Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
La sovrappopolazione della terra sta portando l’esaurimento del cibo, in particolare della carne animale.
La nascita e la scoperta di una nuova creatura chiamata “supermaiale miracolosamente risolverebbe tutti i problemi,un animale enorme che mangia pochissimo e dalla carne saporita.
La multinazionale Mirando decide di iniziare un progetto decennale nel quale affida 20 di queste creature a diversi allevatori in tutto il mondo, e al termine del progetto verrà scelto il migliore.
Quando i funzionari del azienda vengono a prelevare Okja, il supermaiale affidato al nonno della giovane Mija, quest'ultima farà di tutto per poter salvare Okja, portando alla luce le ombre della Mirando…
Okja è l’ultima fatica di Bong Joon-ho, al suo secondo film “anglo-coreano”dopo Snowpiercer, e come quest’ultimo si indirizza sul genere azione-avventura, discostandosi dal thriller dei lavori in patria quali Memories of Murder e Mother, mantenendo comunque lo stesso stile autoriale che lo contraddistingue.
Ed è proprio la mano del regista-sceneggiatore coreano che riesce ad elevare il soggetto, imparentato a film come Free Willy e similari, portando la pellicola a tutt’altri livelli sia di forma che di contenuto.
La regia è in linea con lo stile del cineasta: nelle scene meno concitate disteso con piccoli movimenti di macchina ben oculati e una buona profondità di campo, esplodendo poi nelle scene d’azione con tecnicismi notevoli e un montaggio serrato, passando da carrellate a soggettive, riprese aeree, zoom improvvisi e rallenty sempre inseriti con intelligenza ed al momento giusto, ottenendo un stacco “mozzafiato” dalla frenesia dell’azione.
Il tutto poi viene valorizzato dalla fotografia di Darius Khondji notevole ancor più che sull’uso delle luci, sulla scelta del contrasto cromatico tra le varie scene e situazione, passando da toni caldi a quelli freddi mantenendo una nitidezza senza sfociare nel patinato.
Stile e ritmo narrativo ricordano quello di The Host rispetto a gli altri dell’autore.In Okja troviamo una denuncia al sistema degli allevamenti intensivi e al sistema capitalista con un enorme spirito animalista evocato con gran forza e maestria, soprattutto sul finale, grazie anche al continuo oscillare tra la pura avventura e il dramma, complici anche le musiche che passano dall essere “solari” a quelle con uno stile “circense”, fino a diventare corali ed evocative.
I personaggi, chi più chi meno, sono molto eccentrici, e, chi più chi meno, ben caratterizzati anche dal punto di vista psicologico, interpretati molto bene dal cast, sul “podio” Tilda Swinton, Paul Dano e Ahn Seo-hyun.
Nota di demerito invece per Jake Gyllenhaal, in overacting fastidioso e non necessario per un personaggio che si, era sicuramente sopra le righe, ma non doveva diventare una brutta copia di Ace Ventura.
In definitiva un film di intrattenimento trattato con mano autoriale, con un buon ritmo e una regia impeccabile, una fiaba agrodolce capace di emozionare.
Voto:8
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