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Adam & Evelyn

Regia di Andreas Goldstein vedi scheda film

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La recensione su Adam & Evelyn

di Spaggy
6 stelle

La Germania del 1989 ritorna in vita grazie ad Adam & Evelyn del regista, sceneggiatore e compositore Andreas Goldstein. Tratto dal romanzo omonimo di Ingo Schultze, pubblicato anche in Italia, Adam & Evelyn racconta la storia di due giovani fidanzati che qualche mese prima della caduta del muro di Berlino si ritrovano a vivere i giorni che cambieranno per sempre non solo le loro vite ma anche quella di tutti coloro che vivono nell’Europa dell’Est. I venti di cambiamento e di libertà hanno cominciato a soffiare e la caduta dei confini spinge molta gente a lasciare la Germania dell’Est per chiedere rifugio in Ungheria.

Adam fa il sarto e ha una certa propensione a cadere in tentazione (sembra solo platonica) con le donne che indossano i suoi abiti. Evelyn, che lavora come cameriera, un pomeriggio lo becca con un’attempata cliente e lo lascia ancor prima di partire per una vacanza. Complici una serie di circostanze, i due si ritrovano sul lago Balaton in compagnia di persone diverse: Evelyn è stata portata lì dall’amica Simone e da Michael, il cugino di lei; Adam, invece, ha portato con sé Katja, un’autostoppista senza documenti rimediata lungo la strada. La libertà e la voglia di avere una rivalsa spingono presto Evelyn tra le lenzuola di Michael ma per riconquistarla Adam è pronto anche a far scomparire i documenti di tutti. Superate le divergenze, Adam ed Evelyn capiscono di non poter fare a meno l’uno dell’altra e insieme si dirigono verso l’Austria, dove un nuovo futuro li attenderà.

Florian Teichtmeister, Anne Kanis, Lena Lauzemis, Milian Zerzawy

Adam & Evelyn (2018): Florian Teichtmeister, Anne Kanis, Lena Lauzemis, Milian Zerzawy

 

Cercare di capire Adam & Evelyn significa soprattutto fare un grosso sforzo e immergersi in una realtà che, ahimè, è lontana dalla nostra. Sapere cosa significasse vivere in un mondo chiuso come quello della Germania dell’Est non è semplice come non è facile comprendere cosa significasse la libertà per i giovani che come  tartarughe (animale che il regista come lo scrittore usano come metafora) non potevano facilmente superare i confini del loro guscio nazionale. L’apertura dei confini per i protagonisti rappresenta un’opportunità che chi spera in un mondo migliore non può cogliere: essere liberi concede nuove alternative, nuove prospettive e nuove vite. Vite che si affacciano anche al mondo per la prima volta: Evelyn scopre prima del finale di essere incinta ma, beffardamente, non sa di chi.

Notevole, come suggerisce il titolo stesso, il parallelismo che si crea con la Genesi e la Bibbia: Adam e Evelyn sono come il primo uomo e la prima donna sulla Terra, chiamati a pagare le conseguenze per aver lasciato l’Eden. Non è un caso se le loro abitazioni in città o al lago sono costellate di giardini e alberi. Non è un caso che un errore di Evelyn modifichi il corso della vita di Adam, che resiliente accetta un destino diverso da quello che aveva sempre immaginato mentre la sua amata diventa mamma e frequenta l’università, come aveva sempre sognato. Il film, purtroppo, non riesca ad avere la stessa profondità del romanzo e soffre di una certa freddezza del regista nel mettere in scena le situazioni, per nulla aiutato dalla prova continuamente in sottrazione degli attori.

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