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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea

Regia di Robert Hampton (Riccardo Freda) vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea

di undying
2 stelle

Horror senza trama lineare, mal scritto e peggio diretto, frutto di una co-produzione tra Spagna e Italia inizialmente destinata alla regia di Mario Bianchi. Il lavoro di Riccardo Freda, incompleto e di breve durata, è stato portato a termine da Filippo Walter Ratti con aggiunta di sequenze che contribuiscono a rendere ancor più confusa la storia.

 

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Inghilterra. Billi (Tony Isbert), figlio di famiglia benestante, assieme a un gruppo di amici hippies - tra i quali è presente Jane (Camille Keaton), ragazza di cui è invaghito - nel pomeriggio trascorre il tempo sulla barca del padre. In tarda serata, mentre è diretto a casa di Billi, il gruppo rimane senza benzina ed è costretto a fare sosta in un paese, finendo per essere ospitato in casa del nobile Alexandre (Luigi Pistilli) e dalla sua ambigua consorte (Luciana Paluzzi). Billi e i suoi amici non immaginano che la coppia sia a capo di una setta satanica, che ha scelto di sacrificare Jane durante una messa nera in programma proprio quella notte.

 

"Angelo del Male, che eri nel cielo e precipitasti negli abissi infernali, noi santifichiamo il tuo nome e ti eleggiamo a nostro Dio."

(Lord Alexander/Luigi Pistilli)

 

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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea: Camille Keaton 

 

Ci sono film che nascono male e finiscono peggio. Come questo, ad esempio, benché sia stato per la maggior parte diretto da Riccardo Freda - titolare della nascita del filone "gotico" italiano con I vampiri (1957) - del cui risultato non andava giustamente fiero. Frutto di una co-produzione tra Spagna e Italia, patrocinata da José Gutierrez Maesso e destinato, in origine con il titolo di Quella maledetta sera in casa Alexander, alla regia di Mario Bianchi, sceneggiatore di una prima versione poi rimaneggiata più volte. Lo spunto centrale della pellicola è chiaramente stato pensato sulla scia del terribile fatto di cronaca noto come l'eccidio di Cielo Drive, protagonista il gruppo di hippies capeggiato da Charles Manson (tra le vittime anche la celebre moglie di Polanski, Sharon Tate), avvenuto nell'agosto del 1969, persino citato nel film da un telegiornale a cui assistono Billi e compagni. Alla fine la direzione passa in mano a Freda che gira in parte a Madrid e in parte in Italia (scene in interni al Centro Safa Palatino, Roma), basandosi su un copione aggiornato dallo stesso produttore e da Leonardo Martín. Al termine della lavorazione ne esce un film troppo corto, poco comprensibile, al punto che il finanziatore incarica Filippo Walter Ratti di realizzare scene integrative [1].

 

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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea: fotobusta

 

Al di là di una trama raffazzonata, piena di incongruenze e forzature aggiunte (l'incredibile spiegone finale di Muller), Estratto dagli archivi segreti di una capitale europea è recitato male (si salva in corner la Keaton, con un'interpretazione che appare superiore agli altri attori, più di rilievo, tipo Pistilli e la Paluzzi), scritto peggio (mai visti dei personaggi più insignificanti, con caratteri e comportamenti che sono del tutto estranei a ogni logica) e sembra diretto da un principiante a digiuno di ogni minima tecnica cinematografica. La mano di Freda spicca nella sola sequenza che vede la Keaton scendere le scale, in stato di coscienza simile al sonnambulismo, per finire nel salone della messa nera. Un pò troppo poco, dato che tutto il resto avvalora la sensazione che le riprese siano state fatte velocemente, senza cura e attenzione ai dettagli tanto che, addirittura, finiscono per essere involontariamente esilaranti: la mattanza centrale, irragionevole e priva di spiegazione, è risolta con trucchi splatter grossolani e mal realizzati, stranamente opera di Carlo Rambaldi (vincitore del premio Oscar per gli effetti speciali di Alien ed E.T. l'extra-terrestre), di cui uno, quello meno peggio (una testa spaccata in due da una sciabola), riproposto nel film, in flashback, cinque o sei volte nel chiaro tentativo di allungare il metraggio; il decesso dell'ultimo hippy offre una delle peggiori scene mai viste in un horror - più simile a una sequenza slapstick da "oggi le comiche" - con il tipo in fuga in moto su un sentiero in mezzo al bosco mentre, viaggiando a 100 chilometri all'ora, continua a guardare all'indietro. Il film non solo è brutto, ma neppure divertente nonostante le tante derive che, per necessità di metraggio, gli sceneggiatori azzardano. Documenti che appaiono e scompaiono (la carta di identità di Billi); macchine che non vanno in moto poi, inspiegabilmente ripartono; stazioni di servizio con addetti fantasma [2]; la collana maledetta, regalata da Billi prima alla madre, raccontandogli la spaventosa origine (!), poi rubata alla stessa per essere invece donata a Jane. Novanta minuti che sembrano interminabili, lunghi anche se ridotti con l'avanzamento veloce a 16 o 32 X. Non sorprende che sia sparito dalla circolazione, sino al recente recupero in HD (2021) da parte della sempre benemerita Vinegar Syndrome.

 

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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea: Tony Isbert mostra gli effetti (ben poco speciali) provocati dall'acquisto di una collana maledetta

 

Curiosità 

 

La (sfigatissima) canzone sui titoli di testa, La vita, opera del sempre valido Stelvio Cipriani, offre una lirica malinconica e pessimista oltre misura, composta da Riccardo Freda.

 

La vita (lirica)

 

"Più breve del trepido battere d'ali

di un insetto morente:

questa è la vita.

Più labile di un fiore di neve
sotto il sole cocente:
questa è la vita.
Un fiume di lacrime amare
e di inutili ansie,

di gioie smarrite e mai,

e mai, ritrovate.
Sabbia che sfugge tra le dita
invano serrate:
questa è la vita.
Un uomo ride felice,
la bocca è già piena di terra,

danza una donna,

brulicante di vermi.
Un sogno crudele:
questa è la vita.
Tu allunghi una mano dal cuore,
nella vana ricerca di un amore

e ferrea una stretta 

ti trascina nel nulla.

Nel nulla.
Nel nulla."

 

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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea: Camille Keaton 

 

Critica 

 

"Abbandonato l'horror per circa 10 anni, Freda ci fa ritorno nel 1972, con un film misconosciuto intitolato 'Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea', una co-produzione con la Spagna scritta e sceneggiata dal mestierante Mario Bianchi. (...) Questo 'Estratto dagli archivi segreti...' è un'opera anomala nel percorso del regista, un punto interrogativo, una lacuna che ancora oggi gran parte la critica non ha ancora colmato. Freda stesso nel suo volume 'I divoratori di celluloide' non lo menziona mai, tant'è che, assurdamente, non lo troviamo inserito neanche nella filmografia del medesimo libro. In ogni caso, nonostante le difficoltà, è possibile anche recuperare qualche vecchia copia e scoprire, contrariamente a quel poco di cui si è scritto, un film che, nonostante un'evidente discontinuità, contiene sequenze oniriche e di grande impatto emotivo. A rivederlo è evidente che il regista, a quella data, sembra non credere più alle potenzialità del genere, c'è una sorta di svogliatezza che si percepisce in tutta la sua durata, un sentimento di distacco che emotivamente raffredda la confezione finale. Comunque, nonostante il titolo fuorviante che tende a far pensare più a un poliziesco che non ad un vero horror, 'Estratto dagli archivi segreti...' deve essere annoverato nella tradizione del gotico puro all'italiana, in esso infatti si riconoscono alcuni di quegli elementi portanti della tradizione fantastica nostrana. Innanzitutto è ancora la figura femminile a predominare, la donna dannata portatrice di vendetta e odio, così come torna in primo piano il motivo della maledizione (nel film è la collana di un'antica strega a scatenare i nuovi orrori) fonte di disgrazie e di vittime innocenti. Sorprende comunque, più che altro, la capacità dell'autore di adeguarsi ai nuovi stilemi visivi che il genere stava scoprendo agli albori degli anni Settanta, e infatti, a metà del film Freda inserisce una vera e propria sequenza splatter, dove, senza lesinare, ci vengono mostrate teste mozzate e corpi smembrati, in una coreografia sanguinaria del tutto rara al cinema horror italiano del tempo (qualcosa di simile lo possiamo trovare nel bellissimo film di Bava, 'Reazione a Catena'). Per quanto riguarda il cast, con l'eccezione del bravo Luigi Pistilli, il resto (Luciana Paluzzi, Camille Keaton), non si innalza al di sopra della mediocrità. Una curiosità è che nei titoli di testa si scorge, fra gli interpreti, il nome dello svizzero Paul Muller, lo stesso attore che in 'I vampiri' interpretava il killer eroinomane."

(Antonio Fabio Familiari) [3]

 

"Riccardo Freda gira il poco noto 'Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea' (1973), che può essere inserito tra i film horror gotici d'ambientazione contemporanea. Marco Giusti lo definisce 'un Freda misconosciuto dall'autore stesso, mai visto da nessuno', ma i bene informati Tentori e Bruschini lo ricordano (e lo hanno visto) come 'un horror intriso di scene splatter ed erotiche, imperniato su un gruppo di ragazzi all'interno di una villa dove opera una setta di satanisti'. L'interesse horror della pellicola è notevole, tra orge di satanisti, riti magici ed eccidi di sangue che terminano in un'ecatombe collettiva. La sacerdotessa si reincarna in una ragazza del gruppo e riprende la sua demoniaca missione."

(Gordiano Lupi) [4]

 

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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea: Camille Keaton 

 

Citazione

 

L'incredibile spiegazione finale dello psicologo (Paul Muller), fatta all'ispettore (Fulvio Mingozzi) davanti al cadavere accoltellato di Jane, sorprende per quanto in fase di doppiaggio sia stata pronunciata con profonda serietà di tono. 

 

- Attenzione spoiler -

 

"Non l'ha uccisa nessuno, per il semplice motivo, ispettore, che la ragazza era già morta. Mi rendo conto che ciò che sto dicendo le può sembrare assurdo, certamente pazzesco. Mi spiace, ma non posso dare alcun'altra spiegazione a questa misteriosa morte. Quando Jane fu attratta in quella sala, durante la celebrazione della messa nera, si trovava probabilmente sotto l'influsso di una droga somministratale da Lady Alexander per annientare in lei ogni capacità di reazione. In quelle condizioni il corpo astrale di Jane fluì fuori di lei, restando unito al suo corpo fisico per mezzo... di un cordone ombelicale spirituale. Poi Lady Alexander venne uccisa. Ora, quella donna era sicuramente in possesso di eccezionali poteri medianici e, nel momento stesso della morte quando le facoltà extrasensoriali sono stimolate al massimo grado, il suo spirito fu pronto a entrare nel corpo di Jane usandone il corpo astrale. Da quel momento lo spirito di Lady Alexander ha dominato il corpo di Jane, nonostante gli sforzi di quest'ultima per tornare ad essere sé stessa. Ma è stata tutta una lotta inutile. Ora, poi, la morte reale di Jane ha favorito la rinascita di Lady Alexander. Cercatela, trovatela... e avrete la vera colpevole di tutto. E anche la spiegazione di questo mistero..."

(Paul Muller)

 

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Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea: Camille Keaton 

 

Visto censura [5]

 

Con due differenti, dallo stesso esito, revisioni cinematografiche, Estratto dagli archivi segreti di una capitale europea ottiene il nulla osta n. 61507.

 

Dal verbale allegato alla prima revisione (09 dicembre 1972):

 "(La commissione) esprime parere favorevole alla concessione del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto per i minori degli anni 18 in relazione alla tematica del film, alle scene di violenza gravemente raccapriccianti, alcune delle quali (come quella del rito che finisce in massacro) collegate all'uso della droga, nonchè al linguaggio volgare utilizzato in alcune sequenze."

 

Dal verbale allegato alla seconda revisione (10 aprile 1973):

 "La Commissione, revisionato il film, conferma il divieto per i minori degli anni 18, soprattutto per le scene di selvaggia violenza connessa allo svolgimento della vicenda, nonchè per le altre scene di orrore quali quella della giovane che trasforma il volto in teschio, il giovane davanti allo specchio che viene sgozzato, nonchè per il turpiloquio."

 

Metri di pellicola accertati: 2400 (87'40" a 24 fps).

 

In data 02 febbraio 2018, in occasione di una nuova distribuzione home video (poi non realizzata), il film ottiene un nuovo nulla osta (n. 112986) con eliminazione del divieto ai minori, ossia per la proiezione in pubblico del film senza limitazioni d'età.

 

 

NOTE

 

[1] Letteralmente dall'imdb: (Ratti ha girato) "il flashback di Billi con Irina Demick nei panni della madre e le scene con Paul Muller nei panni dello psichiatra. Il taglio originale di Freda presumibilmente finiva con Lady Alexander che si allontanava dal sanatorio nella nebbia."

 

[2] Due poliziotti passano davanti alla stazione di benzina abbandonata. Una di loro racconta dell'addetto, incrociato dagli hippies:

"Circolava la voce che fosse un demonio o un suo parente stretto, però era generoso. Ha regalato benzina a qualche ragazza che ne aveva bisogno."

Replica del collega:

"Ho capito: quello non era un demonio, era un mandrillo."

 

[3] "Riccardo Freda - L'esteta dell'emozione" (Profondo rosso edizioni), pag. 45 - 46.

 

[4] "Storia del cinema horror italiano - Da Mario Bava a Stefano Simone", vol. 1 (Edizioni il Foglio), pag. 27.

 

[5] Dal sito "Italia Taglia".

 

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La vita (Stelvio Cipriani, testo di Riccardo Freda)

 

"Anche la sfortuna è mutevole. Forse sarà, forse non sarà, nel frattempo non è; tu spera nel meglio."

(Lucio Anneo Seneca)

 

F.P. 27/04/2023 - Versione integrale visionata in lingua italiana, Blu-ray "Vinegar Syndrome" come Tragic Ceremony (durata: 87'14")

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