Rivedere Contagion di Steven Soderbergh a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia inevitabilmente trascina in uno spiacevole deja-vu e al contempo costringe ad ammirare tanta profezia. Non tanto e non solo le dinamiche di diffusione di una zoonosi, ma le misure precauzionali prese, le isterie collettive, la propagazione delle fake news che peggiorano una situazione già precaria (nel personaggio del blogger interpretato da Jude Law).

locandina originale
Contagion (2011) locandina originale

La pandemia è un giallo, anzi un thriller in cui vediamo le vittime – protagonisti o non – morire una dopo l’altra, e alcuni tentare di indagarne l’origine, il motivo, svelare l’assassino. Il finale del film porta indietro le lancette e ce lo spiega: un bulldozer butta giù un albero, facendo scappare un pipistrello, portatore del virus originario, il quale è costretto a portare il suo cibo altrove; il cibo gli cade dalle fauci e va a nutrire un maialino in un allevamento il quale viene cucinato da uno chef non particolarmente votato all’igiene, il quale infine stringe la mano a Beth (G. Paltrow), la paziente zero. Tutto questo accade a Hong Kong e la globalizzazione fa il resto.

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Contagion

A ben vedere questo è un finale tipico alla Soderbergh: il regista canadese – da sempre comodamente disteso nell’intersezione tra il cinema commerciale e quello cosiddetto “autoriale” – ha negli anni inserito nell’estetica e nella produzione dello star system un messaggio politico volto a far deflagrare ciò che si è appena visto, e a distogliere il suo spettatore (ormai avvezzo) dal puro intrattenimento ricordandogli le forze motrici, economiche e politiche, dietro gli eventi a cui sta assistendo. Come nel finale di No Sudden Move in cui l’heist movie converge sulla vicenda storica di alcune case automobilistiche che negli anni ‘50 hanno tenuto nascoste invenzioni che applicate ai loro prodotti avrebbero permesso di inquinare meno; o la conclusione di High Flying Bird in cui addirittura viene citato The Revolt of the Black Athlete di Harry Edwards; per non parlare di prodotti ancor più “didascalici” sul culto americano del denaro come Panama Papers o Magic Mike.

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Contagion

Ecco allora che il contagio pandemico diventa un’ulteriore occasione per condannare il male originario: il capitalismo. O almeno questo è ciò che del lavoro di Soderbergh si rileva solitamente. I suoi film sono come dei teoremi ad orologeria, che mantengono la dimostrazione della tesi vivace grazie al ritmo e presentano il risultato alla fine, nel caso di Contagion risalendo l’eziopatogenesi di una malattia. Eppure come tutto il cinema “a tesi” è sempre lecito chiedersi: qual è la tesi? Il linguaggio del cinema è davvero così chiaro da poter assimilare una tesi mostrata visivamente ad una elaborata in un saggio scritto?

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Contagion (2011) scena

Difficile risolvere tale dilemma ma ciò che ci mostra Contagion è un paese in via di sviluppo che deforesta e un allevamento dalle scarse condizioni igieniche e non molto meccanizzato (gli operai fanno quasi tutto a mano). Le immagini insomma possono dirci sia che il capitalismo è il male sia che le epidemie vengono da paesi in cui non c’è sufficiente industrializzazione, in cui sopravvivono vecchie usanze su tecnologie arretrate (d’altronde il tradizionale mercato popolare di Wuhan, che tanti problemi ci ha causato, non era esattamente un emblema del neo-capitalismo). Quasi certamente le intenzioni di Soderbergh sono votate alla prima interpretazione ma il cinema è una forma d’arte e come tutte le arti è intrinsecamente ambiguo: le opere sfuggono ai loro autori e ci dicono sul mondo qualcosa di diverso da quello che i nostri bias spesso vorrebbero che dicessero.

Autore

Dario Denta

Nato a Bari nel 1994, ha studiato Matematica e Filosofia tra Perugia e Firenze, caporedattore de Lo Specchio Scuro, è uno dei conduttori del podcast di cinema Salotto Monogatari. Ha scritto su Shiva Produzioni, L’inutile, Ghinea, La Chiave di Sophia, agit-porn e Immoderati e ha dato un piccolo contribuito al Dizionario Mereghetti 2022. Si interessa di estetica del cinema e della videoarte.

Il film

locandina Contagion

Contagion

Azione - USA 2011 - durata 105’

Titolo originale: Contagion

Regia: Steven Soderbergh

Con Matt Damon, Marion Cotillard, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet, Jude Law, Bryan Cranston

Al cinema: Uscita in Italia il 09/09/2011

in streaming: su Apple TV Amazon Video Rakuten TV Microsoft Store