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Il migliore dei mondi

Regia di Maccio Capatonda, Danilo Carlani, Alessio Dogana vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il migliore dei mondi

di axe
7 stelle

Ennio Storto è un giovane uomo del nostro tempo, pienamente e consapevolmente dipendente dalle tecnologie della connettività; qualunque sua azione è consigliata o accompagnata da assistenti vocali; i rapporti con l'altro sesso sono o gestiti tramite strumenti telematici o del tutto virtuali. L'unica persona fisica con cui interagisce stabilmente è il socievole ed un po' folle fratello Alfredo. L'"ecosistema" di Ennio ha fine quando, per un caso incredibile, è proiettato in un presente alternativo, nel quale, avendo il Millennium Bug causato la totale destabilizzazione delle società, il progresso dell'informatica e della connettività è bloccato, per legge, al 1999. In una realtà in cui il PC più desiderato monta processore Pentium-II e le connessioni domestiche non vanno oltre le linee 56K, Ennio non riesce ad adattarsi. Si mette, dunque, all'opera per creare di nuovo le condizioni idonee al "salto dimensionale", per prima cosa cercando Viola, la ragazza che inconsapevolmente ha generato l'evento. Maccio Capatonda, con la collaborazione di Danilo Carlani ed Alessio Dogana, dirige sè stesso in un film che, come i suoi precedenti, racconta il nostro tempo cogliendone le derive. La "desertificazione tecnologica" ha portato ad un'organizzazione estremamente razionale e schematica della vita delle persone, non consentendo altrettanto sul piano emozionale; l'"Ennio Storto" del racconto è disabituato all'imprevisto, riduce la sua quotidianità alle possibilità concesse dagli strumenti hardware e software di cui è affezionato utente. Sentimenti, emozioni, aspirazioni sono "filtrati" dagli stessi e ridotti ad un costante ripetersi di schemi poco differenti l'uno dall'altro. Non prova empatia verso il prossimo, non sa divertirsi, non ha interesse nel curare gli ambienti che lo circondano (negozio ed appartamento di sua proprietà sono assolutamente impersonali). Il trovarsi in un contesto ove questi strumenti non esistono, ove i telefoni, anche portatili, servono a ... telefonar ed i computer a ... calcolare, lo destabilizza. Parte del racconto lo mostra incapace di vivere le esperienze con spontaneità; di aver bisogno d'aiuto per scegliere un locale ove mangiare, parcheggiare la vettura, muoversi nella città. E' in questo contesto che scopre il vero sentimento, innamorandosi di Viola (e rimanendone quasi stupito, per lui è una novità). Tornare nella nostra realtà diviene dunque una necessità di primaria importanza per la vita della giovane. Ennio Storto è interpretato da Maccio Capatonda; recita in italiano ma l'accento rivela l'origine abruzzese. Pur sempre irrequieto, Ennio è un personaggio che cresce durante il racconto. La realtà alternativa tratteggiata non è bella come sembra. Si è liberi dalla "schiavitù" dell'iperconnettività; non si è liberi di sviluppare, tanto meno utilizzare, strumenti che per noi sono parte della quotidiania; nel nostro mondo, possiamo scegliere. Questo il protagonista lo comprende; pur non abbandonando le tecnologie moderne, va alla ricerca di Viola personalmente ... con la sincera intenzione di stringere un vero legame, non mediato, ne' stimolato da mezzi telematici. Viola, una ragazza "acqua e sapone", espansiva senza malizia, è interpretata da Martina Gatti. Pietro Sermonti è Alfredo Storto, un personaggio "border-line", un po' ai margini, nel nostro mondo; amante delle feste e dei bagni di folla, gli piace tenersi su con droghe ed auspica costantemente rivoluzioni. E' invece perfettamente integrato e sano, secondo i parametri della realtà alternativa. La sceneggiatura è di sicuro interesse; l'introduzione descrive la vita "alienata" di Ennio; la prima parte del racconto è dedicata ad una buona ricostruzione della realtà alternativa - in grado di stimolare la curiosità di chi non ha vissuto in quel periodo, in un certo senso pionieristico, con le sue tecnologie informatiche ferme al 1999 (pur con qualche incongruenza, che un buon conoscitore di quegli apparati può cogliere); alle abitudini delle persone, non ancora influenzate dall'iperconnettività; alla difficoltà di adattamento del protagonista. La seconda parte del racconto narra del ritorno di Ennio nel nostro mondo; la realtà alternativa mostra il suo lato peggiore, la privazione di una libertà che per noi è fondamentale e quasi scontata. Da questo dettaglio, possiamo comprendere nel profondo il senso del film. Oggi abbiamo a disposizione, a costi relativamente bassi, strumenti che vent'anni fa neppure immaginavamo. Sta a noi scegliere se utilizzarli come il biasimevole Ennio di inizio racconto, se non utilizzarli - precludendosi parecchie possibilità - o utilizzarli con moderazione e consapevolezza, affinchè sia sempre l'uomo il "padrone", mai la macchina. 

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