Regia di Marcello Andrei vedi scheda film
Tardo e stanco spaghetti western che vive sul fascino del protagonista Carlos Monzon, campionissimo del pugilato che, sulla scia del nostro Nino Benvenuti, tenta la via (poco fortunata) del cinema. C'è da dire che il film esce in un periodo ormai di parodie e il sol fatto di essere un western "serio" ne fa comunque una pellicola vedibile. Purtroppo gli sceneggiatori non trovano di meglio che ricalcare uno dei tanti copioni già visti. Tutto ruota attorno a carico d'oro rapinato da una banda di delinquenti, almeno così pensano tutti, se non fosse che il banchiere che ha denunciato il furto ha in realtà organizzato una bella truffa assicurativa per far cadere ogni responsabilità sui manigoldi e intascare l'oro distratto dal furto (in realtà sono state rubate delle pietre debitamente trattate). Sceneggiatura dunque tutt'altro che originale, priva di guizzi. Andrei gira in modo convenzionale e il tutto procede stancamente. Le scenografie sono limitate, siamo nella campagna laziale in pieno inverno con un opprimente clima all'insegna di nebbia e fango.
Sono degni di nota il personaggio di George Hilton, tutto vestito di nero con sciarpa e guanti bianchi, nei panni del bandito Hidalgo, e poco altro, come i rallenty alla Peckinpah e il duello finale tra Hilton e Monzon.
Non mancano le scazzottate (non poteva esser altrimenti con un campione del calibro di Monzon). Bella la colonna sonora, un sound alla Cipriani, con la notevole main theme cantata nientemeno che da Sammy Barbot.
Nel complesso senza guizzi, ma c'è di peggio.
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