Nel 1919, mentre l’Europa cerca un nuovo equilibrio dopo la Prima Guerra Mondiale, la città di Fiume diventa il centro di un’azione inedita e disallineata dai poteri ufficiali: il film Alla festa della Rivoluzione, diretto da Arnaldo Catinari e liberamente ispirato all’opera di Claudia Salaris, ripercorre quella fase storica attraverso l’intreccio di tre personaggi fittizi e una cornice reale: l’occupazione della città da parte di Gabriele D’Annunzio e la nascita della Reggenza del Carnaro.


Presentato alla Festa del Cinema di Roma, sarà prossimamente al cinema il 16 aprile 2026 con 01 Distribution.

Valentina Romani
Alla festa della Rivoluzione (2025) Valentina Romani

Un attentato e tre percorsi individuali

Il film Alla festa della Rivoluzione si apre con l’arrivo di Beatrice (Valentina Romani) a Fiume, nel giorno in cui Gabriele D’Annunzio (Maurizio Lombardi) proclama l’inizio della sua rivoluzione personale.

Beatrice è una spia russa inviata con l’obiettivo di osservare e, se necessario, proteggere l’equilibrio instabile del nuovo regime. Durante la festa d’insediamento, D’Annunzio è vittima di un attentato. Da qui si avvia un’indagine che coinvolge Beatrice, Pietro (Riccardo Scamarcio) e Giulio (Nicolas Maupas).


Pietro è il capo dei servizi segreti italiani. Il suo incarico lo porta a muoversi in un territorio ambiguo, dove i confini tra fedeltà istituzionale, opportunismo e interesse personale risultano sfumati. Giulio, ex medico militare e disertore, è legato agli ambienti anarchici e alle correnti anti-istituzionali che gravitano attorno alla città.


I tre protagonisti si muovono all’interno di una rete di alleanze, sospetti, scelte e informazioni incomplete. La loro interazione con il contesto fiumano permette alla narrazione di seguire diversi livelli – personale, politico, ideologico – in parallelo all’evolversi della crisi interna alla Reggenza.

In transito tra identità e ideologia

Beatrice nel film Alla festa della Rivoluzione è presentata come un’agente operativa pragmatica, abituata a lavorare in ambienti in movimento. La sua adesione alla causa rivoluzionaria appare strumentale rispetto a un compito più ampio: comprendere in che direzione si stia muovendo la storia. Il suo rapporto con la città e con gli altri protagonisti è condizionato da questa funzione di osservazione attiva.


Pietro, legato ai meccanismi del potere ufficiale, si trova in una posizione di equilibrio instabile. La sua identità si costruisce nel confronto costante con il rischio di perdere il controllo su ciò che rappresenta. Non si muove per ideologia, ma per necessità istituzionale.


Giulio è un corpo estraneo alla struttura politica: la sua esperienza nella Grande Guerra lo ha spinto a rifiutare la logica militare e a cercare altri riferimenti. La sua vicinanza agli ambienti anarchici lo pone in relazione con le componenti più radicali del contesto fiumano, anche se non sempre in modo coerente.


Accanto a loro, personaggi storici come D’Annunzio e altri esponenti della Reggenza fungono da riferimenti concreti nel racconto. La loro presenza fornisce coordinate per collocare gli eventi nella realtà del tempo, senza attribuire ruoli fissi di antagonismo o centralità.

Riccardo Scamarcio
Alla festa della Rivoluzione (2025) Riccardo Scamarcio

Sperimentazione politica e sociale

La Fiume del 1919 viene rappresentata nel film Alla festa della Rivoluzione come un laboratorio in cui si mescolano idee, pratiche e visioni differenti. La Reggenza del Carnaro è descritta come uno spazio in cui trovano accoglienza artisti, disertori, teorici politici, militari e outsider. La costituzione elaborata in quel contesto prevedeva elementi innovativi per l’epoca: pari diritti tra uomini e donne, riconoscimento della libertà sessuale, uso non repressivo delle droghe, centralità dell’arte come motore della vita civile.


Il film colloca la vicenda all’interno di questo quadro, mostrando il confronto tra un modello alternativo di società e le pressioni esterne, italiane e internazionali, che ne mettono in discussione la sostenibilità. La narrazione evidenzia il modo in cui ideali e strutture istituzionali interagiscono, lasciando spazio a conflitti, manipolazioni e tentativi di ridefinire il concetto stesso di potere.


In questa dinamica emergono interrogativi sulle forme di autorità, sul ruolo dell’individuo nel contesto collettivo, e sul rapporto tra linguaggio politico e realtà concreta. L’esperimento fiumano, nella sua eterogeneità, si presenta come un punto di snodo tra diverse epoche: tra la fine della guerra e l’inizio del ventennio, tra un’idea di rivoluzione e l’affermazione di modelli autoritari.

Quando una città diventa simbolo

Nel film Alla festa della Rivoluzione, Fiume non è soltanto l’ambientazione degli eventi, ma anche una protagonista. La città diventa spazio simbolico in cui si riflettono tensioni storiche e personali. I suoi confini, le sue piazze, i suoi palazzi ospitano una rivoluzione che prende forma anche attraverso cerimonie, manifesti, gesti teatrali e codici estetici.


Attraverso questo dispositivo, il racconto mette in evidenza la dimensione performativa della politica e la sua capacità di incidere sull’immaginario collettivo. La messa in scena della rivoluzione diventa parte integrante della sua esistenza, rendendo difficile distinguere tra azione concreta e rappresentazione.


Il lungometraggio non propone una lettura univoca del fenomeno. Osserva, senza prendere posizione, le contraddizioni interne a un processo che si definisce giorno per giorno. Tra ambizioni individuali, conflitti ideologici e interessi geopolitici, Alla festa della Rivoluzione costruisce un racconto che si muove sul crinale tra documentazione e invenzione.

Maurizio Lombardi
Alla festa della Rivoluzione (2025) Maurizio Lombardi

Osservare un punto critico della storia

Alla festa della Rivoluzione affronta un episodio storico che continua a suscitare analisi e interrogativi. Attraverso la finzione narrativa e l’inserimento di figure storiche reali, il film apre una riflessione sul momento in cui l’Italia si trova a un bivio: tra il caos del dopoguerra e la definizione di un nuovo ordine politico.


Non si tratta di una ricostruzione storiografica, ma di una narrazione incentrata sulle dinamiche interne a un esperimento politico e sociale che ha cercato di sfidare le convenzioni del suo tempo. I protagonisti fittizi consentono di esplorare prospettive individuali diverse, inserite in un contesto che supera le loro singole traiettorie.


L’opera si limita a porre domande, lasciando che le risposte emergano dallo spettro complesso delle relazioni, dei comportamenti e delle scelte. In questo modo, Fiume resta sullo schermo non come mito o modello, ma come punto critico della storia, in cui forze diverse si sono incontrate, scontrate e, per un breve momento, sovrapposte.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Alla festa della Rivoluzione può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Nicolas Maupas
Alla festa della Rivoluzione (2025) Nicolas Maupas

Autore

Redazione

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Filmografia

Alla festa della Rivoluzione

Drammatico - Italia 2025 - durata 98’

Regia: Arnaldo Catinari

Con Valentina Romani, Nicolas Maupas, Maurizio Lombardi, Darko Peric, Riccardo Scamarcio, Marzio El Moety

Al cinema: Uscita in Italia il 16/04/2026