Questa è una playlist gemella rispetto alla mia precedente dal titolo "omaggio ai maghi del colore". Devo ammettere che per me è stato sempre più facile apprezzare i film a colori, sia perchè creano un'identificazione più forte a livello emotivo, sia perchè, anche a livello estetico, sono di lettura più immediata. Eppure, anche (e forse soprattutto) le opere in bianco e nero hanno permesso a molti registi di toccare vette altissime, e, per quanto più "impegnative", meritano approfondite analisi dal punto di vista visivo che ci consentano di apprezzare i contrasti tonali, il gioco di luci e ombre, la gamma cromatica dei bianchi, dei neri e dei grigi ecc... Credo però che per fare questo lavoro di analisi, che sicuramente richiede un occhio educato, sia necessario vedere questi film al cinema o in edizioni dvd filologicamente corrette, perchè spesso in televisione le sfumature della fotografia si perdono. E' un peccato che nel cinema contemporaneo la fotografia in bianco e nero sia quasi scomparsa, anche se di tanto in tanto alcuni maestri come Scorsese, Coppola o Allen la riesumano.
Con Marlene Dietrich, John Lodge, Sam Jaffe, C. Aubrey Smith
Fotografia di Bert Glennon per questo film bizzarro dove Sternberg spinge ai limiti del delirio il suo gusto per le sofisticate e grandiose alchimie luministiche : un film visivamente mozzafiato
La fotografia di Gregg Toland in questo film è rimasta memorabile : con l'uso di obiettivi grandangolari, di diaframmi molto chiusi, della macchina da presa a terra per proporre nuove prospettive fra le parti che compongono l'inquadratura, riuscì ad ottenere l'effetto di "deep-focus", ossia la profondità di campo, spesso accompagnata ad un uso particolarmente ardito dell'illuminazione.
Fotografia espressionista di Stanley Cortez, geniale nel creare un universo gotico con omaggi ai maestri del muto e immagini sensazionali come quella di Shelley Winters annegata sott'acqua
Il film a tratti è un pò statico e propagandistico, ma la fotografia di Edvard Tissè è di altissimo livello soprattutto nella sequenza della battaglia sul lago ghiacciato, dove i movimenti dei cavalieri diventano un balletto astratto e uno scontro di masse, volumi e linee
Pur non essendo il mio preferito di Antonioni, nella sua componente visiva è eccezionale, grazie alla fotografia di Aldo Scavarda che riprende in maniera sublime il paesaggio roccioso di Lisca Bianca, passando all'entroterra siciliano fino al barocco di Noto
Gordon Willis ha superato se stesso con uno "straordinario lavoro di mimesi e intarsio" dove non si riescono più a distinguere le immagini documentaristiche dalle sequenze girate appositamente per questo geniale "mockumentary" (falso documentario).
Con Marcello Miranda, Salvatore Gattuso, Carlo Giordano, Pietro Arcidiacono
Il film non è passato alla storia, è difficile e discutibile, ma mi sembra giusto omaggiare il lavoro di Luca Bigazzi, uno degli operatori migliori del cinema di oggi, che ci dà un bianco e nero allucinato e una rappresentazione angosciata dell'inferno su questa terra
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