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Nothing

Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film

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La recensione su Nothing

di mck
7 stelle

Less is Better, Less is More. Rimuovere chirurgicamente il ricordo del dolore. Big Crunch.

 

“I fatti riportati in questo film sono veri. Non sarà mai abbastanza sottolineare che è di vitale importanza comprendere che ogni minimo particolare di questo film è vero. Assolutamente vero. Assolutamente vero. Grazie. Quella che segue è una storia vera. Le persone sono persone vere. I loro nomi sono i loro veri nomi. Tutto è stato accuratamente approfondito e verificato.”

Vincenzo Natali nel 2003, dopo "Cypher", per la sua opera terza – un autentico suicidio economico (costo quasi zero, ricavo quasi zero e guadagno meno di zero), ma non artistico, anzi!, anche se non interamente scritto da lui, ma da due Andrew, i “Drews” (Miller, anche co-protagonista, e Lowery, che si ritaglia una parte minore), il quale però non “solo” l'ha realizzato mettendolo in scena, ma ne rimane l'artefice della scintilla iniziale e il co-autore del soggetto, co-ideato coi due attori principali, Andrew Miller (l'ansioso), l'appena citato co-sceneggiatore, e David Hewlett, (l'egocentrico) –, un buddy-movie sui generis, chiama in gioco i doppelgänger dei personaggi di “Gerry” (2002) che si ritrovano a vivere la loro vita nel prototipo della casetta di Up (2009), un'evoluzione diretta del “Cube” (1997) sviluppato bidimensionalmente in un non-luogo [il Bianco Pervasivo in cui Kazan, ovvero lo stesso Miller (mentre Worth, vale a dire Hewlett, non ce la fece per un pelo di una rimodulazione), si ritrova alla fine del film d'esordio del regista] sul quale la Natura riprenderà il dominio con “In the Tall Grass” (2019), col procedere dello spazio-tempo scandito in sintonia con la cartellonistica di “the Shining” (1980) in irriducibile contrazione/espansione (mercoledì → lunedì → sabato, o forse martedì) e cancellando progressivamente ogni memoria di sé anticipando il di lì a poco da venire “Eternal SunShine of the SpotLess Mind” (2004), per finire nel posto dove finiscono i calzini spaiati.

 

 

Intervista post-"Nothing" e meanwhile-"Splice": https://www.bleedingcool.com/2010/10/05/bleeding-cool-chats-with-splice-director-vincenzo-natali/

 

Vi sono 3 modi per utilizzare la dicitura in esergo "Tratto da o Basato su una Storia Vera": quella realistica e sincera (una fiction più o meno documentaria), come in "Compliance", quella ingannevolmente verosimile e poi via via sempre più scopertamente falsa (?), come in "Fargo" (film e serie), e poi quella palesemente artefatta con impianto sarcastico, come in "Nothing" (nel caso in questione con l'intenzione di esprimere un principio morale veritiero e universale, ovverossia, più o meno: "Questa è anche la vostra storia!"). 


Narratore: Maurice Dean Wint. Fotografia: Derek Rogers. Montaggio: Michele Conroy. Musiche: Michael Andrews. Produzione: 49th Parallel. Distribuzione: Alliance Atlantis.

 

Far finta di essere sani.
Rimuovere chirurgicamente il ricordo del dolore.
Less is Better, Less is More.
Big Crunch.
Post-End: un nuovo circo Barnum è alle porte.

- Che diavolo è stato?
- Non lo so.   

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