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Guta-yubalja-deul

Regia di Shin-yeon Won vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Guta-yubalja-deul

di alan smithee
8 stelle

 
La follia puo’ essere contagiosa, specie se causa alle vittime di una violenza gratuita e senza senso uno stato di panico apparentemente senza via di scampo.


Un celebre cantante d’opera coreano convince una sua bella allieva a seguirlo in una gita in macchina sulla sua nuova e lussuosa Mercedes bianca. Durante il tragitto l’uomo viene pure multato da un poliziotto per mancato rispetto dei segnali stradali, e, recidivo, si trova ad imboccare una strada secondaria per impedire all’uomo di legge di riacciuffarlo. La macchina giunge quindi sul bordo sabbioso di un fiume, un posto sperduto ove si impantana e rimane bloccata. Il musicista approfitta della situazione per tentare un approccio sessuale con l’avvenente allieva, ma viene subito allontanato da quest’ultima, che ne approfitta per fuggire.


Solo e bloccato in auto l’uomo incontrera’ una banda di tre teppisti che, capitanata da un quarto bizzarro elemento che blocchera’ poco dopo la ragazza, portera’ i due nel baratro di un viaggio terrificante di violenza, soprusi e follia allo stato puro.


Film sulla pazzia collettiva di un gruppo di persone isolate dai normali contesti di convivenza sociale ne e’ pieno il cinema, americano e non, fin dal bellissimo e notissimo “Un tranquillo week end di paura” di Boorman, o da un altro gioiello meno conosciuto degli anni ’70 come “In corsa col diavolo” con Peter Fonda.


Dunque questo buon prodotto, dal titolo internazionale di “A bloody aria”, non ci racconta nulla di nuovo, ma lo fa tutto sommato piuttosto bene, dosando la suspence in un crescendo di avvenimenti non sempre del tutto chiarificatori, ma decisamente localizzati strategicamente per tener desta l’attenzione dello spettatore piu’ smaliziato. Un sacco che nasconde al suo interno un corpo non identificato in movimento e’ uno dei momenti piu’  terrificanti del film. Francamente non ho capito chiaramente se il giovane individuo che spunta come un coniglio dal cappello del suo prestigiatore, e’ semplicemente frutto di un rapimento da parte dei quattro balordi o invece ha a che fare con una vendetta ordita dai quattro ai danni dell’ambiguo poliziotto, che naturalmente non puo’ non essere implicato in quelle torbide vicende e che nasconde anche una  storia dai connotati non chiarissimi con il folle capo dei balordi aggressori.


E’ piu’ interessante pero’, a mio avviso, notare come la vittima riesce, se sottoposta a sollecitazioni e torture insopportabili, a trasformarsi in un carnefice altrettanto spietato da sorprendersi egli stesso delle proprie reazioni violente; e’ fondamentale percepire come la codardia assalga spesso molti di coloro che, come il nostro maestro di canto, si trovano coinvolti in situazioni estreme dalle quali non riescono  a districarsi; e’ infine importante osservare come l’unico personaggio che mantiene una sua dignita’ e un suo valore morale, cioe’ la ragazza, in realta’ poi sia la persona meno efficace per ristabilire l’ordine e fermare la follia che dilaga tra quei personaggi estremi: come a dire che la lealta’, la nobilta’ d’animo non servono a nulla in questa valle di lacrime e terrore, in questa lotta per la sopravvivenza dove e’ solo l’istinto e non la morale che ci tengono vivi.   
Titolo reperito grazie ai preziosi suggerimenti di bradipo68.

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