Nel film Vita privata, scritto da Rebecca Zlotowski con Anne Berest, l’apparente impianto narrativo di un’indagine si estende oltre i confini del genere per addentrarsi in territori intimi, psicologici e professionali. Al centro c’è la psichiatra Lilian Steiner, che, alla notizia della morte di una sua paziente, mette in discussione il proprio ruolo e avvia una ricerca che coinvolge anche la sua vita privata, le sue relazioni e il suo passato.


Lilian (interpretata da Jodie Foster), figura razionale e misurata, entra in crisi non tanto per ciò che è accaduto alla paziente, ma per ciò che la sua morte le rivela sul proprio modo di lavorare, di pensare e di vivere. Insieme all’ex marito Gabriel (Daniel Auteuil), si impegna in un’indagine che non riguarda solo le circostanze della morte, ma anche la natura stessa del rapporto terapeutico, le ambiguità della memoria e il concetto di responsabilità.


Prossimamente in sala con EuroPictures, dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma.

Jodie Foster, Virginie Efira
Vita privata (2025) Jodie Foster, Virginie Efira

Razionalità sotto osservazione

Nel film Vita privata, Lilian Steiner è una professionista con un solido percorso alle spalle. La sua reazione alla morte della paziente non è impulsiva, ma si sviluppa sotto forma di dubbio. È attraverso il dubbio che si aprono le crepe nella sua quotidianità. L’inchiesta che intraprende assume presto la forma di un riesame personale, dove il confine tra analisi oggettiva e coinvolgimento emotivo si fa meno netto.


Il personaggio è costruito intorno alla tensione tra controllo e instabilità latente. Il contesto in cui opera, quello della salute mentale, rende centrale la questione dell’ascolto, dell’interpretazione, della distanza professionale. È proprio su questi elementi che Lilian sembra rimettere tutto in discussione.

La paziente assente

Il personaggio di Paula Cohen-Solal (interpretato da Virginie Efira), pur non essendo fisicamente presente nella linea narrativa principale, ha un ruolo determinante nello sviluppo della trama del film Vita privata. La sua morte rappresenta l’innesco della vicenda, ma soprattutto diventa un elemento attorno a cui si articolano i temi della proiezione, della verità terapeutica e dell’ambiguità del discorso.


Nel corso del film, emerge che Paula potrebbe aver mentito durante le sedute di analisi. Questa possibilità induce Lilian a riconsiderare il proprio metodo e il modo in cui ha gestito quella relazione professionale. Paula diventa, per Lilian, un nodo irrisolto da cui riemergono interrogativi più ampi.

Mathieu Amalric
Vita privata (2025) Mathieu Amalric

Il passato che si riattiva

Gabriel Haddad (Daniel Auteuil), ex marito di Lilian, viene coinvolto nell’indagine. Il loro rapporto, segnato da una separazione che sembra ancora aperta, si riattiva nel corso del film Vita privata, dando spazio a dialoghi che mescolano riflessione e rievocazione. La presenza di Gabriel contribuisce a far emergere elementi del passato di Lilian che erano rimasti sotto traccia, in particolare sul piano familiare e affettivo.


L’interazione tra i due non segue un registro univoco: i toni variano, lasciando spazio a dinamiche complesse che si sviluppano parallelamente all’indagine vera e propria.

Parole, sogni e sospensione

La struttura narrativa del film Vita privata ruota attorno all’analisi, al dialogo, e al potere della parola. Le sedute tra medico e paziente, così come le conversazioni tra Lilian e gli altri personaggi, funzionano come momenti centrali in cui si costruisce (e decostruisce) il senso degli eventi. Il film dedica spazio anche al sogno, in particolare attraverso una sequenza di ipnosi che apre una finestra simbolica sul passato e sull’inconscio.


In questa sequenza onirica compaiono riferimenti storici e familiari, inclusi elementi legati alla Seconda guerra mondiale. Il linguaggio visivo cambia, integrando elementi artificiali ed effetti generati digitalmente, come se la realtà stessa venisse momentaneamente sospesa.


Un altro asse tematico è rappresentato dal rapporto tra Lilian e il figlio Julien (Vincent Lacoste). Le dinamiche tra madre e figlio sono segnate da una certa distanza, e nel corso della narrazione assumono forme simboliche, specialmente nella dimensione onirica. L’apparizione del figlio nel sogno – in una veste ambigua, quasi minacciosa – introduce la questione della sovrapposizione tra amore e inquietudine, dipendenza e paura.


Il film inserisce queste tensioni familiari in un discorso più ampio sulle relazioni e sull’identità, senza fornire risoluzioni nette.

Jodie Foster, Daniel Auteuil
Vita privata (2025) Jodie Foster, Daniel Auteuil

Vita privata come privazione e come spazio interiore

Il titolo del film gioca su un doppio significato: Vita privata può indicare sia la sfera personale, sia l’idea di una vita “privata di qualcosa”, forse della propria vitalità. La questione centrale diventa quindi quella dell’autenticità: fino a che punto è possibile conoscere davvero sé stessi? E in che modo il lavoro, le relazioni e le strutture sociali contribuiscono a mantenere o a nascondere questa conoscenza?


Zlotowski costruisce la narrazione su questa tensione tra interno ed esterno, tra il ruolo pubblico e la realtà privata, tra ciò che viene detto e ciò che resta implicito.

Tra indagine e introspezione

Vita privata si presenta come un’opera che utilizza gli strumenti del racconto investigativo per avvicinarsi a domande di natura personale e collettiva. La morte di una paziente diventa il punto di partenza per un’esplorazione che attraversa le maglie del linguaggio, della memoria, della responsabilità professionale e del non detto. Il film non si limita a costruire una trama, ma utilizza le sue svolte narrative per interrogare lo spettatore su cosa significhi davvero vivere e raccontarsi una vita.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Vita privata può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

Autore

Redazione

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Filmografia

Vita privata

Giallo - Francia 2025 - durata 105’

Titolo originale: Vie privée

Regia: Rebecca Zlotowski

Con Jodie Foster, Virginie Efira, Mathieu Amalric, Daniel Auteuil, Vincent Lacoste, Luàna Bajrami