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Extraconiugale

Regia di Massimo Franciosa, Mino Guerrini, Giuliano Montaldo vedi scheda film

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La recensione su Extraconiugale

di Furetto60
6 stelle

Film a episodi a sfondo "erotico" non memorabile, ma scorrevole. Piacevole in particolare il terzo racconto

 Film a episodi, come nella consumata tradizione delle pellicole targate anni Sessanta. Nel primo “La doccia" un ingegnere, di mezza età coniugato, Gastone Moschin, vive una piacevole scappatella con una deliziosa giovanissima cantante, che poi scoprirà essere la fidanzata del proprio cognato. Senza sensi di colpa, accetta volentieri di ospitare lo spiantato parente, insieme alla promessa sposa, puntando a continuare la tresca. Racconto opaco e privo di verve, ma Liana Orfei e Lena Ressler sono un gran bel vedere, Il secondo è "Il mondo è dei ricchi" Un mediocre  impiegato succubo della moglie arpia,  bullizzato da conoscenti e colleghi, un giorno crede di aver vinto una grossa cifra alla lotteria, la sua indole cambia, dismette i panni della vittima e si trasforma in un uomo grintoso e determinato, prendendosi la sua brava rivincita sui conoscenti, il datore di lavoro e anche la consorte; a seguire viene a sapere che la vincita  è una burla, ma ormai il dado è tratto, ha preso coraggio e non torna indietro. Novella evanescente, ma anche qui fanno la loro bella figura Franca Rame e Agata Flori             

l'ultimo "La moglie svedese" di Montaldo. Renato, un siciliano emigrato in Svezia, ha sposato Eva, una disinibita ragazza del posto, persuaso di essersi affrancato dai costumi e dalle convenzioni retrograde della sua terra, torna nel suo paesello natio,per presentarla alla sua famiglia. Il comportamento disinvolto della donna scandalizza parenti e amici, che lo stigmatizzano sguaiatamente, lui sembra irremovibile, lo apostrofano i vicini e l’offendono perfino degli anonimi per telefono, ma lui non cede, si sente al di sopra di queste bassezze; ma buon sangue non mente, quando finalmente constata l’infedeltà della consorte, le spara senza tanti fronzoli e “l’onore” è salvo. Il migliore degli episodi, caustico e ironico,  bella performance dell’indimenticabile Renato Salvatori e di tutto il cast, la famiglia che fa da cornice alla storia è quanto mai colorita e spassosa, incantevole Maria Perschy. Nel complesso è un prodotto cinematografico piuttosto superficiale e senza grandi pretese; tuttavia, salta all’occhio lo sfondo “erotico” di tutte le storie narrate, per inciso il film è del 1964 e in quell’epoca l’argomento ”sessuale” era un tabù, che difficilmente si poteva trasgredire, in questo fu una pellicola piuttosto “audace” e “avanti”.

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