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Germania pallida madre

Regia di Helma Sanders-Brahms vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Germania pallida madre

di luca826
8 stelle

VOTO 8 LACERANTE (7 Marzo 2011) Deutschland bleiche mutter è un film dolente sulla memoria, un dramma narrato in prima persona da una figlia (con la voce della regista, aumentando così la componente autobiografica) come se stesse commentando un filmino di famiglia. La narratrice è quindi onniscente e ci conduce inesorabilmente nella tragedia di una donna/sua madre (straordinaria Eva Mattes), che è in fondo la tragedia di una nazione/la sua Germania, tra la Schygulla de Il matrimonio di Maria Braun e la tragica Ida di La Storia di Elsa Morante. La regista compie un prodigio narrativo, dove l'angoscia è bilanciata dalla speranza, per poi ripiombare nella disperazione ed infine cercare di ripartire dal legame famigliare più stretto e puro, perchè la società è sempre più corrotta e sbagliata. Pochi cedimenti e un finale insostenibile, dove tutto sembra essere finito per poi riaprirsi, come quella porta, con le suppliche della piccola Hanne "Sono così sola, non lasciarmi sola", difficile non commuoversi, non piangere, specialmente per chi ha la fortuna di essere genitore (ancor di più madre). Si inizia con Brecht e si conclude con queste suppliche che lacerano l'animo in profondità, risvegliando paure nascoste in un pessimismo cosmico (quasi Leopardiano) "Quando mi tagliarono il cordone ombelicale che mi legava a Lene, caddi sul campo di battaglia, troppe cose che non potevo ancora vedere erano ormai distrutte", non è più la tragedia di una donna, di una bimba, di una nazione, ma quello di un'intera umanità allo sbando. Ma quelle carezze finali, oltre un minuto, ridanno almeno un briciolo di speranza, il calore umano è tutto oltre la disperazione e la commozione arriva inarrestabile. Sono così sola, non lasciarmi sola...

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