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Blues Harp

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Blues Harp

di alan smithee
8 stelle

Un Takashi Miike che non rinuncia anche in questa occasione a parlarci di faide mafiose e guerra tra clan, ma lo fa a supporto di una vicenda ben piu' intima e dai risvolti teneri e appassionanti.
La storia e' quella di un timido e gentile barista di Tokyo, un bel ragazzo frutto di un fortunato e riuscito incrocio di razze nera e giapponese, che, grazie ad una segnalazione di un cantante apprezzato ma costretto ad un bivio cruciale della propria esistenza a rinunciare alla sua carriera musicale per affrontare le responsabilita' di una vita di famiglia, riesce ad emergere dall'anonimato e a diventare quasi famoso grazie alla sua abilita' con l'armonica a bocca, tanto da farsi ingaggiare da una casa discografica importante.  A questo si interseca la vicenda drammatica di un ricatto di cui il ragazzo, che per far quadrare i conti fa pure lo spacciatore a tempo perso, rimane vittima, ma dalle cui trame riesce in qualche modo a salvarsi grazie ad un innamoramento platonico che il ragazzo suscita in uno spietato boss malavitoso che pero' riesce a salvargli la vita e a scongiurare la perdita dell'incontro cruciale della sua vita con un importante discografico.
La narrazione procede a strattoni alternando sipari musicali molto appassionanti, soprattutto quando il protagonista ci sorprende con la sua abilita' con quel particolare strumento musicale, a situazioni tipiche del cinema di Miike come sparatorie, faide, agguati mortali e sanguinolenti. Un film insolito, con una delicata e pudica venatura omosex che rende ancora piu' tenera una vicenda di ordinaria sopravvivenza metropolitana.

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