Per te è un film diretto da Alessandro Aronadio, in uscita nelle sale italiane dal 17 ottobre con Piper, dopo la sua presentazione alla Festa del Cinema di Roma. La sceneggiatura, scritta dallo stesso regista insieme a Ivano Fachin e Renato Sannio, prende spunto dal libro Un tempo piccolo di Serenella Antoniazzi, ed è ispirata alla storia reale di Mattia Piccoli, nominato Alfiere della Repubblica a undici anni per il modo in cui ha assistito il padre malato.
Prodotto da PiperFilm, Lungta Film e Alea Film in collaborazione con Netflix, l’opera si presenta come un racconto centrato sui legami familiari, sulla memoria, e su come la malattia possa modificare dinamiche e ruoli all’interno della quotidianità.

Quando i ruoli cambiano
La narrazione del film Per te si sviluppa attorno a Paolo, un uomo poco più che quarantenne che inizia a perdere progressivamente la memoria a causa di una patologia degenerativa. Di fronte a questa trasformazione, la famiglia, composta dalla moglie Michela e dai figli Mattia e Andrea, affronta un adattamento costante.
Mattia, in particolare, si prende cura del padre con regolarità, in una dinamica che sovverte i ruoli tradizionali tra genitori e figli. Il rapporto tra loro si struttura intorno a momenti quotidiani, senza gesti eclatanti ma con una presenza costante.
Un padre fuori dai modelli ideali
Secondo quanto emerge dalle note di regia del film Per te, Paolo (Edoardo Leo) non viene descritto come un modello idealizzato. Il personaggio è costruito a partire da caratteristiche comuni: un padre con abitudini semplici, errori, mancanze, distrazioni. La sua vita prima della malattia include lavori notturni come buttafuori in discoteca e un’immagine personale non particolarmente conforme alle aspettative sociali.
Questa normalità dichiarata è parte integrante della costruzione narrativa. La diagnosi lo pone di fronte a una vulnerabilità che, nel film, si manifesta anche attraverso l’ammissione della paura. Un momento che, nel racconto, segna un passaggio interno e relazionale.

Michela: il perno invisibile
Michela, interpretata da Teresa Saponangelo, è il personaggio che accompagna il processo di trasformazione familiare mantenendo la struttura di riferimento per tutti. Il film Per te, secondo le intenzioni del regista, rappresenta Michela non come figura salvifica, ma come persona presente, concreta, attenta.
La sua risposta alla malattia è orientata alla gestione, più che all’interpretazione. L’interazione tra lei e Paolo è uno dei centri tematici del film: due modalità diverse di affrontare l’evento (una più ironica e leggera, l’altra più pragmatica) che si osservano e si modificano reciprocamente nel tempo.
Mattia: una presenza costante
Mattia, impersonato dal piccolo Javier Francesco Leoni, è il personaggio intorno a cui ruota l’intera vicenda. La sua età, undici anni, e il suo ruolo all’interno della famiglia rappresentano una delle linee narrative principali. Il film Per te racconta il suo modo di esserci: una cura non imposta, ma assunta spontaneamente nella quotidianità.
Nella storia, Mattia accompagna il padre senza mai sostituirsi a lui, ma occupando uno spazio relazionale nuovo. Il riconoscimento istituzionale da parte del Presidente della Repubblica non è posto in primo piano nel film, ma rappresenta un elemento di contesto da cui la vicenda prende ispirazione.

Una riflessione sulla memoria
Il film Per te si presenta, secondo le parole dello stesso regista, non come un racconto sulla malattia, ma sulla memoria. Non solo nel senso clinico, ma anche come costruzione emotiva, familiare, culturale. La memoria è rappresentata attraverso oggetti, fotografie, musica, frasi ripetute, elementi del quotidiano che diventano tracce.
L’intento è quello di mettere in scena un dialogo tra passato e presente, in cui la perdita non è solo biologica ma anche affettiva. La scelta di uno stile che alterna toni differenti è dichiaratamente voluta per sottolineare come tragedia e commedia possano coesistere nel vissuto delle persone.
Due parole come scelta narrativa
Il titolo del film, Per te, è arrivato alla fine del percorso creativo. Secondo quanto riportato da Aronadio, si tratta di due parole semplici che però, nella narrazione, assumono un significato preciso: contatto, dedica, relazione.
La scelta è legata a un’idea di cura non spettacolarizzata. Il film pone attenzione a dinamiche invisibili, quotidiane, spesso marginali, ma essenziali. Si tratta di una prospettiva centrata sulle relazioni tra persone e sulla responsabilità reciproca, all’interno di un contesto sociale dove, sempre secondo la regia, questi gesti tendono a passare inosservati.
Una storia senza clamore
Per te si concentra su una vicenda non eclatante, non costruita su eventi straordinari, ma su trasformazioni silenziose. Il racconto si muove su un terreno in cui i fatti individuali diventano rappresentativi di esperienze comuni. La malattia, in questo contesto, non è al centro come fenomeno clinico, ma come condizione che ridefinisce i legami.
Attraverso il racconto di Paolo, Michela e Mattia, il film propone uno sguardo su ciò che può cambiare quando il tempo e la memoria si alterano. Non un’analisi, né una celebrazione. Piuttosto, una narrazione che si sviluppa a partire da una domanda implicita: cosa resta, quando si comincia a dimenticare?
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Per te può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Per te
Drammatico - Italia 2025 - durata 115’
Regia: Alessandro Aronadio
Con Teresa Saponangelo, Edoardo Leo, Javier Francesco Leoni, Giorgio Montanini, Eleonora Giovanardi, Guia Jelo
Al cinema: Uscita in Italia il 17/10/2025
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