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Grazie a Dio è venerdì

Regia di Robert Klane vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Grazie a Dio è venerdì

di John_Nada1975
4 stelle

In alta definizione recentemente reso a nuova e migliore vita con un perfetto restauro, per un filmetto corale sulla scia dell'altro più grande successo Columbia Pictures ''Saturday Night Fever"(neanche paragonabile da quanto gli è superiore) ambientato in una discoteca losangelina(anche abbastanza  ridicolmente piccola e sacrificata con la folla eterogenea di persone- eppure era la vera discoteca dell'epoca, "Osko", situata al 333 South di La Cienega Boulevard, a sud della 3rd Street, a Los Angeles oltretutto il vero proprietario del locale, Osko Karaghassian, appare nel film in una breve comparsata. La discoteca aveva 4 piste da ballo e «The Cave», una caverna di ghiaccio, come del resto si vede nel film. Questa stessa caverna si può vedere anche in un'altra pellicola, l'horror "Jennifer" [1978]di Brice Mack. L'"Osko" oggi non esiste più, essendo stato completamente demolito agli albori degli anni novanta per far posto ai magazzini d'abbigliamento Loehmann's-per attirare così tanto interesse del pubblico dell'epoca, e dei Commodores per venirvi a suonare), e nella quale convergono come fosse chissà che tutti i giovani e meno giovani protagonisti. Vale solo come capsula del tempo e dell'innegabile fascino di quello scorcio di fine anni '70 nel cruciale e mirabile 1978, immortalato da una buona fotografia e ambientazione.

Pure la canzone hit con cui esordisce alla disco nel film Donna Summer"(introdotta dal tragicamente scomparso Vitte)The Last Dance" (e che vinse con Paul Jabara presente nella pellicola, l'Oscar per MiglioreCanzone Originale, inspiegabilmente), è loffia, senza mordente, dimenticabilissima, forse l'assenza di Moroder e Neil Rodgers, si faceva sentire(che il primo firma sempre con la Summer e Pete Bellotte la migliore "With Your Love", appena accennata nel film ma presente nel disco della colonna sonora).

Molta potta stratosferica come Andrea Howard, Marya Small e una giovanilmente muliebre Debra Winger esordiente da gustarsi come un babà prelibato, non basta a risollevare oltre ad una certa cosa scontata l'interesse o il ritmo,  ferale per un film ambientato in una discoteca e con un tappeto sonoro continuo, framezzato, frammentario, tutto prodotto dalla Motown e dalla Casablanca Records, ma di molto inferiore alla musica BSO dei BeeGees, per il film di John Badham.

Persino l'unico vero numero di ballo con "Leatherman" Chick Vennera all'esterno della discoteca nei parcheggi delle auto e sopra i tettini, nonostante le indiscusse doti di ballerino di Vennera, è alla fine ridicolo e ininteressante, niente a che vedere con i numeri di ballo catartici e trascinanti, del capostipite con Tony Manero.

Jeff Goldblum nella parte del padrone della discoteca Tony Di Marco con Porsche Targa 911 gelosamente parcheggiata con il cappottino sopra, elegantone pieno di ori, e dalle mille superpassere adoranti, uomo di potere e denaro, vorrebbe un pò richiamare nel film la presenza di un personaggio dal forte magnetismo virile, poi risolto invece in satira di sè stesso, e finale da burletta.

C'è anche una giovanissima Terri Nunn dei Berlin, giovane sgallettata minorenne che vuole entrare nella discoteca assieme all'amica ugualmente sbarbina, per la serale gara di ballo.

Rara occasione per dimostrare il suo valore comico e da interprete, per Chuck Sacci.

Permane al contempo una strana però atmosfera di malinconia, come per un mondo e delle persone anche se alquanto effimero/e, di cui si avvertiva già la più che prossima condanna a scomparire.

 

John Nada

 

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