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Cell 213 - La dannazione

Regia di Stephen Kay vedi scheda film

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La recensione su Cell 213 - La dannazione

di undying
5 stelle

Horror sospeso tra razionale e sovrannaturale, sempre in bilico tra possibile e impossibile, ma che poi coraggiosamente trova risoluzione in un finale che affonda, con garbata compassione, nel "mare delle Tenebre" ...

 

Michael Gray (Eric Balfour) è un avvocato di grido, attualmente impegnato nella difesa di un presunto omicida. Per vincere la causa gioca sporco ed incarica un losco tipo di zittire un testimonte in grado di ribaltare il processo a suo sfavore. Mentre si trova in udienza con il suo assistito, nella cella 213, il carcerato si uccide facendo ricadere la colpa su Michael e pronunciando una ambigua frase: "Tu sarai il prossimo!

Malvisto dalla severa e violenta guardia di nome Ray (Michael Rooker) l'avvocato finisce a sua volta sotto accusa e rinchiuso proprio nella cella 213...

 

Eric Balfour

Cell 213 - La dannazione (2011): Eric Balfour

 

Opera di un regista neozelandese -noto per il mediocre Boogeyman, diretto nel 2005 dietro produzione della Ghost House di Sam Raimi- Cell 213 conduce lo spettatore in un territorio esistenziale intermedio, sorta di purgatorio, al cui interno lo sventurato di turno dovrà superare una prova: pena l'Inferno, premio il Paradiso. Ottimamente fotografato e ben interpretato, il film poggia interamente sulla intensa performance del bravissimo Eric Balfour, "loser" di turno che si ritrova, in un battito d'ali (che Butterfly effect gli fa un baffo), dalle stelle alle stalle.

 

scena

Cell 213 - La dannazione (2011): scena

 

Immerso in una atmosfera cinerea e grigia, con ambientazioni claustrofobiche e volutamente oscure, Cell 213 ben rappresenta il viaggio di un'anima apparentemente perduta, in grado però di percepire oltre il "limen", squarciando così il velo del razionale. Ecco allora motivate le apparizioni spettrali e fantasmatiche nella cella del test ultraterreno. Ecco data spiegazione del perché l'avvocato soffre (profeticamente) di tanatofobia. E, ancora, ecco giustificati i progressivi slittamenti del protagonista verso la follia, raggiunta e superata, abbondantemente, quando sottopone ad imbalsamazione (mentre ancora respira) lo stalker gay, come contrappasso perché intenzionato ad abusare -prevaricandone la dignità- del suo corpo. Un corpo che passa, sulla Terra, velocissimamente con destinazione ignota. Anzi no: tristemente nota come mostra la morgue interna al carcere, con i suoi miseri involucri, silenti e dormienti del sonno mortale, che la riempiono e talvolta sembrano animarsi, causa inattesi rigonfiamenti provocati da spasimi post mortem. E sia dannato chi ha concepito una storia così lineare che conduce per mano verso i bui territori della punizione, ovvero verso la flebile luce che risplende in fondo al tunnel della speranza. 

 

scena

Cell 213 - La dannazione (2011): scena

 

Una storia agghiacciante dunque, che ricorda in parte -per messa in scena e per affinità narrative- un altro gelido viaggio negli oscuri territori dell'oltretomba, quell'Hellraiser 6 Hellseeker dove -fatte le opportune distinzioni- Pinhead sembra avere lo stesso ruolo che tocca invece qui all'incerto (demone? Angelo?) sovrintendente del carcere (un glaciale Bruce Greenwood)...

Se apprezzate l'horror di classe, con scene di violenza centellinate e per nulla gratuite, storie ben scritte e sostenute da bei dialoghi fatti pronunciare a personaggi sofferti (e sofferenti) che rispecchiano un po' noi tutti, dategli un'occhiata perché potrebbe piacervi...

 

Michael Rooker

Cell 213 - La dannazione (2011): Michael Rooker

 

In Dvd per conto della Universal il ché significa qualità tecnica indiscutibile, proposta nel formato cinematografico 2.35:1 e con audio multilingua dolby 5.1.

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