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The Nostalgic Mechanics of Randomness

Regia di Constantin Popescu vedi scheda film

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La recensione su The Nostalgic Mechanics of Randomness

di alan smithee
8 stelle

*

 

Constantin Dita, Victor Rebengiuc

The Nostalgic Mechanics of Randomness (2014): Constantin Dita, Victor Rebengiuc

TFF 32 - FESTA MOBILE 

Un cortometraggio toccante e delicato del notevole regista rumeno Costantin Popescu, e dallo splendido titolo, questo THE NOSTALGIC MECHANICS OF RANDOMNESS.

Un'opera che dimostra una volta per tutte come spesso le parole siano superflue per suggellare un'intesa che sictraduce in un aiuto reciproco, materiale o morale che sia.

Titi è un ex aviatore in pensione, vedovo da quattro anni, e piuttosto solo. Trascorre le sue giornate in casa col suo pappagallo ed è solito svagarsi inforcando il suo bel sidecar d'epoca BMW per recarsi al cimitero a trovare la defunta consorte.

Un giorno come tanti, mentre sta pure dando un passaggio ad un suo vicino disabile in carrozzella, trainandolo dietro il suo veicolo fino all'ospedale per un controllo, il vecchio si imbatte in una giovane prostituta violentemente percossa dal suo sfruttatore. Fermo ad un semaforo, l'anziano si vedrà la fanciulla rifugiarsi nel sedile accanto al suo per sfuggire alla violenta colluttazione.

La ragazza finirà per accompagnarlo, muta e discreta, sino al capezzale della moglie, aiutandolo a rendere più gradevole quel metro quadrato di giardino che cinge la tomba n cui è sepolta.

Constantin Popescu

The Nostalgic Mechanics of Randomness (2014): Constantin Popescu

Casualità, intervento del destino cieco, contatti improponibili a prima vista che si sviluppano e maturano via via che il tempo passa, tramite la tolleranza ed il buon senso, non certo tramite discorsi o parole a vuoto, inutili o inappropriate.

Aiuti materiali e morali reciproci, che divengono l'unica possibilità di instaurazione di un contatto tra due persone troppo differenti in età, costumi e cultura, per poter coesistere e comunicare.

Cinema neorealista come è ancora possibile ritrovare in certi paesi dell'Est come la Romania.

Un piccolo grande affresco intimo e delicato, toccante e sin struggente, fotografato in un bianco e nero che lo rende indimenticabile. Un modo ineccepibile ed appropriato per concludere questa straordinaria ultima avventura festivaliera torinese.

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