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Le cas du Docteur Laurent

Regia di Jean-Paul Le Chanois vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le cas du Docteur Laurent

di hupp2000
7 stelle

“Tu, donna, partorirai con dolore” è la brutta frase della Bibbia contro cui tentò di battersi all’inizio degli anni ’50 una parte del mondo medico. Dico “tentò” perché purtroppo ancora oggi molti parti sono tutt’altro che una passeggiata. L’intento resta tuttavia lodevole, come lodevole è il messaggio di questo modesto ma apprezzabile film, interpretato con il solito naturale talento dall’allora cinquantaduenne Jean Gabin.

 

Per motivi di salute, il dottor Laurent si trasferisce da Parigi a Saint-Martin-Vésubie, piccolo comune nell’entroterra delle Alpi Marittime, dove è chiamato a sostituire l’anziano medico giunto all’età della pensione. Ben presto, posto di fronte al caso di una ragazza nubile rimasta incinta e a quello di una donna terrorizzata all’idea di dover affrontare una seconda gravidanza dopo il calvario vissuto all’epoca della prima, il dottor Laurent decide di organizzare corsi sul parto senza dolore. Immancabilmente, la sua idea suscita l’ostilità di gran parte del paese, a cominciare da numerosi mariti, dalle donne più anziane, passando naturalmente per il parroco e, soprattutto, i suoi colleghi della zona. Le donne, però, cominciano sempre più numerose a frequentare i corsi, tanto da indurre il corpo medico della regione ad inoltrare una petizione presso il consiglio dell’ordine, pur di mettere un freno all’intraprendenza di quello che con disprezzo viene chiamato “il Parigino”. Il dottor Laurent riesce ad averla vinta, grazie ad un parto senza traumi svoltosi sotto gli occhi increduli dei suoi colleghi.

 

Penalizzato da un finale troppo prevedibile e da una regia assai convenzionale, il film di Jean-Paul Le Chanois ha comunque il merito di mettere a confronto due mentalità contrapposte e, soprattutto di mostrare in maniera quasi documentaristica la vita quotidiana di uno sperduto paesello della Francia profonda, combattuta tra innovazione e radicamento delle più antiche tradizioni. Una splendida fotografia in bianco e nero e la classe di un attore fuoriclasse come Jean Gabin fanno il resto.

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