigliare.

L'omino --- mentalmente continuava a pensare e riferirsi a lui con questo termine riconoscitivo, anche se di fatto e di norma si rivolgeva al suo 'protetto' chiamandolo col nome di battesimo, com'era d'uso al Campo fare con tutti, guardie e ladri, gestori e ospiti, indigeni e visitatori : "l'omino", quindi, non certo solo perché come a tutti i nuovi ospiti, durante il loro stadio di adattamento, che durava per il brevissimo lasso di tempo di una settimana, era impedito di rivelare il loro proprio nome ( un residuo del disavanzo morale ripescato - grazie alla generalizzata dimenticanza spinta che permeava il paese da molto tempo prima del Cambio e che ancora oggi lo influenzava, in un certo qual modo e a vari livelli, anche adesso, durante la messa in sce...hm...in pratica del Cambio stesso - direttamente da un vecchio libro di testo - un relitto arruginito ma ancora pericoloso appartenente al precedente, vecchio ventennio di un secolo prima, non certo a quello appena trascorso, che in quanto a legislazione non s'era mica sicuramente distinto per lungimiranza e nemmanco per perspicaca a breve termine - che il nuovo Governatore dell'isola ( l'isola più grande, a nord, quella che gli autoctoni chiamavano il Continente ) doveva aver trovato in qualche libreria ammuffita ''temporalmente'' ma ben conservata materialmente dal clima secco tra scirocco e libeccio e reputato di suo gusto e subito applicato grazie alle nuove leggi speciali di gestione regionale delle emergenze di cui disponeva ), ma in un certo qual modo paradossale al quadrato - per via della riconoscibilità spinta della persona in questione ( due orecchie enormi per una testa ed un corpo così minuto ) - proprio perché questa era la definizione che più gli si adattava e gli cascava bene addosso : omino : un simpatico, buffo, tenero, dolce, batuffoloso e roseo vecchietto --- in questo caso non si stava rivolgendo a lui, Antonio, ma ad un addetto alla distribuzione del rancio, un nuovissimo arrivo : ma non un arrivo della loro 'specie', questo apparteneva a quelli che arrivavano da lontano...da sud, da ovest, e da est, ma soprattutto, generalmente, da sud...ch'erano poi la ragione stessa dell'esistenza del Campo, il motivo per cui loro tutti, i buoni e i cattivi, si trovavano lì, a Campo...Bello, tra l'aeroporto e Bagno dell'Acqua-Specchio di Venere, la scogliera e la gariga, tra le macchie di corbezzolo e rosmarino, il dedalo di Pini d'Aleppo e Marittimi.

"Ma tu, lo sai chi sono io ? ".

Antonio per un momento non riuscì a capire se l'omino avesse ripetuto la frase, di fronte all'impassibilità curiosa del suo interlocutore silenzioso col mestolo in mano ( mestolo vuoto, dato che la razione di zuppa che spettava all'omino come a tutti era già stata riversata nella sua scodella ), oppure se fosse stato lui stesso a reimmaginarla e riviverla nella propria mente, tanto topica e retorica e fantastica quell'asserzione interrogativa-imperativa parve alle sue orecchie.

Sfuggì ad Antonio il passaggio dal lei al tu.
Non al mestolatore, però, che sembrava or'accingersi ad alzarlo in aria, il suo mestolo vuoto e sgocciolante...
Antonio pensò fosse il momento d'intervenire, in fondo questo era il compito di ogni buon cittadino ripristinato, ora denominato ( dopo l'egira dei nuovi granducati, le vecchie province ) cittadino modello recuperato, perciò prese voglia e coraggio e tornò indietro ripercorrendo i passi lungo la fila dietro ai banconi della distribuzione del cibo...
Intanto la luce del sole di mezzogiorno esplodeva riflessa dal similare giallo cadmio delle rocce e delle costruzioni là fuori attraverso i grandi finestroni della sala mensa, e l'omino fermo lì, ad aspettare cosa, un bollicine in flûte ? E il mestolatore s'accingev'a fare cosa, estrarre da sotto il bancone un cavatappi per conficcarlo in testa all'omino ? Quand'ecco che il dispensatore di zuppa, di mestolate, di cavatappate, di...massime ?, parla :
<< " Vous, ne savez pas qui je suis " ? N'est-ce pas ? Mmammifacciailppiaccerre ! >>.

Beh, pensavo peggio, pensa Antonio, smarrito, e del tutto vinto dalla meraviglia, e la tensione nell'aria guadagna le quinte, accompagnata dall'eco della battuta Principesca pronunciata con un marcato accento francese.
Ecco che l'unico che avrebbe mai potuto ( e potrebbe ) battere Berlusconi, l'unico che avrebbe mai potutto batterlo ( beh, a parte Prodi, certo ) si palesa incarnato 47 ( morto che parla ) anni dopo la sua entrata nell'empireo in un corpo alto due metri e molto abbronzato, come l'avrebbe definito da lì a poco l'omino, Antonio poteva scommetterci, tentando una contro-risposta inutilmente ri-appacificatoria dato lo stallo raggiunto che poteva andare bene a tutti : Totò !!!

Totò che, partendo ben custodito nelle sinapsi del nostro viaggiatore-mestolatore per necessità e migrante-ospite per forza modellate da chissà quali pixel arrivati in quel luogo di partenza lontano lontano tra Dakar e Bamako in chissà quale modo ( RaiSat, Mediaset, una conferenza di Terrence Malick sul Principe suo omonimo Antonio De Curtis tenutasi al Festival di Mboro ) da un paese della fascia sub-equatoriale africana affacciato sull'atlantico, ha dapprima attraversato tutto il deserto di riarse rocce e sabbia infinita, gelidi miraggi e dune mutevoli del Sahara e poi tutto il deserto altrettanto arido e ribollente, e poi freddo e profondo e nero e poi più nulla della distesa d'acqua salata del Mediterraneo, per approdare infine proprio...
E ora che vuole quello ?

La situazione era già risolta, era tranquilla, adesso, e cristo, persino l'omino...si insomma, Berlusconi, s'era zittito di fronte a cotanta luminosa chiarezza espositiva... e ora, che diavolo voleva D'Alema  ?
Si, perché pure Massimo è arrivato lo stesso giorno di Silvio, qui al Campo, ma per fortuna è toccato in custodia a quel fetuso alloctono di Elia, e non a me, pensa Antonio.

Il Mestolatore Senegalese ha appena riposto il mestolo vuoto, l'omino brianzolo accenna un sorriso che pare disegnato con l'eye-liner, D'Alema mugellato arriva da dietro ( si evince palese l'assenza totale di qualsivoglia mafioso : ma ormai nessuno si chiede più al Campo perché mai tra i tanti ospiti non s'è mai, mai, visto un appartenente - a volte molto più riconoscibile dell'omino stesso - alla criminalità organizzata : e non solo qui : le voci circolano, e in nessun Campo dell'intera penisola isole comprese nessuno, nessuno, ha mai visto o riconosciuto un solo che sia un solo mafioso, e nessuno, nemmeno nel proprio intimo, si domanda più il perché : le risposte in fondo possono essere solo due, non c'è tanta scelta o possibilità di speculazione...), e un vecchio giornale del nuovo corso editoriale comune composto di sole 8 facciate svolazza nel campo libero, lasciato vuoto dalla fila di ospiti astanti affamati che ora s'è ridisposta a semicerchio, mostrando la prima pagina : " Beppe Grillo istituisce i nuovi campi di smistamento. Renzi dichiara il suo appoggio ", e Antonio, lì vicino di fronte a loro tutti, ha il tempo di ripensare per l'ennesima volta da quando si trova sull'isola : " Che esagerazione ! ", mentre con la sua presenza prova a rendere trapezoidale questo Triello imminente, a disfare il baccano di questa nodosa cordaglia aggrovigliata di pulsioni mai sopite.
Basterebbe una Santanché che si sciolga sotto al sole o una Karima-odalisca-Lolita-decaduta che spunti all'orizzonte, pensa Antonio, ed io non rischierei di beccarmi qualche calcio negli stinchi...o qualche morso ai polpacci ( esperienze passate : D'Alema morde - come si diceva facesse quell'altro...che è durato poco però...come si chiamava...Roberto qualcosa...).
Meno male che stasera c'è la visita comune all'esterno, e potrò passare due ore con Maria.
Se non fosse per la suddivisione del Campo in due zone, l'una maschile e l'altra femminile, non sarebbe una vita poi così di merda, qui a Pantelleria ( certo a Lampedusa son messi peggio...).


[ p.s. : i continui cambi di tempo dall'imperfetto al presente al passato derivano dall'instabilità quantica della convergenza possibile che costituisce l'incrinatura della singolarità che ci tocca abitare. E da una certa fretta nel non avere voglia di correggere la bozza. ]   
  

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