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Cargo

Regia di Clive Gordon vedi scheda film

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La recensione su Cargo

di arkin
6 stelle

Inconsueta pellicola di genere nebuloso(Drammatico? Thriller? Surreale?) con un duo di attori protagonisti eccelso, ma costruito su una sceneggiatura quasi incomprensibile. La prima parte, forse la migliore, sembra costruita come un film horror da racconto ottocentesco: una ciurma unita da un patto diabolico che naviga sperduta in mezzo all'oceano, condividendo un segreto terribile, che ha minato le menti di ogni membro dell'equipaggio accoglie a bordo un elemento esterno, il personaggio di Bruhl-clandestino in cerca di un passaggio a casa- e lo trascina a poco a poco in un vortice di paranoie e follia che circondano una parte della stiva(ma anche la stanza in cui si trova il ragazzo), facendo credere per un pezzo al pubblico che la nave possa essere...maledetta. O comunque posseduta dallo spettro di uno o più  fantasmi. Poi la svolta: un ospite(o ospiti) c'è, a bordo, e in qualche modo potrebbe paragonarsi davvero a uno spettro per la reazione che innesca. La colpa, i ricordi, il peso che si porta dietro l'equipaggio, guidato dallo psicopatico Mullan, esplode in un crescendo di rabbia e paura che scaturiscono da "fantasmi" del passato. Ombre che distruggono e annientano il presente. Che trasformano la vita in un inferno di perdizione.
Il film di Gordon sarebbe stato davvero un bel film se solo la sceneggiatura fosse stata all'altezza delle aspettative. Purtroppo, già a metà dell'opera è percepibile una "scivolata" rovinosa verso risposte semplicistiche, se non addirittura irrazionali e ingiustificate. Rimane tuttavia molto interessante il rapporto tra il tormentato capitano di Mullan e il giovane, curioso e ribelle clandestino di Bruhl. Un rapporto che sfocia in un finale drammatico al di sopra del livello basso del resto della pellicola.
Ambientazione claustrofobica, personaggi al limite della follia(ma una poco credibile follia), ed un epilogo che parla di redenzione, colpa, e scelte umane troppo tardivo e male impostato.
Rimangono grandi i due protagonisti: Peter Mullan è un attore di bravura mostruosa(e fin troppo male usato), Daniel Bruhl un giovane di talento che si spera faccia molta strada. E venga anche apprezzato come merita.
Mediocre, si, ma facendo una media tra intenzioni, coraggio e capacità recitative...scelgo di assegnare un "sufficiente". Film come questo, per quanto imperfetti e mal realizzati, sono comunque interessanti per il semplice fatto di sperimentare idee non convenzionali. E poi, con due attori del genere...

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