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Monster

Regia di Anthony Mandler vedi scheda film

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La recensione su Monster

di gerkota
8 stelle

MAI USCITO NEI CINEMA ITALIANI

DISTRIBUITO IN ESCLUSIVA SU NETFLIX DAL MAGGIO 2021

 

Nemmeno cento passi separano il bravo ragazzo nero di Harlem dal lato oscuro della sua vita, più oscuro della sua pelle così scomoda da indossare in quella società di bianchi giudicanti e prevenuti e indifferenti. Un raggio di sole a infilarsi negli occhi e una mano sollevata a ripararsi e a studiarne i riflessi e la possibilità di un effetto ottico buono per un film che sarà. «È una cosa che faccio sempre, signore. Perché sono un film maker». Qualcuno, dall’altra parte della strada è lì che aspetta un segno, più un segnale a dire il vero, per poi entrare in azione, picchiare e rubare e causare morte. L’arresto, il carcere, la separazione da una famiglia che appare perfetta, un college che è il trampolino per lanciarsi in una vita giusta, la vita che sognava un padre. La vita che sembrava già tutta scritta.

 

Anthony Mandler

Monster (2018): Anthony Mandler

 

Sorprendente e avvincente questo secondo dei tre lungometraggi del videomaker Anthony Mandler (l’ultimo è stato il musicale La felicità continua, nel 2020), una storia di amore per il cinema messa dentro un film, cosa che a mio giudizio è già una garanzia e preludio per coinvolgimento e passione. Ispirato dal romanzo dello scrittore afroamericano di racconti per l’infanzia Walter Dean Myers, questo Monster narra la drammatica vicenda di un diciassettenne brillante e generoso e in armonia con l’esistenza, che da un giorno all’altro si ritrova sbattuto dietro alle sbarre con solo quattro persone ancora capaci di credere in lui: i due genitori, il fratellino e un avvocato che intuisce il buon animo del giovane e rifiuta la proposta del procuratore distrettuale di chiudere un accordo giudiziario per vent’anni di carcere.

 

Kelvin Harrison Jr.

Monster (2018): Kelvin Harrison Jr.

 

Film processuale ma soprattutto d’introspezione, in cui è lo stesso protagonista a narrare i fatti al pubblico come lo facesse in una confessione in psicoanalisi, per qualche verso segue la traccia dell’ormai datato ma sempre avvincente Schegge di paura (Gregory Hoblit, 1996) oppure dell’ancor più datato La giusta causa (Arne Glimcher, 1994) per non scordarsi di un capostipite quale l’ottimo Presunto innocente (Alan J. Pakula, 1990) in cui il processato appare senza colpa per davvero e raccoglie la simpatia e l’affetto dell’avvocato, del giudice e della giuria che ne deve decidere la sorte.

 

Anthony Mandler, Kelvin Harrison Jr.

Monster (2018): Anthony Mandler, Kelvin Harrison Jr.

 

Il regista losangelino è bravissimo a imprimere uno stile personalizzato, rapido e sincopato, che gli deriva con evidenza dalla sua lunga videografia e alterna un lineare racconto della vita di tutti i giorni del suo eroe, alternando flashback a fasi del processo in un’efficace sintesi di spot riassuntivi nel loro dinamismo filmico, a passaggi più intimi e onirici del pensiero dell’imputato che ripercorre i fatti che l’hanno trascinato in una cella e poi in un’aula di tribunale e che rischiano di devastargli la vita. Osservato e condannato da un gruppo di giurati dai quali egli non si aspetta niente di buono e tartassato dal rappresentante della pubblica accusa che gli punta l’indice addosso. Ottima la colonna sonora (Harvey Mason Jr.) che impreziosisce quest’opera filmica coerente e scorrevole e che quasi mai perde l’attenzione di chi guarda.

 

Kelvin Harrison Jr.

Monster (2018): Kelvin Harrison Jr.

 

IL CAST

Kelvin Harrison Jr. (nel 2022 nel cast di Elvis), a quel tempo appena 23enne, interpreta il giovane Steve Harmon. L’attore di New Orleans è molto bravo a trasmettere allo spettatore l’impressione che il buono della vicenda lo sia per davvero e che nulla potrà ostacolare la verità, alla fine. Una prova importante in un ruolo non facile nel quale il regista aveva bisogno di un personaggio determinato da un lato ma estremamente vulnerabile dall’altro.

Jennifer Ehle (parte di rilievo per lei in Il professore e il pazzo del 2019) è l’avvocato del protagonista, efficace nel far sentire l’empatia che fra i due si instaura via via che la storia procede e che il difensore – donna concreta ma anche sensibile – conosce meglio il suo assistito e si convince della sua innocenza.

Jeffrey Wright (visto di recente in Panama Papers, 2019) è il padre di Steve Harmon, architetto lucido e affettuoso, probabilmente roso dal dubbio che il figlio possa per davvero aver svolto un ruolo nella vicenda criminosa ma che sceglie di restare nel proprio ruolo di genitore benevolo e amoroso, fino all'ultimo.

 

Jennifer Hudson, Jeffrey Wright

Monster (2018): Jennifer Hudson, Jeffrey Wright

 

Jennifer Hudson (cantante e attrice di successo, premio Oscar nel 2007 per il suo film d’esordio, Dreamgirls) veste i panni della madre di Steve, donna forte e apprensiva allo stesso tempo, lei pure a sostegno del figlio nello straziante periodo del carcere.

Tim Blake Nelson, caratterista di valore con una lunghissima carriera e ammirato in film come Fratello, dove sei? (2000) e Minority Report (2002) è qui chiamato a un ruolo chiave seppure con un minutaggio limitato, a personificare il professore dello studente finito nelle maglie della giustizia, deciso a dare un contributo determinante per tirare il proprio pupillo fuori dai guai.

 

Kelvin Harrison Jr., Jennifer Ehle

Monster (2018): Kelvin Harrison Jr., Jennifer Ehle

 

«Un ragazzo, un artista, un tipo fuori dagli schemi… ». E cos’altro? La storia di Steve Harmon si conclude con una domanda la cui risposta sembra essere nei fatti. Eppure quella domanda resta lecita per chi voglia analizzare e provare a seguire ragionamenti personali. Un film da non perdere.

Rivedibilità: 7/10

Voto: 8,3

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