"Nella vita uno fa i film che può e non quelli che vuole" disse una volta in un'intervista. In effetti, il suo cinema è una sfida continua delle ragioni del cuore alle ragioni dell'economia. In 22 anni di carriera ha diretto solo otto film, ma, a mio avviso, resta una delle vette del nostro cinema di sempre. A cavallo tra il neo-realismo e oil nuovo cinema anni Sessanta, il Nostro inventa un cinema dei sentimenti, della memoria, denso di elementi letterari e pittorici, assolutamente originale ed autentico. Uomo di sinistra e nel contempo uomo di fede, anticipa temi e problematiche attuali e questo lo rende un autore modernissimo. Il suo capolavoro, che per me è LA PRIMA NOTTE DI QUIETE è un ritratto straordinario di un'Italia che si prepara agli anni di piombo e al tempo stesso uno splendido affresco della provincia italiana già vicina alla prosperità e già minata alle basi da un malessere profondo che rende ogni tentativo di coppia, ogni ricerca d'amore, disperatamente fallimentari. Zurlini è un maestro che è stato lasciato nel dimenticatoio come tanti altri. Urge una riscoperta e, se possibile, una riflessione profonda sul suo cinema. Ma ho scarse speranze.
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