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C'è Monnezza su Cinerepublic....Ora sì!!
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Che caldo d'estate, che voglia di fare niente... o forse qualche volta la voglia “te la fanno passare”, o forse qualche volta c'è la necessità di fare “iccarissilla” oppure “forca” oppure “bigiare”... insomma fa tanto caldo e in giro c'è poco o nulla di interessante.

 

Passo con il telecomando tutti gli (quasi) inutili canali digitali, moltissimi programmi da “real” che di “real” hanno veramente poco. Vecchi film visti e rivisti anche recentemente. Repliche di vecchissimi telefilm, repliche di programmi demenziali, repliche e repliche... fino a quando mi soffermo su un film: la voce è inconfondibile, l'accento romano è inconfondibile, il personaggio è inconfondibile... è Er Monnezza!

Non sono mai stata amante di Er Monnezza, anche perché io Tomas Milian lo reputo un attore di ottime capacità, e ho sempre pensato che il personaggio di Monnezza o di Nico Giraldi (che non sono la stessa cosa) lo denigrasse, invece ultimamente mi devo ricredere.

Intanto bisogna valutare il periodo storico in cui questi film sono stati prodotti: anni '70, piena crisi del cinema italiano, piena crisi del teatro popolare, piena crisi politica e sociale, necessità di leggerezza, di messaggi diretti, voglia di rivalsa civile... erano gli anni di piombo, la criminalità era sempre più violenta e colpiva chiunque, c'era la voglia di trovare un personaggio che facesse pulizia ma che non fosse più il solito sceriffo da film western americano, ma nemmeno il commissario incazzato alla Maurizio Merli, ci voleva un Serpico all'italiana oppure un delinquente onesto, che facesse sfigurare quella borghesia troppo sopravvalutata di quegli anni e lontanissima dalla realtà dei più.

 

Monnezza in verità nasce dalla mente di Umberto Lenzi e dallo sceneggiatore Dardano Sacchetti ed è un ladruncolo di borgata, mentre Nico Giraldi è l'altro personaggio interpretato sempre da Milian (simile nel look e nel linguaggio al primo Monnezza): il commissario dei film di Bruno Corbucci... sì c'è un po' di confusione, molte parolacce, doppisensi e battute di dubbio gusto, poco politicaly correct... eppure sono film che hanno segnato un lungo periodo del nostro cinema, continuando la saga fino ai primi anni '80 e anche le trame sono comunque tutte sensate e ben articolate.

Il comico e il poliziesco si mischiavano, si formava la coppia “Milian-Bombolo (Venticello), Monnezza e Giraldi viaggiano parallelamente per tutta la metà degli anni '70, poi il commissario Giraldi continua fino al 1984 con “Delitto al Blue Gay”.

Nel 2005 si ha “Il ritorno del Monnezza” di Carlo Vanzina, interpretato da Claudio Amendola (che però impersona un improbabile figlio di Nico Giraldi) e criticato moltissimo dallo stesso Milian.

 

Sinceramente ora non voglio fare l'elenco dei film “monnezzari” e nemmeno citare le tante battute che sono diventate cult per molti appassionati... io mi volevo soffermare piuttosto sulle grandi capacità di Milian, riflettere su quanto lavoro c'è stato dietro la preparazione di un personaggio troppo superficialmente relegato come volgare e sempliciotto.

Tomas Milian è cubano (si sa), classe 1932, il padre suicida, gioventù ribelle e molto provata da questa brutta vicenda, riesce ad andare negli Stati Uniti all'età di vent'anni e frequentare l'Actor's Studio di Elia Kazan. L'incontro della sua vita però è sicuramente con il grande Jean Cocteau (come mancano oggi persone come Cocteau che riuscivano ad accentrare su di sé tanti talenti) che lo porta al "Festival dei due mondi" di Spoleto. Da qui inizia la bellissima carriera italiana di Milian, accanto ai grandi nomi del bel cinema italiano: De Sica, Bolognini, Lattuada, Visconti, Pasolini, Cavani ecc. Ma anche intraprendendo percorsi cinematografici più coraggiosi con Lucio Fulci, per il quale interpreta due dei suoi film più belli: “Beatrice Cenci” (1969) e “Non si sevizia un paperino” (1973)... poi ancora western italiani, polizieschi e un convincente commissario in “Banditi a Milano” (1968) di Carlo Lizzani.

Insomma un volto fondamentale quello di Tomas Milian per il nostro cinema più importante, che ha scelto per anni di mascherarlo da Monnezza, curandone ogni particolare, studiandone il look che non è stato ripreso dal Serpico di Lumet, come spesso viene detto, ma piuttosto ispirato ad un suo amico romano, tale Quinto Gambini, che sarà anche la sua controfigura per molti film di Monnezza.

Curando i dialoghi e recitando in puro vernacolo romano, nonostante fosse doppiato dal bravo Ferruccio Amendola.

Creando quindi una vera e propria icona, riconoscibile e amatissima da un pubblico affezionato.

Parlando di Monnezza non si parla certo di grande cinema, ma si parla comunque di un grande attore, sono sicura che se sotto alla tuta da meccanico ci fosse stato uno sprovveduto attore del momento, non si avrebbe avuto la saga di Monnezza, che ha permesso comunque ad un certo tipo di cinema di progredire.

Molto spesso si definisce “monnezza” qualcosa (o qualcuno) che nasconde grande capacità, impegno, potenzialità e soprattutto passione e coraggio nel cimentarsi in progetti non sempre apprezzati dalla critica facile del momento.

Dopo l'ultimo film come Nico Giraldi, Milian ha recitato in altri film stranieri e non (anche qualche parte in alcune serie televisive), l'ultimo risale oramai al 2005 (“The Lost City” USA-2005).

Mi piace ricordare che Tomas Milian è cittadino italiano dal 1969. 

 

 

 

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