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Nobel Son

Regia di Randall Miller vedi scheda film

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La recensione su Nobel Son

di supadany
4 stelle

VOTO : 5,5.

“Nobel son” è un thriller che vorrebbe essere tanto alternativo quanto stimolante, ma che finisce soprattutto col non convincere più di tanto per colpa di alcune situazioni poco credibili (magari anche effervescenti se non ci si pensa su troppo) e per una fastidiosa approssimazione nel dipanare una matassa troppo grande ed intricata per le capacità del regista Randall Miller.

Eli Michaelson (Alan Rickman) è un professore universitario, alquanto viscido, con rapporti interpersonali (con famiglia, studenti e altri docenti) non proprio idilliaci, a cui viene comunicato di aver vinto niente di meno che il Premio Nobel per una sua ricerca.

Proprio mentre giunge, assieme alla moglie (Mary Steenburgen), a Stoccolma viene a scoprire che il suo spiantato figlio (Bryan Greenberg) è stato rapito e che il rapitore (Shawn Hatosy) vuole due milioni di dollari per liberarlo.

La situazione non è chiara, in mezzo c’è anche una ragazza molto libertina (Eliza Dushku) e le indagini della polizia fanno emergere diverse cose che non combaciano.

Film decisamente ricco di elementi, ma l’alchimia tra gli stessi tende a latitare soprattutto quando arriva l’ora di tirare le fila.

Ma anche prima, seppur il clima sia piuttosto ambiguo, non tutto funziona (per esempio, non si capisce perché il rapitore debba fingere con lo spettatore all’inizio), mentre il personaggio più interessante (quello di Rickman) finisce nelle retrovie dopo una partenza da antipatico protagonista.

Non mancano comunque scene piuttosto spettacolari (il recupero del riscatto, per quanto impossibile da considerare realizzabile, riempie con una decina di minuti ben ritmati) ed altre cupe e malate (l’incontro del giovane con la provocante ragazza all’inizio), ma poi tutto (ci sarebbe molto altro da raccontare) si risolve in una bolla di sapone troppo ordinaria e semplicistica.

Per il resto devo dire che per anni (una decina di anni fa) ho adorato Paul Oakenfold come dj trance, ma qui la sua performance di accompagnamento sonoro è troppo invadente, troppo presente ed a volte azzardata (andava benissimo giusto nelle poche scene concitate).

In sintesi questo “Nobel son” rimane un film discontinuo e poco riuscito che spreca un bel cast riempiendo di idee il film finendo col creare più disordine che suspence.

Sprecone.  

Su Randall Miller

VOTO : 5,5. Qualche buona idea, ma annegata in una generalizzata confusione che porta a conclusioni sotto le aspettative.

Su Alan Rickman

VOTO : 6,5. Nella prima parte si erge protagonista assieme al suo odioso personaggio. Purtroppo poi il film decide di perderselo per strada, peccato, ma non è certo colpa sua.

Su Bryan Greenberg

VOTO : 6. Abbastanza stralunato, se la cava.

Su Shawn Hatosy

VOTO : 6+. Volto ambiguo, ruolo nella norma del genere, lui però ci prova.

Su Mary Steenburgen

VOTO : 6++. Soddisfacente, sempre una garanzia di professionalità.

Su Bill Pullman

VOTO : 5,5. L'ho trovato un pò imbolsito.

Su Eliza Dushku

VOTO : 6. Ambigua ed hot, anche lei lasciata prematuramente ai bordi della vicenda.

Su Danny DeVito

VOTO : 6+. Personaggio simpaticamente sclerato, ma lo spazio è poco.

Su Ted Danson

VOTO : 6. Caratterizzazione di contorno senza grandi spunti.

Su Ernie Hudson

VOTO : 6. Partecipazione di tutto rispetto in un ruolo di routine e poco presente in scena.

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